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Prescrizione omicidio stradale: quando raddoppia?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per omicidio colposo con violazione delle norme stradali, commesso nel 2009. Il ricorrente sosteneva l’avvenuta prescrizione del reato, ma la Corte ha ribadito che in questi casi si applica il raddoppio del termine ordinario, portandolo a 14 anni. Considerando anche gli atti interruttivi, che estendono il termine di un ulteriore quarto, il tempo per la prescrizione omicidio stradale non era ancora decorso al momento della decisione.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Omicidio Stradale: La Cassazione Conferma il Raddoppio dei Termini

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di prescrizione omicidio stradale, respingendo il ricorso di un imputato e facendo luce sul calcolo dei termini. La decisione sottolinea come la gravità del reato, quando commesso in violazione delle norme sulla circolazione, giustifichi un allungamento significativo dei tempi necessari per la sua estinzione, garantendo così una maggiore tutela della collettività e delle vittime.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da un tragico incidente stradale avvenuto nel luglio del 2009, a seguito del quale un automobilista veniva ritenuto responsabile del reato di omicidio colposo. La sua responsabilità veniva confermata sia in primo grado dal Tribunale, con sentenza del giugno 2015, sia in secondo grado dalla Corte d’Appello nel febbraio 2024. Nonostante le due sentenze conformi, la difesa decideva di presentare ricorso per Cassazione, basando la propria argomentazione su un unico motivo: l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.

Il Calcolo della Prescrizione secondo la Difesa

L’unico motivo di ricorso si fondava sulla presunta violazione degli articoli 157 e seguenti del codice penale. Secondo la tesi difensiva, il tempo trascorso dal fatto, avvenuto nel 2009, sarebbe stato sufficiente a determinare l’estinzione del reato, rendendo quindi illegittima la condanna inflitta nei gradi di merito. La difesa chiedeva, pertanto, alla Suprema Corte di annullare la sentenza e dichiarare il non doversi procedere.

Le motivazioni della Corte sulla prescrizione omicidio stradale

La Corte di Cassazione ha ritenuto la doglianza della difesa “manifestamente destituita di fondamento”, fornendo una chiara e dettagliata spiegazione del meccanismo di calcolo della prescrizione per questo tipo di reati.

Il punto centrale della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 157, comma 6, del codice penale. Questa norma prevede espressamente il raddoppio dei termini di prescrizione per una serie di delitti, tra cui l’omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale (reato oggi previsto dall’art. 589-bis c.p.).

Di conseguenza, il termine ordinario di prescrizione, calcolato sulla pena massima prevista all’epoca dei fatti, non è quello standard, ma raddoppiato, arrivando a ben 14 anni. Questo termine, chiarisce la Corte, decorre dalla data di commissione del fatto.

Ma il calcolo non si ferma qui. Ai sensi dell’articolo 161 del codice penale, bisogna tenere conto anche degli atti che interrompono la prescrizione (come il rinvio a giudizio o la sentenza di condanna). Questi atti comportano un ulteriore aumento del termine, pari a un quarto del tempo ordinario (in questo caso, un quarto di 14 anni). Il termine massimo di prescrizione per il caso in esame risulta quindi pari a 17 anni e 6 mesi. Al momento della decisione della Cassazione, questo lungo periodo non era ancora interamente trascorso, rendendo il motivo di ricorso infondato.

Infine, i giudici hanno respinto anche un ulteriore rilievo sulla presunta improcedibilità dell’azione penale ai sensi dell’art. 344-bis del codice di procedura penale. La Corte ha precisato, richiamando una propria precedente pronuncia, che tale disciplina si applica solo ai reati commessi a partire dal 1° gennaio 2020, e quindi non è applicabile alla fattispecie in esame.

Le conclusioni

L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e il pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Dal punto di vista giuridico, la pronuncia rafforza l’orientamento consolidato sul raddoppio dei termini di prescrizione omicidio stradale, un meccanismo pensato dal legislatore per assicurare che reati di particolare allarme sociale non restino impuniti a causa del decorso del tempo. Si tratta di un monito importante sulla serietà con cui l’ordinamento tratta le violazioni delle norme stradali che cagionano la morte di una persona.

Qual è il termine di prescrizione per l’omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale?
Secondo l’art. 157, comma 6, del codice penale, il termine di prescrizione ordinario è raddoppiato. Nel caso specifico, basandosi sulla pena massima prevista all’epoca del fatto (2009), il termine è stato calcolato in 14 anni.

Gli atti interruttivi come modificano il calcolo della prescrizione in questo caso?
Gli atti interruttivi, ai sensi dell’art. 161 del codice penale, comportano un aumento del termine di prescrizione non superiore a un quarto del tempo ordinario. Pertanto, al termine di 14 anni si aggiunge un ulteriore periodo, portando il tempo massimo necessario a prescrivere il reato a 17 anni e 6 mesi.

La nuova norma sulla improcedibilità (art. 344 bis c.p.p.) si applica ai reati commessi prima del 1° gennaio 2020?
No, la Corte ha stabilito che la disciplina transitoria della legge n. 134 del 2021 prevede che la causa di improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione si applichi solo ai reati commessi a far data dal 1° gennaio 2020. Non è quindi applicabile a un fatto commesso nel 2009.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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