Prescrizione del Reato: Quando il Tempo Annulla la Condanna
La prescrizione del reato è un principio fondamentale del nostro ordinamento penale, secondo cui lo Stato rinuncia a perseguire un crimine dopo un certo periodo di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 19091/2024) offre un chiaro esempio di come questo istituto operi concretamente, portando all’annullamento di una condanna anche quando il ricorso si basava su altri motivi. Analizziamo insieme questo interessante caso.
I Fatti del Caso: Un Appello e un Dettaglio Temporale Decisivo
Un imputato, condannato dalla Corte di Appello di L’Aquila nel lontano 2011, presentava ricorso in Cassazione. È importante notare che, in una fase precedente, la Corte di Appello di Roma aveva concesso all’imputato la cosiddetta “rimessione in termini”, riconoscendo che egli non era stato consapevole della celebrazione del giudizio di appello. Questo passaggio ha reso il suo ricorso ammissibile.
Nel suo ricorso, l’imputato lamentava, tra le altre cose, la nullità della citazione in giudizio per l’appello. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha spostato l’attenzione su un elemento diverso e prioritario.
La Decisione della Corte: La Prevalenza della Prescrizione del Reato
I giudici della Suprema Corte, prima ancora di entrare nel merito delle doglianze dell’imputato, hanno effettuato una verifica preliminare: il calcolo del tempo trascorso. Hanno così constatato che il termine massimo di prescrizione per il reato contestato era scaduto in data 14 luglio 2013.
Poiché il tempo per perseguire il reato era ampiamente decorso e non emergevano cause evidenti per un proscioglimento nel merito, la Corte ha applicato l’articolo 129 del codice di procedura penale. Questa norma impone al giudice di dichiarare immediatamente d’ufficio l’estinzione del reato.
Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinviarla a un altro giudice, dichiarando il reato estinto per prescrizione. Questa decisione ha “assorbito” tutte le altre questioni sollevate nel ricorso, rendendo inutile il loro esame.
Le Motivazioni della Sentenza
La logica seguita dalla Corte è lineare e gerarchicamente ordinata. La prima verifica da compiere è sempre quella sulla possibile presenza di cause di inammissibilità del ricorso. In questo caso, il ricorso è stato ritenuto ammissibile. Il passo successivo, imposto dall’art. 129 c.p.p., è verificare la sussistenza di cause di non punibilità, come l’estinzione del reato. La prescrizione del reato è una di queste cause.
La Corte ha ritenuto che, essendo palese e già maturata da anni la prescrizione, non fosse necessario procedere oltre nell’analisi dei motivi di ricorso. L’estinzione del reato è una causa di proscioglimento che prevale su eventuali vizi procedurali, a meno che non vi siano le condizioni per un’assoluzione piena nel merito (ad esempio, perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso), circostanza non evidente in questo caso.
Le Conclusioni
Questa sentenza ribadisce un principio cardine del processo penale: la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, ha la precedenza su quasi ogni altra questione. Per l’imputato, ciò significa che, anche se il suo ricorso era fondato su vizi di forma, il risultato finale è stato determinato dal semplice decorso del tempo. Per il sistema giudiziario, è un monito sull’importanza di celebrare i processi in tempi ragionevoli, per evitare che la pretesa punitiva dello Stato si estingua prima di giungere a una conclusione definitiva nel merito.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso?
La Corte ha annullato la sentenza perché ha accertato che il reato era estinto per prescrizione, essendo il termine massimo decorso nel luglio 2013.
Cosa significa che le altre censure sono state ‘assorbite’?
Significa che la declaratoria di prescrizione, essendo una decisione prioritaria e definitiva, ha reso superfluo e inutile esaminare gli altri motivi di ricorso presentati dall’imputato, come la presunta nullità della citazione in appello.
La prescrizione viene dichiarata anche se il ricorso è basato su altri motivi?
Sì. Secondo l’art. 129 del codice di procedura penale, se il ricorso è ammissibile, il giudice ha l’obbligo di rilevare immediatamente d’ufficio l’esistenza di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, a meno che non emergano prove evidenti per un’assoluzione nel merito.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19091 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 19091 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CHIETI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/06/2011 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME;
considerato che non risulta inammissibile l’unico di ricorso, con cui si censura tra l’altro la nullità della citazione nel giudizio di appello, avuto riguardo rimessione in termini disposta con ordinanza ex art. 670 cod. proc. pen. emessa il 19 settembre 2023 dalla Corte di appello di Roma, che afferma l’inconsapevolezza in capo all’imputato della celebrazione del giudizio di appello;
ritenuto che il termine prescrizionale risulta ampiamente decorso in data 14 luglio 2013, di modo che occorre rilevare immediatamente, ex art. 129, comma 1, cod. proc. pen., non risultando evidenti cause di proscioglimento nel merito, l’estinzione per intervenuta prescrizione del reato;
che la suddetta declaratoria determina l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna, con assorbimento delle residue censure.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso, in data 19 marzo 2024
Il C si4lier estensore
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Il Presidente