LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione del reato: quando l’appello è ammissibile

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per il reato di rifiuto di fornire le generalità, stabilendo la sua estinzione per prescrizione. La sentenza chiarisce che l’appello, anche se limitato alla quantificazione della pena, rende ammissibile l’esame della prescrizione del reato. La Corte ha ricalcolato i termini, includendo le sospensioni e l’anno bisestile, dimostrando che il reato era prescritto un giorno prima della sentenza di primo grado, correggendo così la decisione della Corte d’Appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: L’Appello sulla Pena Apre alla Declaratoria

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, che sancisce l’estinzione di un illecito a causa del decorso del tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1532/2024) ha offerto un importante chiarimento su come i motivi di appello influenzino la possibilità per il giudice di dichiarare la prescrizione, anche quando la responsabilità dell’imputato non è direttamente contestata. Questo caso dimostra come un’impugnazione limitata al solo trattamento sanzionatorio possa comunque mantenere ‘aperta’ la questione della prescrizione, con conseguenze decisive sull’esito del processo.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Modena per due reati commessi in continuazione: resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) e rifiuto di fornire le proprie generalità (art. 651 c.p.).

In appello, la difesa sollevava diverse questioni, tra cui la richiesta di assoluzione per il reato di resistenza e, soprattutto, l’avvenuta estinzione per prescrizione del reato contravvenzionale di cui all’art. 651 c.p. Inoltre, veniva contestata l’entità della pena inflitta, ritenuta eccessiva per entrambi i reati.

La Corte d’Appello di Bologna confermava la condanna. In particolare, riteneva inammissibile il motivo relativo alla prescrizione, sostenendo che, non essendo stata impugnata nel merito la responsabilità per quel reato, la questione non potesse essere esaminata. Secondo i giudici di secondo grado, il termine di prescrizione non era maturato prima della sentenza di primo grado e, data l’inammissibilità dell’appello su quel punto, non rilevava l’eventuale decorso del termine successivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della difesa, annullando senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente al reato di cui all’art. 651 c.p., dichiarandolo estinto per prescrizione. Di conseguenza, ha rideterminato la pena complessiva per il solo reato residuo di resistenza, riducendola da otto a sette mesi di reclusione.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri argomentativi: l’ammissibilità dell’appello e il corretto calcolo del termine prescrizionale.

L’Ammissibilità dell’Appello e la Prescrizione del Reato

La Corte ha innanzitutto censurato l’errore della Corte d’Appello nel dichiarare inammissibile il motivo di gravame. La difesa, infatti, non si era limitata a eccepire la prescrizione, ma aveva anche contestato l’eccessività della pena inflitta per entrambi i reati. Secondo un principio consolidato, l’impugnazione che riguarda il trattamento sanzionatorio o le circostanze di un reato devolve al giudice d’appello l’intero ‘capo’ della sentenza relativo a quel reato, anche se la responsabilità penale non è stata contestata.

Di conseguenza, l’appello era pienamente ammissibile anche per il reato contravvenzionale. Questo obbligava la Corte territoriale a verificare se, nel frattempo, fosse maturata la prescrizione del reato. Il giudice dell’impugnazione ha sempre il dovere di dichiarare d’ufficio le cause di estinzione del reato, a meno che l’appello non sia totalmente inammissibile per ragioni originarie.

Il Calcolo Corretto del Termine di Prescrizione

La Cassazione ha poi proceduto a ricalcolare il termine. Il reato era stato commesso il 9 dicembre 2014. Il termine di prescrizione massimo, considerando le sospensioni accumulate (pari a 406 giorni), sarebbe scaduto il 18 gennaio 2021. In questo calcolo, la Corte ha correttamente tenuto conto anche della natura bisestile dell’anno 2020.

La sentenza di primo grado era stata emessa il 19 gennaio 2021, ovvero un giorno dopo la maturazione della prescrizione. Pertanto, il reato si era già estinto prima ancora della pronuncia di primo grado, un fatto che i giudici di merito non avevano rilevato.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cruciale in materia di impugnazioni e prescrizione del reato. Anche un appello che si concentra esclusivamente sulla pena è sufficiente a impedire la formazione del giudicato sul punto e a imporre al giudice di secondo grado di rilevare l’eventuale estinzione del reato. La decisione sottolinea l’importanza di un calcolo meticoloso dei termini, che deve tenere conto di tutti i periodi di sospensione e delle peculiarità del calendario, come gli anni bisestili. Per gli avvocati, ciò significa che vale sempre la pena impugnare il trattamento sanzionatorio se vi è la possibilità che la prescrizione maturi nel corso del giudizio d’appello, garantendo così una tutela più efficace per i diritti del proprio assistito.

Cosa succede se un reato si prescrive prima della sentenza di primo grado?
Il giudice deve dichiarare l’estinzione del reato e non può emettere una sentenza di condanna. Se, come nel caso di specie, il giudice non se ne accorge, la questione può essere sollevata nei gradi di giudizio successivi.

Se presento appello solo per chiedere una riduzione della pena, il giudice può comunque dichiarare la prescrizione del reato?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’appello riguardante il trattamento sanzionatorio investe il giudice di secondo grado dell’intero ‘capo’ di sentenza relativo a quel reato, obbligandolo a rilevare e dichiarare l’eventuale prescrizione maturata.

Qual è l’effetto della sospensione sul calcolo della prescrizione?
La sospensione del processo, per cause previste dalla legge, blocca il decorso del termine di prescrizione. La durata della sospensione viene quindi sommata al termine di prescrizione originario, posticipando la data di estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati