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Prescrizione del reato: inammissibilità e sospensioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per lesioni colpose. La difesa sosteneva l’avvenuta prescrizione del reato, ma aveva erroneamente calcolato i termini, omettendo di considerare diverse cause di sospensione del decorso della prescrizione. L’inammissibilità del ricorso ha impedito alla Corte di dichiarare l’estinzione del reato, consolidando così la condanna.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: L’Importanza del Corretto Calcolo delle Sospensioni

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, ma il suo calcolo può nascondere insidie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1972/2024) mette in luce come un errore nel computo dei periodi di sospensione possa portare all’inammissibilità del ricorso, con la conseguenza di rendere definitiva una condanna. Analizziamo questo caso per comprendere le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per lesioni personali colpose, aggravate dalla violazione di norme antinfortunistiche, emessa dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.

Il Calcolo della Prescrizione del Reato e il Ricorso

La difesa sosteneva che il termine massimo di prescrizione, fissato in sette anni e sei mesi, fosse già decorso prima della pronuncia d’appello. Nel proprio calcolo, tuttavia, aveva tenuto conto unicamente di un periodo di sospensione di 39 giorni legato all’emergenza pandemica da COVID-19. Su questa base, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione aveva anch’esso concluso per l’annullamento della sentenza per intervenuta prescrizione.

Contrariamente alle aspettative, la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, ribaltando l’esito del processo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha giudicato il ragionamento della difesa non solo errato, ma anche incompleto, evidenziando come il corretto calcolo della prescrizione del reato dovesse includere ulteriori e significativi periodi di sospensione.

### L’Errore nel Computo dei Termini di Sospensione

I giudici hanno rilevato che la difesa aveva omesso di considerare due importanti cause di sospensione del termine di prescrizione:
1. Adesione all’astensione dalle udienze: Un primo rinvio di 70 giorni era stato causato dall’adesione del difensore a un’astensione proclamata dagli organismi di categoria.
2. Rinvio per assenza di testi: Un secondo e più lungo rinvio, di ben 126 giorni, era stato concesso su richiesta della stessa difesa per l’assenza dei propri testimoni.

A questi si aggiungeva poi il periodo di sospensione per l’emergenza pandemica. Sommando tutti questi periodi, il termine di prescrizione risultava non essere affatto maturato al momento della sentenza d’appello.

### L’Inammissibilità Preclude la Declaratoria di Estinzione

Questo è il principio di diritto più rilevante affermato dalla Corte. L’inammissibilità del ricorso, dovuta all’errore di calcolo e alla manifesta infondatezza del motivo, crea una barriera invalicabile. Anche se la prescrizione fosse maturata dopo la sentenza d’appello e prima della decisione della Cassazione, l’inammissibilità del ricorso impedisce alla Corte di rilevarla e dichiararla.

In altre parole, un ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale in sede di legittimità. Di conseguenza, le cause estintive del reato che maturano successivamente alla sentenza impugnata non possono essere fatte valere. La pronuncia di condanna si consolida e diventa definitiva.

Conclusioni

La sentenza in esame offre una lezione fondamentale: la massima attenzione è richiesta nel calcolo dei termini di prescrizione. Omettere anche un solo periodo di sospensione può viziare l’intero ricorso, portando alla sua inammissibilità. Questa decisione riafferma un principio consolidato, secondo cui l’inammissibilità del ricorso prevale su un’eventuale causa di estinzione del reato maturata successivamente, cristallizzando la responsabilità penale dell’imputato e comportando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Un errore nel calcolo dei termini di prescrizione del reato può rendere un ricorso inammissibile?
Sì. La sentenza stabilisce che un calcolo errato e incompleto delle cause di sospensione della prescrizione rende il motivo di ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, l’intero ricorso inammissibile.

Quali eventi possono causare la sospensione della prescrizione?
Il provvedimento evidenzia diverse cause: il rinvio dell’udienza per adesione del difensore a un’astensione dalle udienze (sciopero degli avvocati), il rinvio richiesto dalla difesa per l’assenza di testimoni e la sospensione dei termini processuali dovuta a normative di emergenza, come quella per la pandemia da COVID-19.

Se il reato si prescrive dopo la sentenza d’appello, la Cassazione può dichiararlo estinto anche se il ricorso è inammissibile?
No. La Corte chiarisce che l’inammissibilità del ricorso preclude l’instaurarsi di un valido rapporto processuale. Ciò impedisce di rilevare e dichiarare le cause di estinzione del reato, come la prescrizione, maturate dopo la sentenza impugnata, portando alla conferma della condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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