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Prescrizione frode assicurativa: quando si estingue

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per frode assicurativa a causa dell’intervenuta prescrizione del reato. Nonostante una condanna in primo e secondo grado, la Suprema Corte ha accolto il ricorso degli imputati, stabilendo che il reato si era estinto prima della sentenza d’appello. La decisione sottolinea l’importanza del corretto calcolo dei termini di prescrizione, che costituisce un valido motivo di ricorso. La sentenza chiarisce che la prescrizione frode assicurativa decorre dalla ricezione della richiesta di risarcimento da parte dell’assicurazione e che, una volta estinto il reato, la condanna penale deve essere annullata, pur confermando le statuizioni civili a favore della parte lesa.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Frode Assicurativa: la Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 43660/2024) ha riaffermato un principio fondamentale del diritto penale: l’estinzione del reato per decorso del tempo. Il caso in esame riguarda una condanna per truffa ai danni di una compagnia assicurativa, annullata proprio per intervenuta prescrizione frode assicurativa prima ancora che venisse emessa la sentenza d’appello. Questa decisione offre importanti spunti sulla decorrenza dei termini e sulla possibilità di far valere la prescrizione anche in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Due soggetti venivano condannati in primo grado e successivamente in Corte d’Appello per il reato di frode assicurativa, previsto dall’art. 642 del codice penale. L’accusa era di aver denunciato un falso sinistro al fine di ottenere un indebito risarcimento da parte della propria compagnia assicuratrice. Nonostante la conferma della condanna in secondo grado, gli imputati decidevano di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico ma decisivo motivo: l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.

Il Motivo del Ricorso e la Prescrizione Frode Assicurativa

La difesa degli imputati sosteneva che il reato fosse già prescritto al momento della pronuncia della sentenza d’appello. Il nodo centrale della questione era il calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato. Secondo la legge, il reato di frode assicurativa si prescrive in sei anni. Tale termine, in presenza di atti interruttivi (come la richiesta di rinvio a giudizio), può essere aumentato fino a un massimo di un quarto, portando il tempo totale a sette anni e sei mesi.

I ricorrenti hanno eccepito che, anche considerando le sospensioni previste per l’emergenza pandemica e per un legittimo impedimento del difensore, il termine massimo era comunque spirato prima della decisione dei giudici di secondo grado.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso, procedendo a un’analisi dettagliata del calcolo della prescrizione. In primo luogo, ha ribadito un principio consolidato, anche dalle Sezioni Unite: è ammissibile il ricorso per cassazione con cui si deduce l’estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata, anche se il giudice di merito non l’ha rilevata.

Il punto cruciale, come indicato dalla Corte, è il momento in cui il reato si considera consumato. Per la frode assicurativa, questo momento coincide con la ricezione della richiesta di risarcimento del danno da parte della compagnia assicuratrice. Nel caso di specie, tale evento si era verificato il 29 ottobre 2015. Partendo da questa data, il termine di prescrizione di sette anni e sei mesi sarebbe scaduto il 29 aprile 2023.

Considerando le sospensioni intervenute (per la pandemia e per l’adesione del difensore a un’astensione), la Corte ha calcolato che la data finale della prescrizione era comunque anteriore al 19 aprile 2024, giorno in cui la Corte d’Appello aveva emesso la sua sentenza. Di conseguenza, al momento della decisione di secondo grado, il reato era già estinto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, dichiarando l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Tuttavia, in linea con l’orientamento costante, ha confermato le statuizioni civili. Questo significa che, sebbene la condanna penale sia venuta meno, gli imputati restano obbligati a risarcire il danno liquidato in favore della compagnia assicurativa. La sentenza evidenzia l’importanza cruciale della vigilanza sui termini processuali, dimostrando come la prescrizione possa determinare l’esito di un procedimento penale anche nelle sue fasi più avanzate.

Quando si consuma il reato di frode assicurativa?
Il reato di frode assicurativa si consuma nel momento in cui la compagnia assicuratrice riceve la richiesta di risarcimento del danno.

È possibile ricorrere in Cassazione se il reato è prescritto ma il giudice di merito non lo ha dichiarato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è ammissibile il ricorso con cui si deduce l’estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata, anche se erroneamente non dichiarata dal giudice precedente.

L’annullamento della sentenza penale per prescrizione cancella anche gli obblighi di risarcimento del danno?
No. Come specificato nella sentenza, l’annullamento della condanna penale per prescrizione non travolge le statuizioni civili, che vengono confermate. Pertanto, l’obbligo di risarcire il danno alla parte lesa rimane valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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