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Prescrizione e recidiva: il tempo non cancella il reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, stabilendo un principio fondamentale sul calcolo della prescrizione. Anche se la recidiva viene considerata meno grave delle attenuanti nel determinare la pena (giudizio di subvalenza), essa rileva pienamente per calcolare il tempo necessario a estinguere il reato, estendendolo. In questo caso, il reato non era ancora prescritto.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Recidiva: Quando il Passato Influenza il Futuro del Reato

L’istituto della prescrizione nel diritto penale rappresenta un punto di equilibrio tra l’esigenza di punire i reati e la necessità di certezza giuridica. Tuttavia, il calcolo dei termini può diventare complesso in presenza di circostanze aggravanti come la recidiva. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la recidiva, anche se considerata meno rilevante delle attenuanti ai fini della pena, incida in modo decisivo sui tempi necessari per l’estinzione del reato.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per un reato legato agli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90), commesso nel febbraio 2016. Durante il processo, i giudici avevano riconosciuto le circostanze attenuanti generiche come prevalenti sulla recidiva specifica e infraquinquennale contestata all’imputato. Nonostante ciò, l’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, sostenendo che il reato si fosse estinto per intervenuta prescrizione.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione

Il nodo centrale del ricorso riguardava l’interpretazione delle norme sulla prescrizione in rapporto al bilanciamento delle circostanze. L’appellante riteneva che, avendo i giudici di merito considerato la sua recidiva ‘soccombente’ rispetto alle attenuanti, questa non dovesse più influenzare il calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato. Se così fosse stato, il termine di prescrizione ordinario sarebbe già decorso, portando all’estinzione del procedimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, ribadendo un principio consolidato in giurisprudenza. I giudici hanno spiegato che il giudizio di bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, previsto dall’art. 69 del codice penale, ha effetto solo sulla determinazione della pena concreta da infliggere. Al contrario, il calcolo del tempo necessario per la prescrizione segue regole diverse e autonome.
L’articolo 157, comma 3, del codice penale, infatti, esclude espressamente che il bilanciamento delle circostanze possa incidere sulla determinazione della pena massima del reato, che è la base per calcolare la prescrizione. Di conseguenza, la presenza di una recidiva qualificata, come quella contestata nel caso di specie, comporta un aumento della metà del termine di prescrizione base, indipendentemente dal fatto che venga poi ‘neutralizzata’ dalle attenuanti in fase di commisurazione della pena.
Nel caso specifico, il termine base di sei anni è stato aumentato a nove anni. Poiché il reato era stato commesso nel 2016, al momento della sentenza d’appello (ottobre 2023) il termine di nove anni non era ancora trascorso.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma che la recidiva ha un ‘doppio effetto’ nel processo penale: uno potenziale sulla pena e uno automatico sulla prescrizione. Anche se un imputato recidivo beneficia di un trattamento sanzionatorio mite grazie alle attenuanti, non può sfuggire all’allungamento dei tempi di estinzione del reato. Questa ordinanza rafforza l’idea che la valutazione della pericolosità sociale del reo, implicita nel riconoscimento della recidiva, ha conseguenze durature che vanno oltre la mera quantificazione della condanna, incidendo sulla stessa procedibilità dell’azione penale nel tempo.

Come incide la recidiva sul calcolo della prescrizione?
La recidiva qualificata comporta un aumento del termine di prescrizione. Ad esempio, per i delitti, l’aumento è della metà del tempo base previsto dalla legge.

Il bilanciamento tra attenuanti e recidiva influisce sulla prescrizione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il bilanciamento delle circostanze (art. 69 c.p.) è irrilevante per il calcolo della prescrizione. La presenza della recidiva allunga i termini a prescindere dal fatto che sia ritenuta prevalente, equivalente o subvalente alle attenuanti.

Qual è stata la decisione finale della Corte nel caso esaminato?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, poiché il reato non era estinto per prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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