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Prescrizione omicidio colposo: quando si raddoppia?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato da due dirigenti comunali condannati per omicidio colposo a seguito di un incidente stradale. Gli imputati sostenevano l’avvenuta prescrizione del reato, ma la Corte ha chiarito che per la prescrizione dell’omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale, i termini sono raddoppiati. La Corte ha quindi confermato che il reato non era prescritto, respingendo l’istanza per errore di diritto e non di fatto.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Omicidio Colposo Stradale: La Cassazione Chiarisce il Raddoppio dei Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione torna a fare luce su un tema cruciale del diritto penale: il calcolo della prescrizione per l’omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale. La decisione sottolinea come un errore nel calcolo dei termini non possa essere confuso con un “errore di fatto” e ribadisce la regola del raddoppio dei tempi di prescrizione, un principio fondamentale per garantire giustizia nei casi di incidenti stradali mortali.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Mancata Manutenzione Stradale

La vicenda giudiziaria riguarda due funzionari pubblici, un dirigente e un responsabile di servizio di un Comune, condannati in primo e secondo grado per omicidio colposo. La loro responsabilità era stata accertata in relazione alla mancata manutenzione di una strada comunale, una negligenza che aveva causato un incidente stradale con esito fatale.

La condanna era stata confermata anche dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, i due imputati hanno tentato un’ultima via, proponendo un ricorso straordinario contro la decisione della stessa Cassazione. La loro tesi si fondava su un presunto “errore di fatto”: a loro avviso, la Corte non si era accorta che il reato si era ormai estinto per prescrizione prima della data della sentenza di rigetto.

L’Errato Calcolo sulla Prescrizione dell’Omicidio Colposo

Il cuore del ricorso si basava sulla convinzione dei difensori che il termine di prescrizione fosse già maturato. Sostenevano che il reato si fosse prescritto nel settembre 2022, data antecedente alla sentenza della Cassazione. Per far valere questa tesi, hanno utilizzato lo strumento del ricorso straordinario per errore di fatto, previsto dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questo rimedio, tuttavia, è concepito per correggere sviste materiali o errori di percezione (es. leggere un documento per un altro), non per rimettere in discussione l’interpretazione delle norme giuridiche.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, chiarendo in modo inequivocabile la natura dell’errore commesso dai ricorrenti. Non si trattava di un errore di fatto, bensì di un palese errore di diritto nell’interpretazione delle norme sulla prescrizione.

La Corte ha spiegato che il reato contestato era quello di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme del Codice della Strada. Questa specifica circostanza aggravante fa scattare il meccanismo del raddoppio dei termini di prescrizione, come previsto dall’articolo 157, sesto comma, del codice penale.

Il calcolo corretto, illustrato dai giudici, è il seguente:
1. Pena massima edittale: All’epoca del fatto (2013), la pena massima per l’omicidio colposo aggravato era di 7 anni.
2. Termine di prescrizione base: Corrisponde alla pena massima, quindi 7 anni.
3. Raddoppio per l’aggravante: A causa della violazione delle norme stradali, il termine di 7 anni viene raddoppiato, portando la prescrizione ordinaria a 14 anni.
4. Termine di prescrizione massimo: Tenendo conto degli atti interruttivi, il termine massimo si calcola aumentando di un quarto quello ordinario (14 anni + 1/4), arrivando a 17 anni e 6 mesi.

Considerando che il reato era stato commesso il 30 dicembre 2013, il termine di prescrizione ordinaria scadrà il 30 dicembre 2027, mentre quello massimo il 30 giugno 2031. Di conseguenza, al momento della sentenza della Cassazione, il reato era ben lontano dall’essere prescritto.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione è netta: confondere il calcolo della prescrizione con un errore di fatto è un errore di diritto che rende il ricorso straordinario inammissibile. La sentenza riafferma un principio di fondamentale importanza: la violazione delle norme sulla sicurezza stradale, quando causa la morte di una persona, è una condotta di tale gravità da giustificare un’estensione significativa dei tempi a disposizione dello Stato per perseguire i responsabili. Questa pronuncia serve da monito, consolidando l’orientamento giurisprudenziale sul raddoppio dei termini di prescrizione e rafforzando la tutela delle vittime della strada.

Come si calcola la prescrizione per il reato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione ordinaria è raddoppiato. Partendo dal massimo della pena edittale (in questo caso 7 anni all’epoca dei fatti), il termine ordinario diventa di 14 anni, e quello massimo, comprensivo delle interruzioni, di 17 anni e 6 mesi.

Un errore nel calcolo dei termini di prescrizione può essere considerato un “errore di fatto” per proporre ricorso straordinario?
No. La Corte ha stabilito che un errato calcolo della prescrizione costituisce un errore di diritto e non un errore di fatto. Pertanto, non giustifica l’ammissibilità di un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p., che è previsto solo per correggere errori materiali o di percezione dei fatti.

È necessario che l’atto di accusa menzioni esplicitamente l’art. 589, secondo comma, cod. pen. perché l’aggravante della violazione delle norme stradali sia valida?
No, non è necessario. La sentenza chiarisce che è sufficiente il riferimento alla violazione di norme specifiche del Codice della Strada per ritenere validamente contestata l’aggravante che comporta il raddoppio dei termini di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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