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Prescrizione del reato: Cassazione su contraddittorio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello che dichiarava la prescrizione del reato senza celebrare un’udienza. La Corte ha stabilito che tale procedura viola il principio del contraddittorio e che, nel caso specifico, il calcolo della prescrizione del reato era errato, non avendo applicato correttamente la Riforma Orlando che estende i termini.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: No alla Decisione Senza Udienza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11623/2025, ha riaffermato un principio cruciale del nostro ordinamento: la prescrizione del reato non può essere dichiarata in appello senza garantire il contraddittorio tra le parti. Questa pronuncia annulla una decisione che aveva prosciolto un imputato con una procedura de plano, ovvero senza udienza, evidenziando non solo un vizio procedurale insanabile ma anche un errore nel calcolo dei termini di prescrizione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un procedimento per guida in stato di ebbrezza, un reato accertato nel gennaio 2019. In primo grado, l’imputato era stato condannato dal Tribunale. Successivamente, la Corte d’Appello, riformando la prima sentenza, aveva dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato, calcolando la sua estinzione al 4 settembre 2024.

Tuttavia, questa decisione è stata presa senza convocare le parti per un’udienza di discussione, basandosi unicamente sugli atti. Contro tale sentenza ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore Generale, lamentando due violazioni fondamentali.

Il Ricorso e la Prescrizione del Reato

Il ricorso del Procuratore Generale si basava su due motivi principali, entrambi accolti dalla Suprema Corte.

1. Violazione del Principio del Contraddittorio

Il primo profilo di illegittimità riguardava la procedura seguita. La Corte d’Appello, decidendo de plano, ha impedito sia all’imputato di poter eventualmente rinunciare alla prescrizione per ottenere un’assoluzione nel merito, sia all’accusa di interloquire sul calcolo del termine di prescrizione. Questo modo di procedere, secondo il ricorrente, viola il diritto di difesa e il principio del giusto processo, sancito dall’art. 111 della Costituzione.

2. Errore nel Calcolo della Prescrizione del Reato

Il secondo motivo, di natura sostanziale, contestava il calcolo stesso della prescrizione. Il Procuratore ha sostenuto che, essendo il reato stato commesso nel 2019, dovesse trovare applicazione la cosiddetta “Riforma Orlando” (L. 103/2017). Questa legge ha introdotto una sospensione del corso della prescrizione di un anno e sei mesi dopo la sentenza di primo grado. Di conseguenza, il reato non si sarebbe prescritto a settembre 2024, ma molto più tardi, precisamente il 4 marzo 2026.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondati entrambi i motivi di ricorso, annullando la sentenza impugnata e rinviando gli atti alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

La Centralità del Contraddittorio

Richiamando una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (n. 111 del 2022), la Cassazione ha ribadito che il principio del contraddittorio prevale sulla causa estintiva della prescrizione. Dichiarare la prescrizione senza un’udienza in appello costituisce una nullità assoluta e insanabile. Anche se il reato sembra estinto, il giudice è comunque tenuto a procedere nel contraddittorio delle parti, garantendo a ciascuna il diritto di essere ascoltata. L’interesse delle parti a un confronto processuale è un valore costituzionalmente protetto che non può essere sacrificato in nome della ragionevole durata del processo.

La Corretta Applicazione della Riforma Orlando

La Corte ha inoltre confermato la tesi del Procuratore Generale sul calcolo della prescrizione. Per tutti i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina introdotta dalla Riforma Orlando. Questa prevede un periodo fisso di sospensione della prescrizione nei gradi di giudizio successivi al primo. Pertanto, il termine calcolato dalla Corte d’Appello era errato, in quanto non teneva conto di tale sospensione, e la prescrizione non era ancora maturata al momento della decisione.

Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito per i giudici di merito. Innanzitutto, riafferma con forza che la dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione non può mai avvenire con una procedura semplificata che sacrifichi il contraddittorio. Le parti devono sempre avere l’opportunità di discutere la questione in un’udienza pubblica. In secondo luogo, chiarisce l’ambito temporale di applicazione della Riforma Orlando, fornendo un criterio certo per il calcolo della prescrizione per i reati commessi nel periodo di transizione normativa. La decisione finale è quindi l’annullamento della sentenza e la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio che rispetti le regole procedurali e applichi correttamente la legge sostanziale.

Può un giudice d’appello dichiarare la prescrizione di un reato senza un’udienza?
No. La Corte di Cassazione, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che una decisione di proscioglimento per prescrizione emessa de plano (senza udienza) in appello è illegittima perché viola il principio del contraddittorio, che è un diritto fondamentale delle parti.

Quali sono le conseguenze della violazione del principio del contraddittorio in questo contesto?
La sentenza che dichiara la prescrizione senza un’udienza è viziata da nullità assoluta e insanabile. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla tale decisione e rinvia il caso al giudice d’appello affinché celebri un nuovo giudizio nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti.

Come si calcola la prescrizione per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019?
Per i reati commessi in questo specifico arco temporale, si applica la disciplina della “Riforma Orlando” (legge n. 103/2017). Questa normativa prevede un periodo di sospensione della prescrizione di un anno e sei mesi che si aggiunge ai termini ordinari dopo la sentenza di primo grado, posticipando di fatto la data di estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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