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Prescrizione guida in stato di ebbrezza: Riforma Orlando

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza aggravata. La Corte ha chiarito che, per i reati commessi tra il 2017 e il 2019, la prescrizione è sospesa per 18 mesi dopo la condanna di primo grado, come previsto dalla Riforma Orlando, respingendo così la tesi dell’estinzione del reato. Respinte anche le doglianze sulla tenuità del fatto e sulla commisurazione della pena.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Guida in Stato di Ebbrezza: La Cassazione e la Riforma Orlando

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali sulla prescrizione per guida in stato di ebbrezza, in particolare sull’applicazione della cosiddetta ‘Riforma Orlando’. Questo provvedimento ribadisce come il calcolo dei termini per l’estinzione del reato sia cambiato per i fatti commessi in un preciso arco temporale, con conseguenze dirette per molti procedimenti penali. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo grado e in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente stradale. L’episodio risale al novembre 2018. Gli accertamenti avevano rivelato un tasso alcolemico molto elevato (2,27 g/l alla prima prova e 2,04 g/l alla seconda), ben al di sopra della soglia massima prevista dalla legge. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la condanna sulla base di tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha fondato il suo ricorso su tre argomenti:

1. Intervenuta prescrizione: Secondo la difesa, il tempo trascorso dal fatto avrebbe dovuto portare all’estinzione del reato.
2. Particolare tenuità del fatto: Si richiedeva l’applicazione della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., sostenendo che l’offesa fosse di lieve entità.
3. Commisurazione della pena: Si contestava il bilanciamento tra le circostanze aggravanti e quelle attenuanti, ritenendo la pena eccessiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la condanna. Gli Ermellini hanno smontato punto per punto le argomentazioni della difesa, ritenendole manifestamente infondate e, in alcuni casi, generiche.

Le Motivazioni della Corte sulla Prescrizione per Guida in Stato di Ebbrezza

Il cuore della decisione risiede nella trattazione del primo motivo, quello relativo alla prescrizione per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha chiarito che, essendo il reato stato commesso nel novembre 2018, ricade pienamente nel periodo di vigenza della Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando). Questa legge ha modificato l’art. 159 del codice penale, introducendo un periodo di sospensione del corso della prescrizione di un anno e sei mesi dopo la sentenza di condanna di primo grado.

Questo meccanismo di sospensione, applicabile ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, ha l’effetto di ‘congelare’ il decorso del tempo necessario a estinguere il reato, garantendo più tempo per la celebrazione del processo d’appello. Di conseguenza, al momento della pronuncia della Corte d’Appello, il reato non era affatto prescritto.

Il Rigetto degli Altri Motivi

La Corte ha respinto anche le altre doglianze:

* Sulla tenuità del fatto: I giudici hanno confermato la decisione dei gradi di merito, evidenziando che l’offesa non poteva essere considerata ‘tenue’. A sfavore dell’imputato hanno pesato le concrete modalità della condotta (aver causato un sinistro stradale con feriti), il suo comportamento aggressivo post-incidente e l’altissimo tasso alcolemico, tutti elementi che denotano una significativa pericolosità.
* Sulla pena: Il motivo è stato giudicato generico e aspecifico. La Corte ha ricordato che la determinazione della pena e il bilanciamento delle circostanze sono prerogativa del giudice di merito. Il suo operato è sindacabile in Cassazione solo in caso di palese illogicità o arbitrio, circostanze non riscontrate nel caso di specie, dove la pena era stata fissata al minimo edittale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale: la disciplina della prescrizione introdotta dalla Riforma Orlando si applica a tutti i reati commessi nel suo arco temporale di vigenza (agosto 2017 – dicembre 2019), senza possibilità di richiamare normative successive, anche se potenzialmente più favorevoli. La decisione sottolinea inoltre come la valutazione sulla ‘tenuità del fatto’ non possa prescindere da un’analisi completa della condotta e della sua pericolosità concreta. Infine, ribadisce un principio processuale cardine: i motivi di ricorso in Cassazione devono essere specifici e confrontarsi puntualmente con le motivazioni della sentenza impugnata, pena la loro inammissibilità.

Quando si applica la sospensione della prescrizione prevista dalla Riforma Orlando?
Secondo la sentenza, la disciplina della sospensione della prescrizione introdotta dalla Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando) si applica a tutti i reati commessi nel periodo compreso tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Perché nel caso di specie non è stata riconosciuta la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La particolare tenuità del fatto non è stata riconosciuta a causa della gravità complessiva della condotta, evidenziata da più fattori: le modalità concrete dell’azione che hanno messo in pericolo la circolazione e la salute pubblica (provocando un incidente), il comportamento aggressivo tenuto dall’imputato dopo il fatto e il livello alcolemico riscontrato, risultato particolarmente elevato.

Cosa succede quando un motivo di ricorso in Cassazione è considerato generico?
Se un motivo di ricorso è ritenuto generico e aspecifico, ovvero non si confronta criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina la questione nel merito, e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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