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Prescrizione estradizione: la Cassazione nega la consegna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che concedeva l’estradizione di un cittadino straniero, richiesta per reati di rapina aggravata. Il motivo è la maturata prescrizione estradizione secondo la legge italiana. La Corte ha stabilito che, in base al trattato bilaterale, la consegna va rifiutata se il reato è prescritto in uno dei due Stati al momento della richiesta, calcolando il termine secondo la legge vigente all’epoca del fatto.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Estradizione: La Cassazione Annulla la Consegna per Decorrenza dei Termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31919/2025, ha affrontato un importante caso in materia di prescrizione estradizione, annullando la decisione di una Corte di Appello che aveva dato il via libera alla consegna di un cittadino straniero al Perù. La pronuncia ribadisce principi fondamentali sul calcolo dei termini di prescrizione nelle procedure di cooperazione giudiziaria internazionale, affermando il primato della normativa interna come causa ostativa alla consegna.

Il Caso: Richiesta di Estradizione e la Decisione della Corte d’Appello

Un cittadino di nazionalità peruviana era stato oggetto di una richiesta di estradizione da parte della Repubblica del Perù per essere processato per reati di rapina aggravata dall’uso di armi, commessi nel corso dell’anno 2000.

La Corte di Appello di Roma, con una sentenza emessa nell’aprile 2025, aveva dichiarato sussistenti le condizioni per l’estradizione, accogliendo la richiesta delle autorità peruviane. Contro questa decisione, la difesa dell’uomo ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali: l’avvenuta prescrizione dei reati secondo la legge italiana e il rischio di trattamenti disumani e degradanti nel paese richiedente.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione della Prescrizione Estradizione

Il fulcro del ricorso si è concentrato sul primo motivo, ritenuto dalla Suprema Corte assorbente e sufficiente per decidere il caso. La difesa ha sostenuto che i reati contestati, commessi tra gennaio e maggio del 2000, fossero ormai prescritti secondo la legge italiana vigente all’epoca dei fatti.

Secondo l’argomentazione difensiva, il termine massimo di prescrizione era decorso prima ancora che venisse attivata la procedura di estradizione in Italia. Questo, indipendentemente da eventuali atti interruttivi o sospensivi verificatisi in Perù, rendeva la richiesta di consegna inammissibile.

La Valutazione della Prescrizione nell’Estradizione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva, offrendo una chiara disamina dei principi che regolano la prescrizione estradizione.

I Riferimenti Normativi

La Corte ha fondato la sua decisione sull’art. 4 del Trattato di estradizione tra Italia e Perù (ratificato con L. 135/2004). Tale norma prevede l’obbligo di rifiutare la consegna se, alla data di ricevimento della richiesta, il reato o la pena sono prescritti secondo la legge di una delle due Parti. Si tratta di una causa di rifiuto obbligatoria, la cui verifica spetta all’autorità giudiziaria dello Stato richiesto (in questo caso, l’Italia).

Il Principio del ‘Tempus Regit Actum’

Un punto cruciale della decisione riguarda la legge applicabile per il calcolo. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione della prescrizione deve essere effettuata applicando la legge vigente al momento della commissione del fatto (principio del tempus regit actum). Per i reati contestati, commessi nel 2000, si doveva quindi fare riferimento agli articoli 157 e 161 del codice penale nel testo antecedente alla riforma del 2005.

Il Calcolo dei Termini

La normativa dell’epoca stabiliva per la rapina aggravata (punita con una pena fino a venti anni) un termine di prescrizione ordinario di quindici anni. Le interruzioni non potevano prolungare questo termine ‘oltre la metà’, portando il termine massimo a ventidue anni e sei mesi.

L’ultimo reato contestato era stato commesso il 5 maggio 2000. Di conseguenza:
– Il termine ordinario di 15 anni è scaduto il 5 maggio 2015.
– Il termine massimo di prescrizione è maturato il 15 novembre 2022.

Il momento finale da considerare per la verifica della prescrizione è quello in cui la procedura di estradizione viene attivata nello Stato richiesto, ovvero la data della domanda di arresto a fini estradizionali (in questo caso, il 6 marzo 2023). Poiché tale data è successiva al termine massimo di prescrizione (novembre 2022), il reato era irrimediabilmente estinto per la legge italiana.

Le Motivazioni

La Cassazione ha chiarito che il decorso del termine massimo di prescrizione rappresenta un ostacolo insormontabile alla consegna. Il Trattato bilaterale impone di negare l’estradizione quando il reato è prescritto secondo la legge di una delle due nazioni. Nel caso di specie, essendo il reato prescritto secondo la legge italiana, la Corte di Appello avrebbe dovuto rifiutare la consegna. La Suprema Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata senza rinvio, respingendo la domanda di estradizione. La decisione evidenzia come il calcolo della prescrizione debba tenere conto della normativa interna italiana e che tale causa estintiva, se maturata, prevale sulla richiesta di cooperazione internazionale, in applicazione delle convenzioni stesse.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio fondamentale nel diritto estradizionale: la prescrizione è una causa obbligatoria di rifiuto della consegna. La verifica spetta al giudice italiano, che deve applicare la normativa nazionale vigente all’epoca del reato, individuando correttamente il termine iniziale e quello finale. La decisione sottolinea l’importanza di un’attenta analisi dei termini procedurali e sostanziali, garantendo che nessuno possa essere consegnato a un altro Stato per un reato che l’ordinamento italiano considera ormai estinto per il decorso del tempo.

Quando va rifiutata una richiesta di estradizione per prescrizione?
La consegna deve essere rifiutata se, alla data di ricevimento della richiesta di estradizione, l’azione penale o la pena sono prescritte secondo la legge dello Stato richiesto (Italia) o dello Stato richiedente (in questo caso, Perù).

Quale legge si applica per calcolare la prescrizione in un caso di estradizione?
Si applica la legge in vigore al momento in cui il reato è stato commesso, in base al principio ‘tempus regit actum’. La valutazione deve essere effettuata secondo la normativa dello Stato richiesto e di quello richiedente.

Qual è il momento finale da considerare per il calcolo della prescrizione in materia di estradizione?
Il termine finale per il calcolo è la data in cui perviene la domanda estradizionale o quella dell’arresto a fini estradizionali, poiché questi atti costituiscono l’inizio della procedura di estradizione nello Stato richiesto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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