LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione del reato: Orlando e le riforme

La Corte di Cassazione chiarisce il calcolo della prescrizione del reato alla luce delle riforme succedutesi nel tempo. Per un reato commesso nel 2017, si applica la disciplina più favorevole della Riforma Orlando, che prevede una sospensione massima di un anno e sei mesi tra la sentenza di primo e secondo grado. La Corte ha quindi respinto il ricorso dell’imputato, stabilendo che il reato non era ancora prescritto al momento della condanna in appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del reato: la Cassazione fa chiarezza sulla successione delle riforme

La disciplina della prescrizione del reato è uno degli argomenti più complessi e dibattuti del nostro sistema penale, soprattutto a causa delle numerose riforme che si sono succedute negli ultimi anni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un’analisi dettagliata su come calcolare i termini di prescrizione quando un reato, commesso sotto l’egida di una legge, viene giudicato mentre ne sono in vigore altre. Questo caso specifico ci permette di comprendere quale normativa applicare e perché.

I Fatti del Caso

Un cittadino veniva condannato in primo grado nel febbraio 2021 per una contravvenzione commessa il 27 novembre 2017. La Corte d’Appello confermava la condanna nell’aprile 2023. L’imputato presentava quindi ricorso in Cassazione, sostenendo che il reato si fosse estinto per intervenuta prescrizione prima della sentenza di secondo grado.

La questione centrale ruotava attorno al calcolo del termine massimo di prescrizione, complicato dal susseguirsi di tre importanti riforme: la Riforma Orlando (2017), la Riforma Bonafede (2019) e la Riforma Cartabia (2021), ciascuna delle quali ha modificato profondamente le regole sulla sospensione della prescrizione.

La Successione delle Leggi sulla Prescrizione del Reato

Per comprendere la decisione della Corte, è fondamentale ripercorrere l’evoluzione normativa:

La Riforma Orlando (Legge n. 103/2017)

Applicabile ai reati commessi a partire dal 3 agosto 2017 (e quindi al caso in esame), questa riforma aveva introdotto una causa di sospensione del corso della prescrizione tra la sentenza di primo grado e quella di secondo grado. La sospensione aveva una durata massima di 1 anno e 6 mesi. Lo stesso valeva per il periodo tra la sentenza d’appello e quella definitiva della Cassazione.

La Riforma Bonafede (Legge n. 3/2019)

Questa legge, in vigore per i reati commessi dal 1° gennaio 2020, ha stravolto il sistema precedente. Prevedeva la sospensione (di fatto un blocco definitivo) del corso della prescrizione dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio.

La Riforma Cartabia (Legge n. 134/2021)

L’ultima grande riforma ha abrogato il meccanismo della “Bonafede” e ha introdotto l’istituto della “cessazione definitiva” del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, affiancandolo però al nuovo istituto dell’improcedibilità per superamento dei termini di durata massima dei giudizi di impugnazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il ragionamento dei giudici si basa su principi cardine del diritto penale.

Innanzitutto, la Corte ha ribadito la natura “sostanziale” della prescrizione. Non è un mero istituto processuale, ma incide sulla punibilità della persona e, come tale, è soggetto al principio di legalità sancito dall’art. 25 della Costituzione. Questo implica l’applicazione del principio del favor rei, secondo cui, in caso di successione di leggi penali, si applica la legge più favorevole all’imputato, a meno che la condanna non sia già divenuta definitiva.

Nel caso di specie, il reato era stato commesso il 27 novembre 2017. La legge in vigore a quella data era la Riforma Orlando. Le riforme successive (Bonafede e Cartabia), che avrebbero bloccato definitivamente la prescrizione dopo il primo grado, sono state considerate meno favorevoli per l’imputato. Pertanto, la Corte ha stabilito che la disciplina da applicare era quella della Riforma Orlando.

Il calcolo corretto del termine di prescrizione era quindi il seguente: il termine massimo per la contravvenzione in questione è di cinque anni. Questo termine sarebbe scaduto il 27 novembre 2022. Tuttavia, a questo periodo doveva essere aggiunto il periodo di sospensione previsto dalla Riforma Orlando, pari a un massimo di un anno e sei mesi, decorrente dalla sentenza di primo grado (febbraio 2021). Di conseguenza, il termine finale di prescrizione si spostava al 27 maggio 2024. Poiché la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa il 27 aprile 2023, essa era intervenuta prima della scadenza del termine, rendendo la condanna legittima.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante punto fermo nell’interpretazione della complessa normativa sulla prescrizione del reato. La Corte di Cassazione conferma che, in virtù della sua natura sostanziale, la disciplina della prescrizione (comprese le cause di sospensione e interruzione) è soggetta al principio di irretroattività della legge più sfavorevole e di retroattività di quella più favorevole. Per i reati commessi tra l’agosto 2017 e il dicembre 2019, la norma di riferimento per la sospensione tra i gradi di giudizio resta quella, più mite, introdotta dalla Riforma Orlando, che prevede limiti temporali massimi alla sospensione, a differenza delle riforme successive che hanno introdotto un blocco quasi totale del decorso del tempo.

Quale legge si applica per calcolare la prescrizione di un reato in caso di successione di leggi nel tempo?
Si applica la legge in vigore al momento della commissione del reato, a meno che una legge successiva non sia più favorevole all’imputato (principio del favor rei). La prescrizione ha natura sostanziale e non meramente processuale, quindi è soggetta a questo principio.

Come ha influito la Riforma Orlando sulla sospensione della prescrizione del reato?
La Riforma Orlando (L. 103/2017) ha introdotto una causa di sospensione della prescrizione tra la sentenza di primo grado e quella d’appello, e tra quest’ultima e la sentenza definitiva. Tale sospensione, però, non era indefinita, ma aveva una durata massima di un anno e sei mesi per ciascuna fase.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso basato sull’intervenuta prescrizione?
La Corte ha respinto il ricorso perché, applicando la normativa della Riforma Orlando (la più favorevole e vigente all’epoca del fatto), il termine di prescrizione non era ancora maturato. Al termine base di cinque anni si doveva aggiungere il periodo di sospensione di un anno e sei mesi, spostando la scadenza a una data successiva a quella della sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati