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Prescrizione del reato: quando non si applica la Legge

Un individuo, condannato per truffa aggravata, ha ottenuto l’annullamento della sentenza in Cassazione per intervenuta prescrizione del reato. La Corte ha stabilito che la sospensione della prescrizione introdotta dalla L. 103/2017 non si applica ai reati commessi prima del 3 agosto 2017. Di conseguenza, il termine era già maturato prima della sentenza d’appello. Resta ferma la valutazione ai fini del risarcimento del danno civile.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: La Cassazione e i Limiti Temporali della Riforma Orlando

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, che sancisce l’estinzione di un illecito a causa del decorso del tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento cruciale sull’applicazione temporale delle norme che sospendono tale decorso, in particolare quelle introdotte con la Legge n. 103/2017 (nota come Riforma Orlando).

Il Caso in Esame: Truffa e Calcolo della Prescrizione

Il caso analizzato riguardava un soggetto condannato in primo e secondo grado per il delitto di truffa aggravata. L’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, eccezione: l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.

Secondo la difesa, il termine massimo di sette anni e sei mesi, pur tenendo conto di due periodi di sospensione per un totale di 74 giorni, era maturato il 28 gennaio 2025. Poiché la sentenza della Corte d’appello era stata emessa in data successiva (19 febbraio 2025), il reato doveva considerarsi estinto. La Corte d’appello, tuttavia, aveva rigettato l’eccezione, ritenendo applicabile la sospensione automatica della prescrizione prevista dalla Legge 103/2017 per la durata dei giudizi di impugnazione.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione del Reato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la sentenza di condanna. Il ragionamento dei giudici di legittimità è stato lineare e si è basato su un preciso criterio temporale. La Corte ha affermato che la conclusione della Corte d’appello era corretta in astratto, ma inapplicabile al caso concreto.

Il punto dirimente è la data di commissione del reato. L’illecito contestato era stato consumato il 15 maggio 2017. La disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta dalla Legge 103/2017, come chiarito da una recentissima pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione (dicembre 2024), si applica esclusivamente ai reati commessi a partire dal 3 agosto 2017.

Di conseguenza, per un reato commesso prima di tale data, non era possibile calcolare la sospensione ex lege applicata dalla Corte territoriale. Il calcolo corretto, basato solo sulle sospensioni specifiche e documentate, confermava che il termine di prescrizione era effettivamente scaduto prima della pronuncia d’appello.

Le Motivazioni: Il Principio di Irretroattività e la Giurisprudenza delle Sezioni Unite

La motivazione della Corte si fonda sul principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole. Le norme che allungano i tempi della prescrizione, come quelle sulla sospensione, hanno natura sostanziale e non possono essere applicate a fatti commessi prima della loro entrata in vigore. La Corte ha ribadito che il riferimento temporale è la data di commissione del reato, non la data di celebrazione del processo. Basandosi sulla pronuncia nomofilattica delle Sezioni Unite, ha quindi tracciato un confine netto: la sospensione della Riforma Orlando vale solo per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Le Conclusioni: Effetti Penali e Civili della Prescrizione

L’annullamento della sentenza per prescrizione estingue la responsabilità penale dell’imputato. Tuttavia, la Corte di Cassazione sottolinea che ciò non cancella gli effetti civili della condotta. Ai sensi dell’art. 578 del codice di procedura penale, il giudice, pur dichiarando il reato estinto, deve comunque pronunciarsi sulle domande di risarcimento del danno avanzate dalla parte civile. In questa fase, la valutazione dei fatti avviene secondo i criteri dell’illecito aquiliano (art. 2043 c.c.), che prevedono uno standard probatorio meno rigoroso: non più l'”alto grado di probabilità logica” (oltre ogni ragionevole dubbio) richiesto per la condanna penale, ma il criterio del “più probabile che non”. La ricostruzione dei fatti operata nei gradi di merito, se non contestata, resta valida come base per la decisione sulla responsabilità civile.

La sospensione della prescrizione introdotta dalla Legge 103/2017 si applica a tutti i reati?
No, secondo la Cassazione, la disciplina della sospensione prevista dalla L. 103/2017 si applica solo ai reati commessi nel periodo tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. Per i reati commessi prima di tale data, come nel caso di specie (15/05/2017), tale sospensione automatica non opera.

Cosa succede se un reato si prescrive dopo la condanna in primo grado ma prima della sentenza d’appello?
Se il reato si prescrive prima della sentenza d’appello, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio perché il reato è estinto. La responsabilità penale dell’imputato cessa di esistere.

L’estinzione del reato per prescrizione elimina anche l’obbligo di risarcire il danno?
No. Anche se il reato è prescritto, il giudice penale deve comunque decidere sulla domanda di risarcimento del danno presentata dalla parte civile. In questo caso, valuterà i fatti non più secondo le regole penali, ma secondo quelle dell’illecito civile (art. 2043 c.c.), che richiedono un criterio di prova meno rigoroso, ovvero il “più probabile che non”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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