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Prescrizione del reato: la legge Orlando e la guida

Un individuo, condannato per guida senza patente, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’avvenuta prescrizione del reato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la cosiddetta legge “Orlando”, applicabile all’epoca del fatto, prevedeva una sospensione del termine di prescrizione, il quale, di conseguenza, non era ancora decorso.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: L’Impatto della Legge Orlando sul Calcolo dei Termini

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, ma il suo calcolo può rivelarsi complesso a causa delle numerose riforme legislative. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sull’applicazione della cosiddetta legge “Orlando” (L. n. 103/2017) e sui suoi effetti di sospensione dei termini, in un caso riguardante il reato di guida senza patente.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un imputato per il reato contravvenzionale di guida senza patente, aggravato dalla recidiva nel biennio. La condanna, emessa dal Tribunale di Messina, era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello della stessa città. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: l’avvenuta prescrizione del reato in un momento antecedente alla pronuncia della sentenza d’appello.

Il Calcolo della Prescrizione del Reato Secondo il Ricorrente

La difesa dell’imputato sosteneva che il termine massimo di prescrizione per il reato contravvenzionale contestato, pari a cinque anni, fosse già maturato. La richiesta, pertanto, era quella di un annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, per estinzione del reato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto che il calcolo effettuato dal ricorrente fosse errato, in quanto non teneva conto della disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta dalla legge “Orlando”, vigente all’epoca della commissione del fatto.

Le Motivazioni

La Corte ha ricostruito il quadro normativo intertemporale, evidenziando come il reato fosse stato commesso in un periodo (tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019) in cui era in vigore la versione dell’art. 159 del codice penale modificata dalla legge n. 103/2017.

Questa normativa, sebbene successivamente abrogata, prevedeva una specifica causa di sospensione del corso della prescrizione. In particolare, per i reati contravvenzionali come quello di guida senza patente, stabiliva che al termine massimo di cinque anni dovesse aggiungersi un ulteriore periodo di sospensione di un anno e sei mesi.

I giudici hanno sottolineato che questa disciplina, pur prevedendo un allungamento dei termini, risulta più favorevole rispetto a quelle successive che hanno bloccato del tutto la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Applicando correttamente la legge “Orlando” al caso di specie, il termine di prescrizione non risultava ancora decorso al momento della decisione d’appello. Il ricorso, fondato su un presupposto giuridico errato, è stato quindi giudicato manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio cruciale in materia di prescrizione del reato: l’importanza di individuare con esattezza la legge applicabile in base al momento in cui il reato è stato commesso (tempus regit actum). Le continue riforme legislative richiedono un’attenta analisi per evitare errori di calcolo che possono portare all’inammissibilità dei ricorsi. La decisione conferma che la legge “Orlando”, pur non essendo più in vigore, continua a produrre i suoi effetti sui reati commessi durante il suo periodo di vigenza, influenzando in modo determinante l’esito dei processi penali.

Quando si applica la sospensione della prescrizione prevista dalla legge “Orlando”?
La disciplina sulla sospensione della prescrizione prevista dalla legge “Orlando” (L. n. 103/2017) si applica ai reati commessi nel periodo in cui tale normativa era in vigore, ovvero dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su un presupposto giuridico errato. Il ricorrente aveva calcolato la prescrizione senza tenere conto del periodo di sospensione di un anno e sei mesi introdotto dalla legge “Orlando”, che, applicato al caso concreto, dimostrava che il reato non era ancora prescritto.

Qual è l’effetto della sospensione “Orlando” sul termine di prescrizione per i reati contravvenzionali?
Per i reati contravvenzionali, la legge “Orlando” prevedeva l’aggiunta di un ulteriore periodo di sospensione di un anno e sei mesi al termine massimo di prescrizione di cinque anni, di fatto estendendo il tempo necessario per l’estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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