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Prescrizione pena pecuniaria: quando si interrompe?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33388/2024, ha stabilito che la prescrizione della pena pecuniaria è impedita dall’inizio dell’esecuzione. Questo si concretizza con l’iscrizione a ruolo del debito o con la notifica della cartella esattoriale. Nel caso specifico, un condannato sosteneva l’estinzione di una multa per decorso dei dieci anni, ma la Corte ha rigettato il ricorso, confermando che l’avvio della procedura di riscossione coattiva, avvenuto prima della scadenza, aveva validamente bloccato il termine di prescrizione, rendendo legittima la conversione della pena in libertà controllata.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Pena Pecuniaria: L’Iscrizione a Ruolo Blocca il Decorso del Tempo

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prescrizione pena pecuniaria, stabilendo che l’avvio della procedura di riscossione, anche solo con l’iscrizione a ruolo del debito, è sufficiente a impedire l’estinzione della sanzione per decorso del tempo. Questa decisione rafforza la pretesa punitiva dello Stato e definisce con precisione il momento in cui la pena non può più considerarsi prescritta.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di un cittadino condannato con una sentenza del Tribunale per i Minorenni divenuta irrevocabile nel 2012. La condanna prevedeva il pagamento di una pena pecuniaria di 18.000 euro. A seguito del mancato pagamento, la Procura aveva richiesto la conversione della pena in libertà controllata.

In un primo momento, il Magistrato di sorveglianza aveva dichiarato estinta la pena, ritenendo che il termine di prescrizione di dieci anni fosse decorso. Secondo questa prima interpretazione, il termine sarebbe iniziato a decorrere dalla notifica della cartella esattoriale, avvenuta il 13 maggio 2013, e si sarebbe compiuto il 13 maggio 2023, prima della richiesta di conversione da parte del Pubblico Ministero.

Contro questa decisione, il PM ha proposto opposizione, accolta dal medesimo Magistrato di sorveglianza, il quale ha poi disposto la conversione della pena in 72 giorni di libertà controllata. La motivazione di questo cambio di rotta si basava sul fatto che l’iscrizione a ruolo della cartella, avvenuta il 26 aprile 2013, aveva interrotto la prescrizione. Il condannato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la pena si fosse ormai estinta.

La Decisione della Corte sulla prescrizione pena pecuniaria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno confermato la validità dell’ordinanza del Magistrato di sorveglianza che disponeva la conversione della pena, stabilendo che la pena pecuniaria non si era affatto estinta.

Il punto cruciale della decisione è che, ai fini dell’estinzione della pena per decorso del tempo, rileva unicamente il momento dell’inizio dell’esecuzione. Questo inizio manifesta la volontà dello Stato di procedere con la riscossione, impedendo così la prescrizione. La Corte ha chiarito che tale momento può coincidere con l’iscrizione a ruolo del debito oppure con la successiva notifica della cartella esattoriale. Entrambi gli atti sono espressione della pretesa punitiva dello Stato e sono sufficienti a bloccare il decorso del tempo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha costruito il suo ragionamento su alcuni pilastri fondamentali del diritto penale e processuale.

L’Inizio dell’Esecuzione come Fatto Impeditivo

Il principio cardine affermato dalla Cassazione è che la prescrizione della pena pecuniaria si arresta con l’inizio dell’esecuzione. A differenza della prescrizione del reato, quella della pena non è soggetta a cause di sospensione o interruzione (come previsto dagli artt. 159 e 160 c.p.). L’unico fattore rilevante è se lo Stato ha attivato o meno le procedure per far eseguire la condanna. L’iscrizione a ruolo del credito erariale è il primo, fondamentale passo della riscossione coattiva e, come tale, è un atto che inequivocabilmente impedisce l’estinzione della pena.

La Procedura di Riscossione secondo la Normativa Vigente

La sentenza analizza l’evoluzione normativa, in particolare il d.P.R. n. 115/2002. Le norme attuali (in particolare l’art. 227-ter) prevedono che l’ufficio giudiziario proceda direttamente all’iscrizione a ruolo entro un mese dal passaggio in giudicato della sentenza. Successivamente, l’agente della riscossione notifica la cartella di pagamento. Questo iter dimostra che l’iscrizione a ruolo non è un atto meramente preparatorio, ma il vero e proprio avvio dell’azione esecutiva.

L’Irrilevanza del Momento Esatto

Secondo la Corte, non è necessario stabilire se il termine sia bloccato dall’iscrizione a ruolo (26 aprile 2013) o dalla notifica della cartella (13 maggio 2013). Nel caso di specie, entrambe le date sono antecedenti al termine decennale di prescrizione, che sarebbe scaduto l’11 aprile 2022 (dieci anni dalla data di irrevocabilità della sentenza, 11 aprile 2012). Pertanto, l’azione esecutiva era iniziata ben prima del compimento della prescrizione, rendendo la pena ancora pienamente esigibile.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Cassazione ha un’importante implicazione pratica: chiarisce che il condannato a una pena pecuniaria non può fare affidamento sul semplice decorso del tempo dalla data della condanna per sperare nell’estinzione della sanzione. È sufficiente che l’ufficio giudiziario abbia iscritto a ruolo il debito perché la prescrizione si arresti. Questa decisione fornisce agli organi dello Stato uno strumento più efficace per la riscossione delle pene pecuniarie, garantendo che le condanne penali vengano effettivamente eseguite e non vanificate da ritardi procedurali. Per i cittadini, è un monito a non sottovalutare le pene pecuniarie, poiché l’avvio della procedura di riscossione, anche con un atto interno come l’iscrizione a ruolo, ha effetti giuridici decisivi.

Quando si estingue una pena pecuniaria per prescrizione?
La pena pecuniaria si estingue per prescrizione se, entro dieci anni dalla data in cui la sentenza di condanna è diventata definitiva, lo Stato non ha iniziato l’esecuzione della stessa.

Quali atti impediscono la prescrizione della pena pecuniaria?
Secondo la Corte di Cassazione, la prescrizione della pena è impedita dall’inizio dell’esecuzione. Questo può avvenire con l’iscrizione a ruolo del debito o, in alternativa, con la notifica della cartella esattoriale al condannato. Entrambi gli atti sono sufficienti a manifestare la volontà punitiva dello Stato e a bloccare il decorso del termine.

I concetti di ‘interruzione’ e ‘sospensione’ si applicano alla prescrizione della pena?
No. La disciplina della prescrizione della pena non contempla cause di sospensione o interruzione, a differenza di quanto previsto per la prescrizione del reato (artt. 159 e 160 del codice penale). L’unico fattore che impedisce l’estinzione della pena per decorso del tempo è l’avvenuto inizio dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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