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Prescrizione del reato: Cassazione annulla condanna

Un imputato, condannato in appello per ricettazione, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata valutazione della richiesta di applicazione di una pena sostitutiva. La Suprema Corte, tuttavia, ha rilevato d’ufficio la sopraggiunta prescrizione del reato e, di conseguenza, ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando i reati estinti. La decisione sulla prescrizione del reato assorbe e supera il motivo di ricorso originario.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: Quando il Tempo Annulla la Condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30313 del 2025, ha annullato una condanna per ricettazione a causa della sopraggiunta prescrizione del reato. Questo caso offre un’interessante prospettiva su come una causa di estinzione del reato possa prevalere su specifici motivi di ricorso, anche se fondati, rendendo superfluo il loro esame. La vicenda processuale, partita da una richiesta di applicazione di una sanzione sostitutiva, si è conclusa con una declaratoria di estinzione del reato per il decorso del tempo.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per due reati di ricettazione, unificati dal vincolo della continuazione. In sede di appello, le parti avevano concordato una rideterminazione della pena. Durante l’udienza, la difesa dell’imputato aveva avanzato, con il consenso del Procuratore Generale, una richiesta per l’applicazione della detenzione domiciliare come sanzione sostitutiva alla pena detentiva.

La Corte di Appello, pur recependo l’accordo sulla pena, ometteva completamente di pronunciarsi su tale richiesta. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, denunciando la violazione di legge e il vizio di motivazione per l’omessa valutazione di un punto cruciale per la difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Prescrizione del Reato

Giunto il caso dinanzi alla Suprema Corte, i giudici hanno intrapreso un percorso argomentativo diverso da quello prospettato dal ricorrente. Pur riconoscendo implicitamente la fondatezza del motivo di ricorso, hanno rilevato d’ufficio una questione pregiudiziale e assorbente: l’avvenuta prescrizione del reato.

I giudici hanno calcolato il tempo necessario a prescrivere il reato di ricettazione, commesso nel 2013, tenendo conto della pena massima prevista e di un periodo di sospensione. Il calcolo ha evidenziato che il termine massimo di prescrizione era scaduto prima della data della decisione della Cassazione. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione dei reati, annullando la sentenza di condanna senza rinvio.

L’Originale Motivo di Ricorso: L’Omessa Pronuncia sulla Pena Sostitutiva

È interessante notare che la sentenza dedica una parte della motivazione all’ammissibilità della richiesta di sanzione sostitutiva presentata solo in udienza d’appello. Richiamando la giurisprudenza più recente formatasi a seguito della cosiddetta “Riforma Cartabia”, la Corte conferma che tale richiesta è ammissibile anche se non formulata nell’atto di appello originario, purché presentata entro l’udienza di discussione. Questo principio, sebbene non applicato concretamente al caso di specie per via della prescrizione, rappresenta un’importante affermazione a tutela del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: le cause di estinzione del reato, come la prescrizione, devono essere rilevate e dichiarate in ogni stato e grado del procedimento. La loro presenza impone al giudice una decisione immediata di proscioglimento, che prevale sull’analisi di qualsiasi altro motivo di impugnazione.

Nel caso specifico, accertato che il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire i reati era decorso, la Corte ha dovuto annullare la condanna. La questione sollevata dal ricorrente, relativa all’omessa pronuncia sulla pena sostitutiva, è stata di fatto “assorbita” dalla declaratoria di estinzione. Se il reato è estinto, non vi è più alcuna pena da eseguire o da sostituire, rendendo inutile la valutazione del vizio procedurale lamentato.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza della prescrizione del reato come istituto di garanzia che pone un limite temporale alla pretesa punitiva dello Stato. Dimostra come, anche di fronte a un ricorso fondato su una chiara violazione procedurale, la Corte di Cassazione sia tenuta a verificare preliminarmente la sussistenza di cause di non punibilità. La decisione di annullare senza rinvio per prescrizione chiude definitivamente il procedimento, evidenziando come il fattore tempo sia un elemento determinante nell’esito di un processo penale.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna?
La Corte ha annullato la sentenza perché ha accertato che era trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire i reati contestati. Di conseguenza, ha dichiarato l’estinzione dei reati per prescrizione.

Cosa significa che la prescrizione ha ‘assorbito’ il motivo di ricorso?
Significa che la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione è una questione prioritaria che rende superfluo esaminare gli altri motivi di ricorso. Poiché il reato è stato dichiarato estinto, non c’è più una condanna da valutare o una pena da sostituire, quindi il motivo originario (l’omessa decisione sulla pena sostitutiva) perde di rilevanza.

È possibile chiedere una sanzione sostitutiva per la prima volta durante l’udienza di appello?
Sì. La sentenza, richiamando la giurisprudenza più recente post-Riforma Cartabia, conferma che la richiesta di applicazione di sanzioni sostitutive può essere presentata fino all’udienza di discussione in appello, anche se non era stata inserita nei motivi di impugnazione iniziali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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