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Prescrizione frode assicurativa: quando si calcola?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19095/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante una condanna per frode assicurativa. La Corte ha confermato la corretta individuazione del momento consumativo del reato e il conseguente calcolo dei termini di prescrizione, stabilendo che questi non erano ancora decorsi alla data dell’udienza. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Frode Assicurativa: la Cassazione Chiarisce il Calcolo del Termine

In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di prescrizione frode assicurativa, fornendo chiarimenti cruciali sul calcolo dei termini. La decisione sottolinea l’importanza di individuare correttamente il tempus commissi delicti, ovvero il momento esatto in cui il reato si considera commesso, per determinare se sia intervenuta o meno l’estinzione del reato. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano per il reato di frode assicurativa, previsto dall’articolo 642 del codice penale. L’unico motivo di ricorso sollevato dalla difesa riguardava la presunta violazione di legge in merito alla mancata declaratoria di prescrizione del reato. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avrebbero errato nell’individuare la data di commissione del reato, con conseguente errore nel calcolo del termine di prescrizione.

La difesa sosteneva che, se il termine fosse stato calcolato correttamente, il reato si sarebbe già estinto per il decorso del tempo. La questione centrale, quindi, verteva interamente sulla corretta interpretazione delle norme che regolano la consumazione del reato e la conseguente decorrenza dei termini prescrittivi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ritenuto che i motivi presentati dal ricorrente non fossero altro che una riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, nella sentenza impugnata, aveva già fornito una motivazione giuridicamente ineccepibile sulla questione.

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi giudicati inammissibili.

Le Motivazioni: Il Calcolo della Prescrizione della Frode Assicurativa

Il cuore della decisione risiede nella conferma del ragionamento seguito dai giudici di merito per calcolare la prescrizione frode assicurativa. La Corte d’Appello aveva correttamente individuato il momento di consumazione del reato nella data dell’8 agosto 2016. Questa data è stata scelta perché la prima acquisizione della documentazione falsa prodotta dall’imputato era avvenuta nel giugno 2016, cristallizzando così il momento delittuoso.

Partendo da questa data, la Cassazione ha ripercorso il calcolo:
1. Pena massima: Il delitto di frode assicurativa (art. 642 c.p.) prevede una pena massima di cinque anni.
2. Termine di prescrizione base: Ai sensi dell’art. 157 c.p., il termine di prescrizione ordinario è pari al massimo della pena edittale, e comunque non inferiore a sei anni per i delitti. Quindi, in questo caso, 6 anni.
3. Interruzione: A questo termine base si aggiunge un aumento di un quarto (1/4) in caso di atti interruttivi, come previsto dall’art. 161 c.p.
4. Sospensione: Nel caso specifico, si è tenuto conto anche di un periodo di 60 giorni di sospensione del corso della prescrizione, dovuto a un legittimo impedimento del difensore.

Sommando tutti questi periodi (6 anni + 1/4 + 60 giorni di sospensione), il termine massimo di prescrizione è stato fissato all’8 aprile 2024. Poiché l’udienza in Cassazione si è tenuta il 19 marzo 2024, il reato non era ancora prescritto. La Corte ha quindi concluso che il ricorso era infondato e doveva essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di prescrizione: la corretta individuazione del tempus commissi delicti è il presupposto indispensabile per ogni calcolo successivo. Nel caso della frode assicurativa, il momento rilevante è quello in cui si concretizza la condotta fraudolenta, come la presentazione di documentazione falsa. La pronuncia serve da monito sulla non ammissibilità di ricorsi che si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza addurre nuovi e validi motivi di diritto. La decisione conferma la solidità dell’impianto accusatorio e la correttezza del giudizio dei tribunali di merito.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di frode assicurativa secondo questa ordinanza?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il reato si considera consumato. In questo caso specifico, è stato identificato con la data in cui è avvenuta la prima acquisizione della documentazione falsa presentata dall’imputato.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte con argomenti giuridici corretti dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi profili di illegittimità.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte il cui ricorso viene dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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