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Prescrizione guida in ebbrezza: le nuove regole

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha chiarito che, per i reati commessi dal 2017, il calcolo della prescrizione per guida in ebbrezza deve tenere conto dei periodi di sospensione introdotti dalla Legge Orlando, impedendo così l’estinzione del reato nel caso di specie. Inoltre, ha ribadito che semplici contestazioni sul funzionamento dell’etilometro, senza prove concrete, non sono sufficienti per invalidare il test.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Guida in Ebbrezza: La Cassazione definisce le regole post-riforma

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato due temi cruciali per chi si trova ad affrontare un’accusa di guida in stato di ebbrezza: l’affidabilità dell’etilometro e, soprattutto, il calcolo della prescrizione per guida in ebbrezza alla luce delle recenti riforme legislative. La decisione chiarisce come le sospensioni introdotte dalla Legge Orlando incidano sui tempi necessari per l’estinzione del reato, un aspetto fondamentale per la difesa degli imputati.

I Fatti del Caso: La Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

Il caso riguarda un automobilista fermato alla guida della sua auto nel dicembre 2017. Sottoposto al test dell’etilometro, risultava con un tasso alcolemico superiore al limite di legge (1,44 g/l alla prima prova e 1,56 g/l alla seconda), configurando il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada.
L’uomo veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello. Contro quest’ultima decisione, la difesa proponeva ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali.

I Motivi del Ricorso: Etilometro e Prescrizione

La difesa dell’imputato ha sollevato due questioni principali davanti alla Suprema Corte:

1. Vizio di motivazione sull’affidabilità dell’etilometro: Si contestava la validità delle misurazioni. Gli scontrini del test presentavano correzioni a penna su data e ora, e uno di essi riportava la dicitura “volume insufficiente”. Secondo il difensore, questi elementi dimostravano una scorretta utilizzazione dell’apparecchio, rendendo i risultati inattendibili.
2. Violazione di legge sulla prescrizione: Il motivo centrale del ricorso era la presunta estinzione del reato per decorrenza dei termini. La difesa sosteneva che, essendo il reato una contravvenzione, il termine di prescrizione di 4 anni (più eventuali interruzioni) fosse già scaduto al momento della sentenza d’appello.

L’Analisi della Corte e il calcolo della prescrizione per guida in ebbrezza

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, ritenendoli entrambi manifestamente infondati e dichiarando il ricorso inammissibile.

La questione dell’Etilometro

Sul primo punto, i giudici hanno confermato la validità del test alcolemico. Le correzioni manuali sugli scontrini erano state giustificate in dibattimento: l’apparecchio non si era aggiornato automaticamente al cambio dall’ora solare all’ora legale. La dicitura “volume insufficiente”, in presenza di un valore alcolemico valido e in assenza di messaggi di errore, non è stata ritenuta sufficiente a invalidare la prova. La Corte ha ribadito un principio importante: spetta all’imputato fornire elementi concreti per dubitare del buon funzionamento dell’etilometro, non essendo sufficiente una mera richiesta esplorativa dei certificati di omologazione e taratura.

Il Calcolo della Prescrizione alla Luce delle Riforme

Il punto cruciale della sentenza riguarda il calcolo della prescrizione per guida in ebbrezza. La Corte ha svolto una dettagliata analisi della successione delle leggi nel tempo (ratione temporis).
Il reato è stato commesso il 12 dicembre 2017, quindi dopo l’entrata in vigore della Legge n. 103/2017 (la cosiddetta “Legge Orlando”). Tale legge ha modificato l’art. 159 del codice di procedura penale, introducendo una specifica causa di sospensione del corso della prescrizione.
In particolare, la legge prevede che il termine di prescrizione sia sospeso:
* Dalla data di deposito della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza d’appello, per un periodo massimo di un anno e sei mesi.

Nel caso in esame, il termine massimo di prescrizione per la contravvenzione è di 5 anni. A questo termine, però, devono essere aggiunti i periodi di sospensione previsti dalla Legge Orlando. Effettuando questo calcolo, la Corte ha concluso che la prescrizione non era ancora maturata alla data della sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità chiarendo che l’applicazione della Legge Orlando era l’unica corretta per un reato commesso nel 2017. Le successive riforme (Bonafede e Cartabia), che hanno introdotto un blocco definitivo della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sono più sfavorevoli per l’imputato e non possono essere applicate retroattivamente a fatti precedenti alla loro entrata in vigore (1° gennaio 2020). Pertanto, la coesistenza di diversi regimi di prescrizione, a seconda della data di commissione del reato, è legittima. Per i fatti commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica il regime della Legge Orlando, con i suoi specifici periodi di sospensione, che devono essere sommati al termine base per calcolare la data esatta di estinzione del reato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre due importanti spunti pratici. In primo luogo, consolida l’orientamento secondo cui le contestazioni sull’affidabilità dell’etilometro devono essere specifiche e supportate da elementi concreti, non potendosi basare su generiche richieste di documentazione. In secondo luogo, e soprattutto, fornisce un’indicazione chiara su come calcolare la prescrizione per guida in ebbrezza per i reati commessi sotto l’impero della Legge Orlando. Gli operatori del diritto devono prestare la massima attenzione a sommare correttamente i periodi di sospensione previsti, che possono allungare significativamente i tempi necessari per l’estinzione del reato.

Una correzione a penna sullo scontrino dell’etilometro rende il test invalido?
No, non necessariamente. La Corte di Cassazione ha stabilito che se la correzione ha una spiegazione plausibile (come l’adeguamento manuale all’ora legale) e l’apparecchio non segnala un errore specifico, la misurazione resta valida.

Come si calcola la prescrizione per il reato di guida in ebbrezza commesso tra agosto 2017 e dicembre 2019?
Per i reati commessi in questo periodo, si applica la Legge Orlando. Al termine massimo di prescrizione (5 anni per questa contravvenzione) deve essere aggiunto un periodo di sospensione fino a un massimo di un anno e sei mesi tra la sentenza di primo grado e quella di appello.

È sufficiente contestare genericamente il funzionamento dell’etilometro per annullare la prova?
No. Secondo la sentenza, la difesa ha l’onere di allegare elementi specifici che facciano dubitare del corretto funzionamento dello strumento. Una semplice richiesta di visionare i certificati di omologazione e revisione, senza altri indizi, è considerata una richiesta meramente esplorativa e non sufficiente a invalidare il risultato del test.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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