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Prescrizione e Legge Orlando: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3766/2025, interviene su un caso di prescrizione di un reato commesso nel 2018. Pur confermando l’interpretazione della Corte d’Appello sull’applicabilità della Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando), la Corte annulla la condanna. La motivazione risiede nel fatto che, al momento del ricorso, esisteva un legittimo contrasto giurisprudenziale sulla norma applicabile. Tale contrasto ha reso il ricorso ammissibile, consentendo alla prescrizione di maturare nel tempo necessario per giungere alla decisione finale della Suprema Corte.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Legge Orlando: la Cassazione fa chiarezza

La disciplina della prescrizione nel diritto penale è da sempre oggetto di riforme e dibattiti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3766 del 2025, offre un importante chiarimento sull’applicazione delle norme introdotte dalla cosiddetta Riforma Orlando (legge n. 103/2017) per i reati commessi in un preciso arco temporale, risolvendo un significativo contrasto giurisprudenziale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un imputato per un reato previsto dall’art. 707 del codice penale, commesso nell’aprile del 2018. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Roma, veniva confermata dalla Corte d’Appello nel maggio 2024. In sede di appello, sia l’accusa che la difesa avevano richiesto il proscioglimento per intervenuta prescrizione. Tuttavia, la Corte territoriale aveva rigettato la richiesta, ritenendo applicabile al caso una sospensione del termine di prescrizione di un anno e sei mesi, come previsto dalla Legge n. 103/2017.

Il Ricorso in Cassazione e il Contrasto Giurisprudenziale sulla Prescrizione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge penale. La difesa sosteneva che dovesse trovare applicazione una disciplina più favorevole, richiamando un’interpretazione diversa offerta da un’altra sezione della stessa Corte di Cassazione. Il nodo della questione era un contrasto interpretativo sorto in giurisprudenza riguardo a quale regime di prescrizione si dovesse applicare ai reati commessi tra l’entrata in vigore della Riforma Orlando (agosto 2017) e quella della Riforma Cartabia (gennaio 2020).

La Decisione delle Sezioni Unite e l’Impatto sulla Prescrizione

La questione, data la sua importanza e il contrasto sorto, è stata rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Con un’informazione provvisoria del dicembre 2024, le Sezioni Unite hanno risolto il dilemma, stabilendo un chiaro criterio temporale:

* Per i reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019, si applica la disciplina della Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando).
* Per i reati commessi a partire dal 1° gennaio 2020, si applica la nuova disciplina della Legge n. 134/2021 (Riforma Cartabia).

Questa decisione ha confermato che l’interpretazione seguita dalla Corte d’Appello nel caso di specie era, in linea di principio, corretta.

Le Motivazioni

Nonostante la correttezza dell’interpretazione della Corte d’Appello alla luce del successivo intervento delle Sezioni Unite, la Cassazione ha accolto il ricorso e annullato la sentenza. La motivazione è sottile ma cruciale: al momento della proposizione del ricorso, il contrasto giurisprudenziale era reale e non ancora risolto. Di conseguenza, il ricorso non poteva essere considerato inammissibile o pretestuoso. L’esistenza di un dibattito interpretativo legittimo ha reso l’impugnazione valida. Questa validità ha permesso al processo di proseguire fino alla decisione della Cassazione.

Le Conclusioni

La Suprema Corte, una volta stabilita l’ammissibilità del ricorso, ha proceduto a ricalcolare i termini di prescrizione fino alla data della propria udienza (dicembre 2024). A quel punto, anche tenendo conto della sospensione prevista dalla Legge Orlando, il tempo massimo per punire il reato era definitivamente trascorso. Per questo motivo, la Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato estinto per prescrizione. La sentenza sottolinea un principio fondamentale: un ricorso basato su un fondato e aperto contrasto giurisprudenziale è uno strumento valido che, mantenendo in vita il processo, può portare a un esito favorevole per l’imputato qualora, nel frattempo, maturi il termine di prescrizione.

Quale legge regola la prescrizione per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019?
Per i reati commessi in tale periodo, si applica la disciplina sulla sospensione della prescrizione prevista dalla legge n. 103 del 2017 (c.d. Riforma Orlando).

Perché la Cassazione ha annullato la condanna se l’interpretazione della Corte d’Appello era corretta?
La Cassazione ha annullato la condanna perché, al momento in cui è stato presentato il ricorso, esisteva un legittimo contrasto interpretativo sulla norma da applicare. Questo ha reso il ricorso ammissibile e, nel tempo trascorso per arrivare alla decisione finale, il termine di prescrizione del reato è maturato.

Cosa significa ‘annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescrizione’?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato in via definitiva la sentenza di condanna. Il procedimento penale si conclude e non ci sarà un nuovo processo, poiché lo Stato ha perso il diritto di punire l’imputato a causa del tempo trascorso dalla commissione del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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