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Prescrizione e Riforma Orlando: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione rigetta un ricorso straordinario, chiarendo il calcolo della prescrizione per un reato contravvenzionale commesso nel 2019. Applicando i principi della “Prescrizione e Riforma Orlando”, come stabilito dalle Sezioni Unite, la Corte ha calcolato il termine massimo, includendo la sospensione processuale, e ha concluso che il reato non era ancora estinto al momento della decisione impugnata. La sentenza sottolinea la corretta applicazione delle norme succedutesi nel tempo.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Riforma Orlando: la Cassazione fa chiarezza sul calcolo

La corretta applicazione delle norme sulla Prescrizione e Riforma Orlando torna al centro di una recente pronuncia della Corte di Cassazione. Con la sentenza in esame, i giudici hanno rigettato un ricorso straordinario, fornendo un’analisi dettagliata del calcolo del termine di prescrizione per i reati commessi in un particolare arco temporale, oggetto di diverse modifiche legislative. Questa decisione, basata su un precedente intervento delle Sezioni Unite, consolida un importante principio di diritto temporale.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna per un reato contravvenzionale, commesso il 10 gennaio 2019. L’imputata, dopo aver visto rigettato il suo ricorso in Cassazione, ha proposto un ricorso straordinario per errore di fatto. Sosteneva che la Corte avesse erroneamente omesso di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, che, a suo avviso, sarebbe maturata il 10 gennaio 2024. La sua tesi si basava su un calcolo che non teneva conto delle complesse norme sulla sospensione introdotte dalle recenti riforme.

La Questione Giuridica: Il Calcolo della Prescrizione e Riforma Orlando

Il cuore della questione risiedeva nell’individuare la disciplina applicabile alla sospensione della prescrizione per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. Questo periodo è stato interessato da una successione di leggi: la Legge Orlando (L. 103/2017), la Riforma Bonafede (L. 3/2019) e la successiva L. 134/2021. Il contrasto giurisprudenziale sorto su quale di queste normative dovesse prevalere aveva reso necessario l’intervento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Con la notizia di decisione n. 19/2024, le Sezioni Unite hanno risolto il dubbio, stabilendo che per i reati commessi in quel preciso intervallo temporale, si applica la disciplina sulla sospensione prevista dalla Legge Orlando, in quanto regime più favorevole per l’imputato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte, nel decidere il ricorso, ha seguito fedelmente l’insegnamento delle Sezioni Unite. Ha quindi applicato le regole della Prescrizione e Riforma Orlando per calcolare il termine esatto.

Il reato contravvenzionale in questione prevedeva un termine di prescrizione massimo di cinque anni. Partendo dalla data del commesso delitto (10 gennaio 2019), il termine base sarebbe scaduto il 10 gennaio 2024.

Tuttavia, a questo periodo doveva essere aggiunto il periodo di sospensione previsto dall’art. 159, comma 2, c.p., come modificato dalla Legge Orlando. Tale norma sospende il corso della prescrizione dal termine per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza d’appello, per un tempo massimo di un anno e sei mesi.

Nel caso specifico:
1. La sentenza di primo grado è stata depositata il 27 febbraio 2023.
2. La sentenza di appello è stata pronunciata il 15 dicembre 2023.

Considerando questo periodo di sospensione, la Corte ha ricalcolato il termine finale di prescrizione, fissandolo al 28 ottobre 2024.

Poiché la decisione impugnata era stata emessa il 3 maggio 2024, era evidente che a quella data il reato non era ancora prescritto. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non era incorsa in alcun errore di fatto, ma aveva correttamente applicato la legge vigente e l’interpretazione fornita dalle Sezioni Unite.

Conclusioni

La sentenza rigetta il ricorso, confermando che il calcolo della prescrizione deve tenere conto della specifica disciplina applicabile ratione temporis. La decisione ribadisce la fondamentale importanza dei principi stabiliti dalle Sezioni Unite per garantire l’uniformità dell’interpretazione giuridica. Per i reati commessi tra l’agosto 2017 e la fine del 2019, la Legge Orlando rappresenta il faro normativo per la sospensione dei termini, un punto fermo che offre certezza sia agli operatori del diritto che ai cittadini. Il ricorso è stato quindi respinto, con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Quale disciplina sulla prescrizione si applica ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019?
Per i reati commessi in questo arco temporale, si applica la disciplina sulla sospensione della prescrizione prevista dalla Legge n. 103/2017 (c.d. Riforma Orlando), come stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Come si calcola la sospensione della prescrizione secondo la Riforma Orlando?
Il corso della prescrizione è sospeso per un periodo massimo di un anno e sei mesi, a partire dal termine previsto per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza che definisce il grado successivo di giudizio.

Un errore nel calcolo della prescrizione può essere considerato un ‘errore di fatto’ per un ricorso straordinario?
No, se l’errore deriva da una valutazione giuridica o dall’interpretazione di norme, come in questo caso. Il ricorso straordinario per errore di fatto è ammissibile solo quando la decisione si basa su un errore puramente percettivo, come una svista nella lettura di un atto processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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