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Prescrizione del reato: Cassazione annulla condanna

Due imputati, condannati in appello per bancarotta semplice dopo un’assoluzione in primo grado per particolare tenuità del fatto, hanno fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, senza entrare nel merito dei motivi, ha annullato la sentenza di condanna perché, nel frattempo, era maturata la prescrizione del reato. La decisione evidenzia come il decorso del tempo, comprensivo delle sospensioni processuali, possa estinguere il reato e rendere inefficace la condanna.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: la Cassazione Annulla la Condanna per Decorrenza dei Termini

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 7804/2024 offre un chiaro esempio di come la prescrizione del reato possa intervenire a estinguere un’azione penale, anche dopo una sentenza di condanna in appello. Questo caso dimostra l’importanza cruciale del fattore tempo nel processo penale e come esso possa prevalere sulle questioni di merito.

I Fatti del Processo: dall’Assoluzione alla Condanna

La vicenda processuale ha origine da un’accusa per bancarotta semplice (art. 217 della legge fallimentare) a carico di due persone. In primo grado, il tribunale aveva emesso una sentenza di assoluzione, ritenendo applicabile la causa di non punibilità per la “particolare tenuità del fatto”, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero aveva proposto appello. La Corte d’Appello di Bari, riformando la sentenza di primo grado, aveva invece dichiarato gli imputati colpevoli, condannandoli alle pene ritenute di giustizia. A questo punto, gli imputati, tramite il loro difensore, hanno presentato ricorso per Cassazione.

Il Ricorso in Cassazione e l’Impatto della Prescrizione del Reato

Gli imputati basavano il loro ricorso su due motivi principali:
1. La violazione dell’art. 603, comma 3-bis del codice di procedura penale, per la mancata rinnovazione di prove dichiarative decisive che erano state valutate diversamente in appello.
2. L’inosservanza dell’obbligo di “motivazione rafforzata”, necessario quando un giudice d’appello ribalta una sentenza assolutoria.

La Corte di Cassazione, pur ritenendo i motivi non manifestamente infondati, ha spostato il fulcro della sua decisione su un aspetto pregiudiziale e assorbente: la maturata prescrizione del reato.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha proceduto a un calcolo preciso dei termini prescrizionali. Il reato era stato commesso il 15 febbraio 2016. Il termine massimo di prescrizione era fissato per il 15 agosto 2023. A questo periodo, si dovevano aggiungere 64 giorni di sospensione dovuti a un rinvio d’udienza legato all’emergenza Covid-19. Di conseguenza, il termine ultimo per la prescrizione era spirato il 18 ottobre 2023.

Poiché l’udienza in Cassazione si è tenuta il 7 febbraio 2024, la Corte non ha potuto fare altro che constatare l’avvenuta estinzione del reato. Quando la prescrizione matura, essa prevale sull’analisi del merito dei ricorsi, a meno che non emerga con evidenza una causa di proscioglimento più favorevole all’imputato (come l’insussistenza del fatto o il non averlo commesso), circostanza non riscontrata nel caso di specie.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata, quindi, l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questo significa che la condanna emessa dalla Corte d’Appello è stata cancellata definitivamente. La sentenza sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: lo Stato ha un tempo limitato per perseguire e punire i reati. Una volta superato tale limite, l’azione penale si estingue, garantendo la certezza giuridica e impedendo che un imputato rimanga indefinitamente sotto processo. Questo caso serve da monito sull’importanza della durata ragionevole dei processi e sulle conseguenze concrete della decorrenza dei termini.

Cosa succede se il reato si prescrive durante il processo in Cassazione?
La Corte di Cassazione deve dichiarare l’estinzione del reato e annullare la sentenza di condanna senza rinviarla a un altro giudice, come accaduto in questo caso.

Perché la Cassazione non ha esaminato i motivi di ricorso degli imputati?
La Corte ha rilevato che la prescrizione del reato era già maturata. Poiché la prescrizione è una causa di estinzione del reato che prevale, l’esame nel merito dei motivi di ricorso diventa superfluo, a meno che non emerga un’evidente causa di assoluzione più favorevole.

Come è stato calcolato il termine di prescrizione in questo caso?
Il calcolo è partito dalla data del fatto (15 febbraio 2016), aggiungendo il termine di prescrizione massima (fino al 15 agosto 2023) e un ulteriore periodo di 64 giorni per la sospensione dei termini processuali dovuta all’emergenza Covid-19, portando la data di estinzione al 18 ottobre 2023.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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