Prescrizione del Reato: Quando il Tempo Annulla la Sentenza
La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, che sancisce come il trascorrere del tempo possa estinguere la pretesa punitiva dello Stato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 18961/2024) offre un chiaro esempio di come questo principio trovi applicazione pratica, portando all’annullamento di una condanna anche in presenza di un ricorso astrattamente fondato. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava una violazione di natura processuale, legata alla nomina del suo difensore di fiducia avvenuta in una fase successiva alla prima udienza del processo di primo grado. Si trattava, quindi, di un vizio procedurale che, se accertato, avrebbe potuto inficiare la validità del giudizio.
La Decisione della Corte di Cassazione e la Prescrizione del Reato
La Suprema Corte, nell’esaminare il caso, ha preliminarmente ritenuto che il motivo del ricorso non fosse “manifestamente infondato”. I giudici hanno ricordato il proprio potere di accedere direttamente agli atti processuali per verificare questioni di questa natura, citando precedenti sentenze delle Sezioni Unite che consolidano tale principio.
Tuttavia, l’analisi del merito del ricorso è stata superata da una constatazione di carattere dirimente: il reato per cui si procedeva era ormai estinto. I giudici hanno infatti rilevato che, dall’epoca dei fatti, era trascorso più di un decennio senza che si fossero verificati periodi significativi di sospensione del corso della prescrizione.
Di fronte a questa evidenza, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione del reato. Di conseguenza, la sentenza di condanna impugnata è stata annullata senza rinvio, ponendo fine in modo definitivo al procedimento penale.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto penale: la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, prevale su qualsiasi altra questione, inclusa l’analisi dei motivi di ricorso, a meno che questi non possano portare a un proscioglimento ancora più favorevole per l’imputato (ad esempio, perché il fatto non sussiste).
Nel caso specifico, essendo decorso il termine massimo di prescrizione, lo Stato ha perso il suo potere di punire. La Corte ha quindi applicato la legge, annullando la sentenza perché il reato non era più perseguibile. La decisione di “annullare senza rinvio” significa che il processo si chiude definitivamente, senza la necessità di un nuovo giudizio d’appello, poiché non vi è più nulla da giudicare.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce l’importanza della prescrizione del reato come garanzia di certezza giuridica e come limite temporale all’esercizio dell’azione penale. Dimostra che, anche in presenza di ricorsi validi su questioni procedurali, la constatazione dell’estinzione del reato per decorso del tempo impone una decisione di proscioglimento. Si tratta di un meccanismo che, se da un lato può essere percepito come un fallimento del sistema nel giungere a una decisione di merito in tempi ragionevoli, dall’altro tutela il cittadino dal rischio di rimanere indefinitamente sotto processo.
Cosa succede se un reato si prescrive mentre è in corso un ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione è obbligata a rilevare la prescrizione e, di conseguenza, ad annullare la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato. Questa decisione prevale sull’esame degli altri motivi di ricorso.
La Corte di Cassazione può esaminare direttamente gli atti di un processo?
Sì, limitatamente alle questioni di natura processuale, la Corte di Cassazione agisce anche come giudice del fatto e può accedere direttamente all’esame degli atti processuali per verificare la fondatezza di un motivo di ricorso.
Perché la sentenza è stata annullata per prescrizione anche se il ricorso era potenzialmente valido?
Perché la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione è una causa di proscioglimento che ha la precedenza. Una volta accertato che il tempo per perseguire il reato è scaduto, il giudice deve dichiararne l’estinzione, chiudendo il procedimento in modo definitivo.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18961 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 18961 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 23/05/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME,
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso non è manifestamente infondato poiché risulta agli atti (con riguardo alle questioni di natura processuale la C cassazione è giudice anche del fatto e può accedere all’esame diretto degli processuali -Sez. U, n. 42792 del 31/10/2001, Policastro, Rv. 220092 nonché da ultimo, Sez. U, n. 24591 del 16/07/2020, COGNOME, non mass. sul punto) nomina del difensore di fiducia in epoca immediatamente successiva alla prima udienza del processo di primo grado;
Rilevato, peraltro che il reato risulta prescritto, essendo decorso oltre decennio dall’epoca del fatto, in assenza di significativi periodi di sospensio corso della prescrizione;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto prescrizione.
Così deciso in Roma, il 19 marzo 2024.