LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione del reato: Cassazione e Riforma Orlando

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, ribadendo i principi per il calcolo della prescrizione del reato alla luce della Riforma Orlando (L. 103/2017). Il caso riguarda una contravvenzione del 2018, per la quale la Corte ha confermato che il termine di prescrizione è stato correttamente sospeso per un anno e sei mesi dopo la condanna di primo grado, impedendone l’estinzione prima della sentenza d’appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato e Riforma Orlando: l’Analisi della Cassazione

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento che sancisce l’estinzione del reato stesso a seguito del decorso di un determinato lasso di tempo. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulle modalità di calcolo di tale termine, con particolare riferimento alle modifiche introdotte dalla cosiddetta ‘Riforma Orlando’. Questa decisione offre spunti essenziali per comprendere come la sospensione della prescrizione influisca sulla durata dei processi penali per i reati commessi in un preciso arco temporale.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per una contravvenzione prevista dal d.lgs. n. 159/2011, commessa nel maggio 2018. L’imputato, tramite il suo difensore, lamentava la violazione di legge, sostenendo che il reato si fosse prescritto prima della pronuncia della sentenza della Corte d’Appello, avvenuta nel luglio 2024. Il fulcro del ricorso si basava su un errato calcolo dei termini, che non teneva conto delle nuove disposizioni sulla sospensione della prescrizione.

La Questione Giuridica: il Calcolo della Prescrizione del Reato

Il punto cruciale della controversia riguarda l’applicazione della disciplina transitoria introdotta dalla Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando). Tale normativa ha modificato l’articolo 159 del codice penale, introducendo specifiche ipotesi di sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado. In particolare, per i reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019, la legge prevede che il corso della prescrizione rimanga sospeso:

1. Dal termine per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza d’appello, per un tempo massimo di un anno e sei mesi.
2. Dal termine per il deposito della motivazione della sentenza d’appello fino alla pronuncia della sentenza definitiva, per un tempo massimo di un anno e sei mesi.

L’imputato sosteneva che tale sospensione non dovesse applicarsi, portando così il termine massimo di prescrizione (pari a cinque anni per la contravvenzione in oggetto) a scadere prima della decisione di secondo grado.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, aderendo all’orientamento giurisprudenziale consolidato, confermato anche dalle Sezioni Unite. I giudici hanno chiarito che, essendo il reato stato commesso il 4 maggio 2018, ricade pienamente nell’ambito di applicazione della Riforma Orlando. Pertanto, il calcolo della prescrizione deve tenere conto del periodo di sospensione.

Nel dettaglio, la Corte ha ricostruito il calcolo:
– Il termine di prescrizione ordinario di quattro anni, prorogato a cinque anni per via di atti interruttivi, non era ancora decorso alla data della sentenza di primo grado (9 dicembre 2021).
– A partire da quella data, il corso della prescrizione è stato sospeso per un anno e sei mesi, fino al 9 giugno 2023.
– Il periodo residuo di prescrizione (un anno, quattro mesi e venticinque giorni) ha ripreso a decorrere dal 9 giugno 2023.

Di conseguenza, alla data della sentenza d’appello (9 luglio 2024), il termine massimo non era affatto spirato. La prospettazione del ricorrente è stata quindi giudicata ‘manifestamente contrastante’ con la legge e la giurisprudenza dominante, portando a una declaratoria di inammissibilità del ricorso.

Conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio cruciale per tutti gli operatori del diritto: il calcolo della prescrizione del reato per i fatti commessi tra l’agosto 2017 e la fine del 2019 deve inderogabilmente includere i periodi di sospensione introdotti dalla Riforma Orlando. Questa pronuncia non solo consolida un’interpretazione univoca della norma, ma serve anche da monito sull’importanza di una corretta analisi della normativa applicabile ratione temporis. Ignorare tali meccanismi può condurre a iniziative processuali infondate, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando si applica la sospensione della prescrizione del reato introdotta dalla Riforma Orlando?
Secondo quanto stabilito dalla Corte, questa disciplina si applica a tutti i reati commessi nel periodo che va dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019.

Per quanto tempo viene sospesa la prescrizione dopo la sentenza di primo grado secondo la Riforma Orlando?
La prescrizione viene sospesa per un periodo di tempo comunque non superiore a un anno e sei mesi, a partire dal termine previsto per il deposito della sentenza di primo grado e fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza che definisce il grado successivo.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la tesi del ricorrente era manifestamente infondata. Il suo calcolo della prescrizione non teneva conto del periodo di sospensione di un anno e sei mesi, obbligatorio per legge. Di conseguenza, il reato non era ancora prescritto al momento della sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati