Prescrizione Furto: Quando il Tempo Annulla la Condanna – Analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14247 del 2024, ha annullato una condanna per furto aggravato, mettendo in luce un principio fondamentale del nostro ordinamento: la prescrizione furto. Questo caso dimostra come il decorso del tempo, in assenza di determinati atti processuali, possa portare all’estinzione del reato, anche a fronte di una sentenza di condanna nei gradi di merito. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel settembre 2015. Il reato era stato commesso nel maggio dello stesso anno. La sentenza di condanna veniva successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Napoli nel giugno 2023.
Nonostante la doppia condanna, la difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un’eccezione decisiva: l’avvenuta prescrizione del reato.
L’Importanza della Prescrizione del Furto nel Processo Penale
Il motivo principale del ricorso si fondava sull’inosservanza della legge penale relativa ai termini di prescrizione. La difesa ha sostenuto che il tempo massimo per perseguire legalmente l’imputato per quel reato fosse ormai trascorso. La prescrizione, infatti, è un istituto giuridico che garantisce la certezza del diritto, stabilendo che lo Stato non possa perseguire un reato oltre un certo limite di tempo.
Nel caso specifico, il reato contestato era un furto con una sola aggravante (monoaggravato), per il quale la legge prevede un termine di prescrizione minimo di sei anni.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo pienamente la tesi difensiva. I giudici hanno ricostruito il calcolo del tempo, partendo dalla data di commissione del reato, il 25 maggio 2015. Hanno stabilito che il termine minimo di prescrizione, pari a sei anni, era interamente decorso il 25 settembre 2021.
Il punto cruciale della motivazione risiede nell’analisi del periodo intercorso tra la sentenza di primo grado (settembre 2015) e il decreto di citazione per il giudizio di appello. La Corte ha constatato che, in questo lasso di tempo, non erano intervenuti atti processuali idonei a interrompere il decorso della prescrizione. Di conseguenza, il tempo ha continuato a scorrere inesorabilmente fino al suo completamento. L’estinzione del reato ha quindi reso inevitabile l’annullamento della sentenza di condanna.
Le Conclusioni e Implicazioni Pratiche
La decisione della Cassazione è stata perentoria: la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio. Questo significa che la condanna è stata cancellata in via definitiva, senza la possibilità di un nuovo processo d’appello, proprio perché il reato non esiste più per l’ordinamento giuridico.
Questa sentenza ribadisce l’importanza cruciale del rispetto dei tempi processuali. Anche in presenza di una chiara affermazione di responsabilità penale, la ‘ghigliottina’ della prescrizione può intervenire e vanificare l’azione giudiziaria. È un monito per il sistema giudiziario sull’importanza di celebrare i processi entro termini ragionevoli, garantendo al contempo sia le ragioni della giustizia sia i diritti dell’imputato, tra cui quello a non rimanere indefinitamente sotto processo.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per furto?
La Corte ha annullato la condanna perché il reato si è estinto per prescrizione. Il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire il reato, pari a sei anni in questo caso, era trascorso prima che si arrivasse a una sentenza definitiva.
Qual è il termine di prescrizione per un furto monoaggravato?
Sulla base della sentenza, il termine minimo di prescrizione per il reato di furto monoaggravato, commesso nel 2015, è di sei anni.
Cosa significa ‘annullare senza rinvio’ una sentenza?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna in via definitiva. Non ci sarà un nuovo processo d’appello perché la questione è stata risolta in modo conclusivo, in questo caso dichiarando l’estinzione del reato.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14247 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 14247 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/01/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a AFRAGOLA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/06/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME; letta la memoria fatta pervenire dal difensore del ricorrente, AVV_NOTAIO, che ha insistito per l’accoglimento del ricorso;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
che con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Napoli ha confermato la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 15 settembre 2015 che aveva affermato la penale responsabilità di NOME COGNOME per il reato di cui agli artt. 81, 624, 625, n. 2, cod. pen., e lo aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia;
che il primo motivo di ricorso dell’imputato, che si duole dell’inosservanza della legge e del vizio di motivazione con riguardo al mancato riconoscimento della prescrizione, è fondato, atteso che il reato di furto monoaggravato (nella motivazione della sentenza di primo grado si fa riferimento solo all’aggravante di cui all’art. 625 n. 2 cod. pen. e la pena inflitta corrisponde al minimo edittale per il furto monoaggravato) è stato commesso il 25 maggio 2015 ed il termine minimo di prescrizione, nel caso di specie, è pari ad anni sei, e considerato che la sentenza di primo grado è stata emessa il 15 settembre 2015 e che il decreto di citazione per il giudizio di appello è stato emesso solo successivamente a questa data e medio tempore non sono intervenuti atti interruttivi, il termine è interamente decorso il 25 settembre 2021;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso il 31/01/2024.