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Prescrizione e Legge Orlando: quando si sospende?

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sulla prescrizione del reato di guida in stato di ebbrezza. Il caso chiarisce l’applicazione della Legge Orlando, confermando che il termine di prescrizione si sospende tra la sentenza di primo e secondo grado, anche per i reati commessi prima delle riforme più recenti. La Corte ha stabilito che la prescrizione non era maturata, applicando un periodo di sospensione specifico.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: La Cassazione e l’Impatto della Legge Orlando

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i criteri per il calcolo della prescrizione del reato, con particolare riferimento alla disciplina transitoria introdotta dalla cosiddetta ‘Legge Orlando’ (L. 103/2017). La decisione offre un importante chiarimento su come operi la sospensione dei termini tra un grado di giudizio e l’altro per i fatti commessi in un preciso arco temporale, respingendo la tesi difensiva che riteneva il reato ormai estinto.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la condanna di un imputato per i reati di ricettazione e guida in stato di ebbrezza. La difesa sosteneva che il reato contravvenzionale di guida in stato di ebbrezza, commesso il 16 marzo 2019, si fosse prescritto il 16 agosto 2024, data anteriore alla pronuncia della sentenza d’appello.

La tesi difensiva si basava su un calcolo del termine massimo di prescrizione senza tenere conto delle specifiche norme sulla sospensione introdotte dalla Legge Orlando, applicabili al caso di specie.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicando la doglianza della difesa ‘manifestamente infondata’. I giudici hanno confermato la piena validità della sentenza d’appello, stabilendo che, alla data della sua emissione (6 dicembre 2024), il termine di prescrizione non era ancora decorso.

La decisione si fonda su un’attenta analisi della successione delle leggi nel tempo e sull’interpretazione fornita da una recente e autorevole sentenza delle Sezioni Unite della stessa Corte.

Le Motivazioni: Il Calcolo della Prescrizione del Reato

Il cuore della motivazione risiede nel corretto calcolo della prescrizione del reato. La Corte spiega che il fatto, essendo stato commesso nel marzo 2019, ricade pienamente nell’ambito di applicazione della Legge Orlando, valida per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Questa legge ha introdotto una specifica causa di sospensione del corso della prescrizione. In particolare, il termine rimane sospeso:
1. Dal termine previsto per il deposito della sentenza di primo grado fino alla pronuncia della sentenza d’appello, per un tempo massimo di un anno e sei mesi.
2. Dal termine per il deposito della sentenza d’appello fino alla pronuncia della sentenza definitiva, per un ulteriore periodo massimo di un anno e sei mesi.

La Cassazione, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 20989/2025), ha sottolineato che questa disciplina continua ad applicarsi ai reati di quel periodo, anche a seguito delle modifiche normative successive (L. 134/2021).

Nel caso specifico, trattandosi di un reato contravvenzionale, il termine massimo di prescrizione è di 5 anni. A questo periodo, però, deve essere aggiunto il tempo di sospensione intercorso tra la pronuncia di primo grado (13/11/2023) e quella di secondo grado. Questo periodo è stato calcolato in un anno e ventitré giorni. Di conseguenza, la prescrizione non sarebbe maturata prima di aprile 2025, rendendo la tesi difensiva errata.

Conclusioni

L’ordinanza consolida un principio fondamentale per gli operatori del diritto: la disciplina della prescrizione del reato è soggetta a un regime complesso, influenzato dalla data di commissione del fatto. Per i reati commessi tra agosto 2017 e dicembre 2019, è indispensabile applicare i meccanismi di sospensione previsti dalla Legge Orlando. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di un calcolo accurato dei termini, che tenga conto di tutte le sospensioni legali, al fine di evitare la proposizione di ricorsi destinati all’inammissibilità.

Come incide la ‘Legge Orlando’ sulla prescrizione per i reati commessi tra il 2017 e il 2019?
La ‘Legge Orlando’ (L. n. 103/2017) ha introdotto una sospensione del corso della prescrizione tra la sentenza di primo grado e quella di secondo grado, per un periodo massimo di un anno e sei mesi. Questa ordinanza conferma che tale regola si applica a tutti i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Perché il ricorso basato sulla prescrizione è stato respinto?
Il ricorso è stato respinto perché la difesa non ha calcolato correttamente il termine di prescrizione. Al termine base di cinque anni per il reato contravvenzionale doveva essere aggiunto il periodo di sospensione tra la sentenza di primo e secondo grado (in questo caso, un anno e ventitré giorni), posticipando la data di estinzione del reato ad aprile 2025.

Qual è stato il ruolo della sentenza delle Sezioni Unite citata nel provvedimento?
La sentenza delle Sezioni Unite (n. 20989/2025) ha avuto un ruolo decisivo, in quanto ha stabilito in modo definitivo che le norme sulla sospensione della prescrizione introdotte dalla Legge Orlando continuano ad essere applicabili ai reati commessi nel periodo 2017-2019, anche dopo le riforme legislative successive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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