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Prescrizione furto aggravato: come si calcola?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di un tribunale che aveva erroneamente dichiarato estinto per prescrizione un furto aggravato. La Corte ha chiarito che il calcolo della prescrizione per il furto aggravato deve tenere conto delle circostanze aggravanti, che estendono significativamente i termini. Il tribunale di merito non aveva motivato l’esclusione di tali aggravanti, commettendo un errore di diritto.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione furto aggravato: la Cassazione fa chiarezza sul calcolo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di prescrizione furto aggravato, annullando una decisione di un tribunale di merito che aveva erroneamente dichiarato estinto il reato. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale delle circostanze aggravanti non solo nella determinazione della pena, ma anche nel calcolo del tempo necessario perché un reato si estingua.

I Fatti del Caso

Due individui erano stati accusati di furto pluriaggravato, un reato commesso nel dicembre 2016. Il Tribunale di primo grado, con una sentenza del gennaio 2025, aveva dichiarato il non doversi procedere nei loro confronti, ritenendo che il reato fosse ormai estinto per intervenuta prescrizione.

Il Ricorso del Procuratore e la questione sulla prescrizione furto aggravato

Il Procuratore generale presso la Corte d’appello ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso era uno solo, ma decisivo: la violazione dell’art. 157 del codice penale, che disciplina appunto la prescrizione. Secondo il ricorrente, il Tribunale aveva commesso un errore nel calcolare il termine di prescrizione. Per il reato di furto pluriaggravato contestato, che prevede una pena massima di dieci anni di reclusione, il termine massimo di prescrizione non poteva essere quello applicato, ma uno ben più lungo, pari a dodici anni e sei mesi. Di conseguenza, alla data della sentenza di primo grado, il reato non era affatto prescritto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno sottolineato che il reato contestato agli imputati, a causa della presenza di due specifiche aggravanti (previste dall’art. 625, nn. 5 e 7 c.p.), prevede una pena edittale massima di dieci anni di reclusione. Questo dato è fondamentale per il calcolo della prescrizione.

Il principio è chiaro: il tempo necessario a prescrivere un reato è pari al massimo della pena edittale stabilita dalla legge. In questo caso, con una pena massima di dieci anni, il termine di prescrizione è di gran lunga superiore a quello implicitamente considerato dal giudice di primo grado. La Corte ha evidenziato come il reato, commesso nel 2016, non fosse ancora prescritto al momento della decisione e non lo sarebbe neanche oggi.

L’aspetto più critico della sentenza impugnata, rilevato dalla Cassazione, è stata la totale assenza di motivazione riguardo all’eventuale insussistenza delle aggravanti. Il Tribunale, per poter applicare un termine di prescrizione più breve, avrebbe dovuto spiegare perché le aggravanti contestate non erano applicabili al caso di specie. In mancanza di tale motivazione, la decisione risultava viziata da un errore di diritto.

Conclusioni

Per questi motivi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale e ha disposto il rinvio del processo allo stesso ufficio giudiziario, ma con un collegio di giudici diverso. Il nuovo collegio dovrà riesaminare il caso, tenendo conto del principio di diritto stabilito dalla Cassazione: il calcolo della prescrizione furto aggravato deve correttamente considerare la pena massima prevista in ragione delle aggravanti contestate, a meno che non si motivi adeguatamente la loro esclusione. La decisione ribadisce l’obbligo di motivazione per i giudici e garantisce che i reati gravi non vengano archiviati prematuramente a causa di errori di calcolo.

Come si calcola la prescrizione per il furto pluriaggravato?
La prescrizione si calcola in base al massimo della pena prevista per il reato. Nel caso di furto con le aggravanti contestate, la pena massima è di dieci anni di reclusione, il che comporta un termine di prescrizione massimo di dodici anni e sei mesi.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché il Tribunale ha calcolato in modo errato il termine di prescrizione, non tenendo conto dell’aumento derivante dalle circostanze aggravanti e omettendo qualsiasi motivazione sulla loro eventuale insussistenza.

Cosa succede dopo l’annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione?
Il processo torna al Tribunale di Avezzano, che dovrà celebrare un nuovo giudizio davanti a una diversa composizione di giudici. Questi ultimi dovranno attenersi ai principi di diritto stabiliti dalla Corte di Cassazione, in particolare sul corretto calcolo della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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