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Prescrizione COVID: illegittima la sospensione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna poiché il reato si era estinto per prescrizione. La Corte ha stabilito che il periodo di sospensione dei termini processuali, disposto durante l’emergenza COVID-19, non poteva essere calcolato. Tale decisione si fonda sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 140/2021, che ha dichiarato l’illegittimità della norma (art. 83, co. 9, D.L. 18/2020) che permetteva la sospensione basandosi su provvedimenti organizzativi generici dei capi degli uffici giudiziari, per violazione del principio di determinatezza e legalità. Senza quella sospensione, il reato era già prescritto al momento della sentenza d’appello.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione COVID: la Cassazione annulla la condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5983 del 2025, ha riaffermato un principio cruciale in materia di prescrizione COVID, annullando una sentenza di condanna perché il reato era già estinto. La decisione si basa su un precedente intervento della Corte Costituzionale che ha bocciato la normativa emergenziale sulla sospensione dei termini, ritenendola troppo vaga e in contrasto con il principio di legalità. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I fatti del caso

Un imputato, condannato in primo e secondo grado, presentava ricorso in Cassazione sostenendo, tra i vari motivi, l’avvenuta prescrizione del reato prima ancora della sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Il nodo della questione risiedeva nel calcolo dei termini di prescrizione e, in particolare, nella validità del periodo di sospensione applicato dai giudici di merito a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19.

Nello specifico, i tribunali avevano sospeso il decorso della prescrizione in seguito a un rinvio d’udienza disposto nel maggio 2020, sulla base dei provvedimenti organizzativi emanati dal Presidente del Tribunale per gestire la pandemia.

L’impatto della Corte Costituzionale sulla Prescrizione COVID

La difesa dell’imputato ha fatto leva sulla sentenza n. 140/2021 della Corte Costituzionale. Con tale pronuncia, la Consulta aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 9, del D.L. n. 18/2020. Questa norma prevedeva la sospensione della prescrizione per il tempo in cui i processi venivano rinviati a causa delle misure anti-contagio.

Il problema, secondo la Corte Costituzionale, era che la legge demandava la definizione concreta della sospensione a “misure organizzative del capo dell’ufficio giudiziario”. Questo meccanismo, basato su provvedimenti amministrativi interni e non su una chiara previsione di legge, creava un “radicale deficit di determinatezza”, violando così il principio di legalità in materia penale, che esige norme chiare e precise, soprattutto quando incidono sulla libertà personale e sull’estinzione dei reati.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva. Ha riconosciuto che la sospensione della prescrizione, calcolata sia in primo che in secondo grado, non poteva essere considerata valida. Il rinvio dell’udienza del maggio 2020 era stato infatti disposto in applicazione di quei provvedimenti organizzativi interni che la Corte Costituzionale aveva censurato.

Di conseguenza, il periodo di sospensione (quantificato in 64 giorni) doveva essere eliminato dal calcolo complessivo. Effettuando il conteggio corretto, la Cassazione ha accertato che il termine massimo di prescrizione era maturato il 30 giugno 2024. Poiché la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa il giorno successivo, il 1° luglio 2024, il reato era già estinto in quel momento.

le conclusioni

La Suprema Corte ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata. Questa decisione ribadisce che le norme che incidono sulla prescrizione devono rispettare rigorosamente il principio di legalità e determinatezza. Non è ammissibile che la sospensione di un termine così importante sia affidata a disposizioni amministrative interne, variabili da un tribunale all’altro. La pronuncia offre un’importante tutela per l’imputato, garantendo che l’estinzione del reato per decorso del tempo sia governata da regole legislative chiare e non da provvedimenti organizzativi discrezionali, anche se emanati in un contesto di emergenza.

Perché la sospensione della prescrizione legata al COVID è stata ritenuta illegittima in questo caso?
La sospensione è stata ritenuta illegittima perché si basava su provvedimenti organizzativi del capo dell’ufficio giudiziario, anziché su una norma di legge chiara e determinata. La Corte Costituzionale (sent. 140/2021), richiamata dalla Cassazione, ha stabilito che tale meccanismo viola il principio di legalità.

Qual è stata la conseguenza diretta dell’invalidità della sospensione?
Senza poter contare il periodo di sospensione, il termine massimo di prescrizione del reato è stato raggiunto prima che la Corte d’Appello pronunciasse la sua sentenza. Di conseguenza, il reato si è estinto.

Cosa significa ‘annullamento senza rinvio per prescrizione’?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato definitivamente la sentenza di condanna impugnata perché il reato non era più perseguibile a causa del tempo trascorso. Il processo si è concluso in modo definitivo senza la necessità di un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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