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Prescrizione e assoluzione: quando il giudice decide?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che, a fronte della dichiarazione di prescrizione per il reato di porto d’armi, chiedeva l’assoluzione nel merito per insufficienza di prove. La Suprema Corte ha chiarito che il proscioglimento nel merito prevale sulla prescrizione solo quando l’innocenza emerge dagli atti in modo palese e inconfutabile (‘ictu oculi’), senza necessità di alcuna valutazione probatoria. In questo caso, la tesi difensiva era solo una congettura e non una prova evidente, pertanto la declaratoria di prescrizione è stata correttamente confermata.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Assoluzione: Quando Prevale la Causa di Estinzione del Reato?

Il rapporto tra prescrizione e assoluzione rappresenta un nodo cruciale del diritto processuale penale. Un imputato il cui reato è ormai prescritto ha diritto a ottenere una piena assoluzione nel merito? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1715 del 2025, torna su questo tema, ribadendo un principio fondamentale: l’assoluzione prevale solo se le prove dell’innocenza sono talmente evidenti da non richiedere alcuna valutazione discrezionale da parte del giudice.

I Fatti del Processo: La Cessione di un’Arma

Il caso riguarda un uomo imputato per aver ricevuto dal fratello un coltello con una lama di 6 centimetri. La consegna sarebbe avvenuta il 12 aprile 2016 presso un distributore di benzina, a margine di un’aggressione perpetrata dal fratello ai danni di un’altra persona. L’intera scena, compreso il passaggio di un ‘oggetto di forma allungata’, veniva ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del distributore.

Due giorni dopo, l’imputato veniva sottoposto a una perquisizione personale durante la quale veniva trovato in possesso del coltello in questione. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello dichiaravano il reato estinto per intervenuta prescrizione.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Nonostante la prescrizione, l’imputato proponeva ricorso in Cassazione. La sua difesa sosteneva che le prove raccolte non erano sufficienti a dimostrare che l’oggetto ripreso dalle telecamere fosse effettivamente il coltello sequestrato due giorni dopo. Secondo il ricorrente, in assenza di una prova certa, egli avrebbe dovuto essere assolto nel merito con formula piena, anziché beneficiare della sola prescrizione. Si contestava, in sostanza, che la Corte d’Appello avesse disatteso le emergenze probatorie che, a dire della difesa, non consentivano di collegare con certezza i due eventi.

Il Principio di Diritto su prescrizione e assoluzione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici hanno richiamato il consolidato orientamento giurisprudenziale, in particolare quello delle Sezioni Unite (sentenza Tettamanti del 2009), che regola la gerarchia tra cause di proscioglimento. Secondo l’articolo 129, comma 2, del codice di procedura penale, in presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione, il giudice può pronunciare una sentenza di assoluzione solo se le circostanze idonee a escludere l’esistenza del fatto, la sua commissione da parte dell’imputato o la sua rilevanza penale emergono dagli atti in modo ‘assolutamente non contestabile’.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha specificato che l’assoluzione in questi casi deve derivare da una ‘constatazione’ quasi automatica, una percezione ‘ictu oculi’ (a colpo d’occhio) dell’innocenza, incompatibile con qualsiasi necessità di ‘apprezzamento’, ovvero di una valutazione ponderata delle prove. Nel caso di specie, l’ipotesi difensiva secondo cui l’oggetto scambiato non fosse il coltello era stata definita una mera ‘congettura’. Le prove esistenti (il contesto dell’aggressione, la forma dell’oggetto, il successivo ritrovamento del coltello) non permettevano di escludere ‘plausibilmente’ la colpevolezza. Pertanto, per decidere sarebbe stata necessaria una vera e propria valutazione probatoria, attività preclusa al giudice una volta accertata la prescrizione. La decisione dei giudici di merito di dichiarare il reato prescritto, senza procedere a un’assoluzione, è stata quindi ritenuta corretta.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cardine: la prescrizione è una causa di estinzione del reato che blocca l’accertamento di merito, a meno che l’innocenza non sia palese e indiscutibile. Non basta sollevare un dubbio o prospettare una spiegazione alternativa per ottenere un’assoluzione piena. L’imputato che si trova in questa situazione deve dimostrare che le prove a suo favore sono talmente schiaccianti da rendere superflua ogni ulteriore analisi. In mancanza di tale evidenza probatoria, la declaratoria di prescrizione rimane la via obbligata, con la conseguenza che il ricorso è stato rigettato e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali.

Un imputato può essere assolto anche se il suo reato è prescritto?
Sì, ma solo a condizione che le prove della sua innocenza siano talmente evidenti e inconfutabili da emergere ‘a colpo d’occhio’ dagli atti processuali, senza che sia necessaria alcuna attività di valutazione o interpretazione da parte del giudice.

Cosa significa che la prova dell’innocenza deve essere ‘ictu oculi’ per prevalere sulla prescrizione?
Significa che l’innocenza deve essere immediatamente percepibile, come una constatazione oggettiva. Se per giungere a un’assoluzione il giudice dovesse analizzare prove contrastanti, interpretare indizi o fare un ‘apprezzamento’ discrezionale, allora non può assolvere ma deve limitarsi a dichiarare la prescrizione del reato.

Perché in questo specifico caso la Cassazione ha negato l’assoluzione?
Perché l’argomento difensivo, secondo cui l’oggetto scambiato ripreso da una telecamera non fosse il coltello poi trovato, è stato considerato una semplice congettura e non una prova evidente di innocenza. Le circostanze del fatto non permettevano di escludere con certezza la colpevolezza, pertanto mancava quel presupposto di evidenza assoluta necessario per prosciogliere nel merito anziché dichiarare la prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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