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Prescrizione incendio boschivo: quando si calcola?

La Corte di Cassazione chiarisce le regole per il calcolo della prescrizione per il reato di incendio boschivo. Con la sentenza n. 8290/2025, i giudici hanno stabilito che l’aggravante per danno ambientale grave, essendo a effetto speciale, allunga i termini di prescrizione anche se viene bilanciata con le attenuanti generiche. Il ricorso di un imputato, che sosteneva l’avvenuta estinzione del reato, è stato dichiarato inammissibile perché basato su un calcolo errato che non teneva conto di tale aggravante.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Incendio Boschivo: La Cassazione Chiarisce il Calcolo

La corretta determinazione della prescrizione per l’incendio boschivo è un tema di cruciale importanza, specialmente quando il reato causa un danno ambientale significativo. Con la recente sentenza n. 8290/2025, la Corte di Cassazione è tornata su questo argomento, offrendo un’interpretazione rigorosa delle norme che regolano l’estinzione del reato in presenza di aggravanti a effetto speciale. La decisione sottolinea un principio fondamentale: alcune aggravanti incidono sul calcolo della prescrizione indipendentemente dal loro successivo bilanciamento con le attenuanti.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per aver colposamente contribuito a cagionare un incendio boschivo che aveva provocato ingenti danni all’ambiente e a terreni limitrofi. La condanna, emessa in primo grado e confermata in appello, si basava principalmente sulla testimonianza di un vicino, il quale affermava di aver visto l’imputato alimentare un fuoco con delle sterpaglie sul retro della propria abitazione, da cui si erano poi propagate le fiamme.

La difesa dell’imputato aveva contestato la ricostruzione, sostenendo l’inattendibilità del testimone a causa di una fitta siepe che avrebbe impedito la visuale e presentando testimoni che collocavano l’imputato in casa al momento dei fatti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Vizio di motivazione e violazione di legge: Si contestava la valutazione delle prove da parte della Corte d’Appello, ritenuta illogica e carente nel non aver adeguatamente considerato gli elementi a discarico, come le fotografie della siepe e le testimonianze difensive.
2. Omessa declaratoria di prescrizione: La difesa sosteneva che il termine massimo di prescrizione del reato fosse già spirato prima della pronuncia della sentenza d’appello, calcolando un periodo di sette anni e sei mesi dalla data del fatto (15 luglio 2016).

Calcolo della Prescrizione Incendio Boschivo: La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le censure.

Sul primo punto, i giudici hanno ribadito che il loro ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici di merito. Il ricorso è stato considerato un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, inammissibile in sede di legittimità. La motivazione della Corte d’Appello, sebbene sintetica, è stata ritenuta sufficiente e non manifestamente illogica.

Il punto centrale della sentenza riguarda però il secondo motivo, relativo alla prescrizione per l’incendio boschivo. La Corte ha definito l’eccezione “manifestamente infondata”, spiegando nel dettaglio il corretto metodo di calcolo.

L’Importanza delle Aggravanti a Effetto Speciale

Il reato contestato era quello previsto dall’art. 423-bis del codice penale, con l’applicazione dell’aggravante del comma 4, che prevede un aumento della metà della pena se dall’incendio deriva un “danno grave, esteso e persistente all’ambiente”. Questa è una circostanza aggravante a effetto speciale, poiché comporta un aumento di pena superiore a un terzo.

Secondo l’art. 157, comma 3, del codice penale, nel calcolo della prescrizione si deve tenere conto delle circostanze aggravanti a effetto speciale, e il giudizio di bilanciamento con eventuali attenuanti (previsto dall’art. 69 c.p.) non ha alcuna incidenza. Pertanto, anche se nel caso di specie le attenuanti generiche erano state giudicate prevalenti sull’aggravante, quest’ultima doveva comunque essere considerata per determinare il tempo necessario a prescrivere.

Il calcolo corretto, secondo la Corte, è il seguente:
– Pena base aumentata della metà per l’aggravante speciale, portando il termine di prescrizione minimo a 7 anni e 6 mesi.
– A questo termine si applica l’aumento di un terzo previsto dall’art. 161 c.p. in caso di atti interruttivi, portando il termine massimo di prescrizione a 10 anni.

Di conseguenza, essendo il reato stato commesso il 15 luglio 2016, il termine massimo di prescrizione scadrà il 15 luglio 2026, e non nel gennaio 2024 come erroneamente sostenuto dalla difesa.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sulla base di un principio consolidato nella giurisprudenza. Il legislatore, attraverso l’articolo 157 del codice penale, ha inteso stabilire che per i reati ritenuti di particolare gravità, evidenziata dalla presenza di aggravanti a effetto speciale, il tempo necessario per l’estinzione del reato debba essere più lungo. Questa scelta normativa prevale sulla successiva valutazione del giudice di merito riguardo al bilanciamento con le circostanze attenuanti. L’esclusione esplicita dell’applicazione del giudizio di bilanciamento ai fini del calcolo della prescrizione serve a garantire che la gravità oggettiva del reato, così come configurato con le sue aggravanti speciali, sia il solo parametro per definire il tempo entro cui lo Stato può esercitare la sua pretesa punitiva. La pronuncia ribadisce quindi la netta separazione tra il piano sostanziale della determinazione della pena (dove il bilanciamento opera) e quello procedurale del calcolo del tempo di prescrizione (dove non opera per le aggravanti speciali).

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un importante monito: nel calcolare la prescrizione per l’incendio boschivo e altri reati aggravati da circostanze a effetto speciale, è indispensabile considerare l’aumento di pena previsto da tali aggravanti, indipendentemente dall’esito del giudizio di bilanciamento. La decisione conferma la volontà del legislatore di assicurare tempi più lunghi per la persecuzione di illeciti che, come gli incendi con grave danno ambientale, ledono in modo significativo beni giuridici di primaria importanza. Gli operatori del diritto devono quindi prestare la massima attenzione a questo meccanismo per evitare errori di calcolo che potrebbero compromettere l’esito del processo.

Come si calcola la prescrizione per il reato di incendio boschivo con danno ambientale grave?
Per calcolare la prescrizione, si deve tener conto dell’aumento di pena previsto per la circostanza aggravante a effetto speciale del danno ambientale grave (metà della pena). Questo nuovo termine costituisce la base su cui calcolare il termine massimo di prescrizione (aumentato di un terzo), che nel caso di specie ammonta a 10 anni.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove come le fotografie o le testimonianze?
No, il ruolo della Corte di Cassazione è limitato al controllo della corretta applicazione della legge (vizio di legittimità). Non può procedere a una nuova valutazione dei fatti o delle prove, che è di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado.

Cosa succede ai fini della prescrizione se un’aggravante a effetto speciale viene considerata meno grave delle attenuanti nel giudizio di bilanciamento?
Ai fini del calcolo del termine di prescrizione, il bilanciamento tra circostanze è irrilevante. L’art. 157, comma 3, del codice penale stabilisce che si deve tener conto dell’aggravante a effetto speciale, anche se in sede di condanna viene ritenuta subvalente o equivalente alle attenuanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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