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Prescrizione del reato: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di due imputati per coltivazione e detenzione di stupefacenti. La decisione si fonda sulla constatazione che la prescrizione del reato era già maturata prima della pronuncia della sentenza di secondo grado, un errore non rilevato dai giudici di merito. La Suprema Corte ha ribadito che l’intervenuta estinzione del reato per prescrizione, anche se non dichiarata in appello, costituisce un valido motivo per ricorrere in Cassazione, portando all’annullamento della sentenza.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: la Cassazione Annulla una Condanna Tardiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8267/2025, ha riaffermato un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il decorso del tempo può estinguere un reato, e tale estinzione deve essere dichiarata in qualsiasi stato e grado del procedimento. Questo caso evidenzia come la prescrizione del reato, se maturata prima della sentenza di appello, determini l’annullamento della condanna, anche se i giudici di secondo grado non se ne sono accorti. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Due individui erano stati condannati in primo grado dal Tribunale, con sentenza del 7 maggio 2021, per i delitti di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti. Successivamente, la Corte d’Appello, con una sentenza del 6 marzo 2024, confermava integralmente la condanna. Gli imputati, tramite i loro difensori, decidevano di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, questione giuridica.

L’Appello in Cassazione e la Questione della Prescrizione del Reato

Il fulcro del ricorso verteva sul mancato rilievo, da parte della Corte d’Appello, del compimento del termine massimo di prescrizione. I difensori hanno dimostrato che il reato, commesso il 21 luglio 2014, si era estinto per prescrizione il 25 marzo 2022. Questa data era ampiamente anteriore alla pronuncia della sentenza d’appello (6 marzo 2024).

Sorprendentemente, anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha condiviso le argomentazioni dei ricorrenti, chiedendo a sua volta l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Si è venuta a creare una piena convergenza tra accusa e difesa sulla violazione di legge commessa dai giudici d’appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto i ricorsi fondati. I giudici hanno verificato i calcoli temporali, confermando che il termine prescrizionale massimo di sette anni e sei mesi (aumentato di 64 giorni per sospensioni) era effettivamente decorso il 25 marzo 2022. Pertanto, al momento della decisione della Corte d’Appello, il reato non era più legalmente perseguibile.

La Corte ha richiamato un autorevole precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 12602 del 2015), secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione con cui si deduce l’estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata, anche se il giudice di merito l’ha erroneamente omessa. Tale omissione, infatti, integra una violazione di legge ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. b) del codice di procedura penale.

Non essendovi elementi per un proscioglimento immediato nel merito (l’innocenza degli imputati non era palese), la Corte ha dovuto prendere atto dell’unica conclusione possibile: l’estinzione del reato.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. La prescrizione del reato ha prevalso, estinguendo l’azione penale. Questa decisione serve come monito sull’importanza del rispetto dei tempi processuali e conferma la possibilità per la difesa di far valere la prescrizione in sede di legittimità, anche quando questa sia ‘sfuggita’ ai giudici dei gradi precedenti. La giustizia, per essere tale, deve agire entro i limiti temporali stabiliti dalla legge, a garanzia della certezza del diritto e dei diritti dell’imputato.

È possibile ricorrere in Cassazione se la prescrizione del reato è maturata prima della sentenza d’appello ma non è stata dichiarata?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è ammissibile un ricorso basato su questo motivo. La mancata dichiarazione di una prescrizione già maturata costituisce una violazione di legge che può essere fatta valere in sede di legittimità.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione accoglie un ricorso per intervenuta prescrizione del reato?
La Corte annulla la sentenza di condanna senza rinvio. Questo significa che la decisione è definitiva e il processo si conclude con l’estinzione del reato, senza la possibilità di un nuovo giudizio di merito.

Come è stato calcolato il termine di prescrizione in questo caso?
Il termine è stato calcolato partendo dalla data di commissione dei reati (21/07/2014). Il termine massimo era di sette anni e sei mesi, a cui sono stati aggiunti 64 giorni per periodi di sospensione del processo. La data di estinzione è stata quindi fissata al 25/03/2022, prima della sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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