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Prescrizione furto aggravato: la Cassazione decide

Un individuo, condannato per furto aggravato in abitazione, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’estinzione del reato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il termine massimo di prescrizione per il furto aggravato, pari a 12 anni e 6 mesi, non era ancora trascorso, essendo la data di commissione del reato il 08/05/2013 e la scadenza della prescrizione il 08/11/2025. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Furto Aggravato: Quando il Tempo Non Cancella il Reato

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di prescrizione furto aggravato, fornendo chiarimenti cruciali sul calcolo dei termini. La decisione sottolinea come un’errata interpretazione delle tempistiche possa portare alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna alle spese per il proponente. Analizziamo nel dettaglio questa pronuncia per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un soggetto, precedentemente condannato dalla Corte di Appello di Roma per il reato di furto in abitazione aggravato, ha proposto ricorso per Cassazione. L’unico motivo alla base del ricorso era la presunta estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Secondo la difesa, il tempo trascorso dalla commissione del fatto criminoso avrebbe dovuto annullare la punibilità del reato contestato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto categoricamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione netta: il motivo addotto dal ricorrente è stato giudicato ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno stabilito che, contrariamente a quanto sostenuto, i termini per la prescrizione del reato non erano affatto maturati al momento della decisione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Calcolo della Prescrizione per il Furto Aggravato

Il cuore della motivazione risiede nel corretto calcolo del termine di prescrizione. La Corte ha chiarito i seguenti punti fondamentali:

1. Data del Reato: Il furto aggravato in abitazione era stato commesso in data 08/05/2013.
2. Termine Massimo di Prescrizione: Per la fattispecie di reato in esame (artt. 624 bis e 625 n. 2 c.p.), il termine massimo di prescrizione, in assenza di periodi di sospensione, è pari a 12 anni e 6 mesi.
3. Data di Scadenza: Sulla base di questi elementi, il termine ultimo per la prescrizione del reato è stato fissato per il giorno 08/11/2025.

La Corte ha evidenziato come la denuncia di violazione di legge fosse smentita direttamente dagli atti processuali. L’argomentazione del ricorrente era, quindi, palesemente errata e non poteva trovare accoglimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel diritto processuale penale: la precisione nel calcolo dei termini di prescrizione è essenziale per la validità di un motivo di ricorso. Un errore di calcolo può trasformare un’impugnazione in un atto manifestamente infondato, con conseguenze negative per il ricorrente, inclusa la condanna a sanzioni pecuniarie. La decisione serve da monito sulla necessità di una rigorosa analisi giuridica prima di adire la Suprema Corte, specialmente su questioni tecniche come la prescrizione furto aggravato, dove i termini sono chiaramente definiti dalla legge e lasciano poco spazio a interpretazioni discrezionali.

Quando si prescrive il reato di furto in abitazione aggravato secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, il termine massimo di prescrizione per il reato di furto in abitazione aggravato, come contestato nel caso specifico (artt. 624 bis e 625 n.2 cod. pen.), è di 12 anni e 6 mesi, in assenza di sospensioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’unico motivo presentato, ovvero l’estinzione del reato per prescrizione, è stato ritenuto manifestamente infondato. Il calcolo effettuato dalla Corte ha dimostrato che il termine di prescrizione non era ancora maturato al momento della decisione.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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