LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione del reato: annullata condanna per simulazione

Un imputato, condannato in primo e secondo grado per simulazione di reato per aver falsamente denunciato un’appropriazione indebita, ha visto la sua condanna annullata dalla Corte di Cassazione. Sebbene il ricorso fosse fondato su altri motivi, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione del reato, evidenziando come l’ammissibilità del ricorso consenta tale declaratoria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: La Cassazione Annulla Condanna per Simulazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’importanza dell’ammissibilità del ricorso per poter beneficiare della prescrizione del reato. Il caso in esame riguarda un uomo condannato per simulazione di reato che, grazie a un ricorso fondato su altri motivi, ha visto la sua condanna cancellata per il decorso del tempo. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Tutto ha origine il 29 maggio 2017, quando un uomo presenta una querela denunciando di aver prestato un veicolo a un conoscente senza mai ottenerne la restituzione. In querela, dichiarava falsamente di essere stato vittima del reato di appropriazione indebita.

Sulla base di questa falsa denuncia, l’uomo veniva processato e condannato, con la diminuente per il rito abbreviato, alla pena di un anno di reclusione per il delitto di simulazione di reato (art. 367 c.p.). La condanna veniva confermata anche dalla Corte di Appello di Trieste con sentenza del 22 gennaio 2025.

Il Ricorso in Cassazione

L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni. I motivi principali del ricorso erano:

1. Omessa motivazione sulla richiesta di pene sostitutive: La difesa lamentava che la Corte di Appello non avesse risposto alla richiesta di applicare le nuove pene sostitutive, introdotte dalla recente riforma legislativa (d.lgs. n. 150/2022), in luogo della pena detentiva.
2. Violazione di legge sulla prescrizione: L’imputato sosteneva che il reato fosse già estinto per il decorso del tempo, eccezione già sollevata durante l’udienza d’appello.

La Prescrizione del Reato e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha innanzitutto ritenuto il ricorso ammissibile. In particolare, ha considerato fondato il motivo relativo all’omessa motivazione sulla richiesta di pene sostitutive. La Corte di Appello, infatti, aveva il dovere di esaminare tale richiesta, essendo stata formulata tempestivamente e in conformità con le nuove normative applicabili ai processi in corso.

Proprio questa ammissibilità ha aperto la strada alla declaratoria di estinzione del reato. La regola fondamentale è che se un ricorso è inammissibile (cioè manifestamente infondato o presentato fuori termine), il giudice non può rilevare l’eventuale prescrizione maturata nel frattempo. Al contrario, se il ricorso è ammissibile, come in questo caso, la Corte ha il dovere di verificare se il tempo massimo per perseguire il reato sia trascorso.

Le Motivazioni

Nel motivare la propria decisione, la Suprema Corte ha effettuato un calcolo preciso dei termini di prescrizione. Il reato era stato commesso il 29 maggio 2017. Tenendo conto del periodo massimo di prescrizione per quel delitto e delle eventuali sospensioni del procedimento, la Corte ha stabilito che il termine ultimo per la pronuncia di una sentenza definitiva era il 5 marzo 2025.

Poiché la data della decisione della Cassazione era successiva a tale termine, i giudici non hanno potuto fare altro che prendere atto dell’estinzione del reato. Di conseguenza, hanno pronunciato una sentenza di annullamento senza rinvio della condanna impugnata. Ciò significa che la sentenza di condanna è stata cancellata in via definitiva e il procedimento si è concluso.

La Corte ha specificato che, poiché il ricorso era fondato e non inammissibile, sussisteva il presupposto per dichiarare la causa di estinzione del reato, nonostante la colpevolezza dell’imputato fosse stata accertata nei precedenti gradi di giudizio.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, sottolinea l’importanza cruciale della prescrizione del reato come istituto di garanzia che pone un limite temporale alla pretesa punitiva dello Stato, anche a fronte di un reato accertato. In secondo luogo, dimostra come una strategia difensiva attenta, basata sulla presentazione di motivi di ricorso validi e non pretestuosi, possa essere decisiva. Anche se il motivo di ricorso non porta direttamente all’assoluzione nel merito, la sua ammissibilità può consentire alla Corte di Cassazione di rilevare cause di estinzione del reato, come la prescrizione, portando a un esito comunque favorevole per l’imputato.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La Corte ha annullato la condanna non perché l’imputato fosse innocente, ma perché il reato di simulazione si è estinto per intervenuta prescrizione prima che la sentenza diventasse definitiva.

Cosa ha reso possibile la dichiarazione di prescrizione del reato?
La possibilità di dichiarare la prescrizione è derivata dal fatto che il ricorso presentato dall’imputato è stato ritenuto ammissibile. Uno dei motivi, relativo all’omessa valutazione sulla richiesta di pene sostitutive, è stato giudicato fondato, obbligando la Corte a verificare il decorso dei termini di prescrizione.

Cosa sarebbe successo se il ricorso fosse stato giudicato inammissibile?
Se il ricorso fosse stato ritenuto inammissibile (ad esempio, per manifesta infondatezza dei motivi), la Corte di Cassazione non avrebbe potuto dichiarare l’estinzione del reato e la condanna della Corte di Appello sarebbe diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati