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Prescrizione furto aggravato: errore di calcolo

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza del Tribunale di Catania che aveva dichiarato estinto per prescrizione un reato di furto pluriaggravato. Il Tribunale aveva erroneamente calcolato il termine di prescrizione basandosi su una pena massima di sei anni, anziché dieci come previsto dalla legge per il furto con più aggravanti. La Suprema Corte ha chiarito che il corretto termine di prescrizione è di dodici anni e sei mesi, stabilendo che il reato non era ancora estinto e rinviando il caso per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione furto aggravato: l’importanza del corretto calcolo della pena

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di prescrizione del furto aggravato, annullando una decisione di un Tribunale per un errore nel calcolo dei termini. Questo caso evidenzia come una svista nel determinare la pena massima prevista dalla legge possa portare a una declaratoria di estinzione del reato ingiusta e prematura. Analizziamo insieme i fatti e le motivazioni della Suprema Corte.

I fatti del processo

Un individuo era stato accusato di un furto commesso nel febbraio 2017. Le accuse erano particolarmente gravi, trattandosi di un furto pluriaggravato. Nello specifico, l’imputato si era impossessato di beni per un valore complessivo di oltre 21.000 euro, custoditi in un esercizio commerciale. Il furto era stato perpetrato di notte e mediante effrazione, integrando così le aggravanti previste dall’articolo 625, numeri 2 e 5, del codice penale.

Il calcolo errato della prescrizione del furto aggravato

Nel settembre 2024, durante l’udienza, il Tribunale di Catania ha dichiarato il reato estinto per prescrizione. Il giudice di primo grado ha basato la sua decisione sull’assunto che la pena massima per il reato contestato fosse di sei anni di reclusione. Di conseguenza, applicando le norme sulla prescrizione, ha calcolato un termine di sette anni e sei mesi, ritenendolo già decorso.

Il Procuratore generale presso la Corte d’Appello, non condividendo questa valutazione, ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse commesso una palese violazione di legge. Secondo l’accusa, la pena detentiva massima per il furto pluriaggravato non è di sei, ma di dieci anni di reclusione. Questo cambiava radicalmente il calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore, giudicandolo fondato. I giudici supremi hanno chiarito che il Tribunale ha commesso un errore nell’individuare la pena massima applicabile. L’articolo 625 del codice penale, infatti, prevede al suo ultimo comma che, in presenza di due o più circostanze aggravanti tra quelle elencate, la pena per il furto è della reclusione da tre a dieci anni.

Il reato contestato presentava ben due di tali aggravanti (l’uso di violenza sulle cose e il fatto commesso su beni esposti alla pubblica fede). Pertanto, la pena massima edittale da considerare non era quella di sei anni (prevista per il furto con una sola aggravante), bensì quella di dieci anni.

Sulla base di questo presupposto corretto, il calcolo della prescrizione cambia completamente. Ai sensi dell’articolo 157 del codice penale, il termine di prescrizione base è pari alla pena massima edittale, quindi dieci anni. A questo termine, in assenza di atti interruttivi che portino a sospensioni, si applica l’aumento previsto dall’articolo 161, portando il tempo totale a dodici anni e sei mesi. Il reato, commesso nel 2017, si prescriverà quindi, salvo sospensioni, solo nell’agosto del 2029 e non nel 2024.

Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un punto fondamentale: la corretta individuazione della pena edittale è il presupposto indispensabile per un calcolo corretto della prescrizione. Un errore in questa fase iniziale vizia l’intero ragionamento e può portare a conclusioni giuridicamente errate, come l’estinzione prematura di un reato. Per effetto della sentenza, il processo è stato annullato e rinviato al Tribunale di Catania, che dovrà procedere con un nuovo giudizio tenendo conto dei principi stabiliti dalla Suprema Corte.

Qual è la pena massima per il furto pluriaggravato?
In presenza di due o più circostanze aggravanti previste dall’articolo 625 del codice penale, la pena massima per il delitto di furto è di dieci anni di reclusione, come stabilito dall’ultimo comma dello stesso articolo.

Come si calcola la prescrizione per il furto pluriaggravato?
Il termine di prescrizione si calcola partendo dalla pena massima edittale, che è di dieci anni. A questo periodo base si aggiungono gli aumenti previsti dalla legge, come quello indicato dall’art. 161 cod. pen., portando il termine complessivo a dodici anni e sei mesi, salvo eventuali periodi di sospensione.

Cosa accade se un giudice dichiara erroneamente un reato prescritto?
Se un giudice dichiara un reato estinto per prescrizione sulla base di un calcolo errato, la sua sentenza può essere impugnata. Come in questo caso, la Corte di Cassazione, se accerta l’errore, annulla la sentenza e dispone che si proceda con un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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