Prescrizione Bancarotta Semplice: Quando il Tempo Annulla la Condanna
La recente sentenza della Corte di Cassazione analizza un caso emblematico di prescrizione bancarotta semplice, dimostrando come il decorso del tempo possa avere un effetto dirompente sull’esito di un processo penale. Il provvedimento annulla una condanna confermata in appello, non entrando nel merito delle accuse, ma prendendo atto dell’estinzione del reato per il superamento dei termini massimi previsti dalla legge. Questa decisione offre spunti cruciali sul funzionamento della prescrizione e sulla sua applicazione prioritaria.
I Fatti del Caso: Dalla Bancarotta Fraudolenta alla Condanna in Appello
La vicenda giudiziaria ha origine con il fallimento di una società a responsabilità limitata, dichiarato nel dicembre 2016. L’amministratore della società viene inizialmente accusato del più grave reato di bancarotta fraudolenta documentale. Tuttavia, già nel giudizio di primo grado, l’imputazione viene riqualificata in bancarotta semplice documentale. Questa fattispecie di reato si configura quando l’imprenditore non tiene, o tiene in modo irregolare, le scritture contabili obbligatorie per legge, ma senza un dolo specifico finalizzato a ingannare i creditori.
La condanna per bancarotta semplice viene successivamente confermata dalla Corte d’Appello. Contro questa seconda decisione, l’imputato propone ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione e la violazione di alcune norme procedurali, sostenendo, tra le altre cose, che i giudici di merito non avessero preso in considerazione una sua memoria difensiva.
Il Ricorso in Cassazione e l’impatto della Prescrizione
Giunto dinanzi alla Suprema Corte, il caso assume una piega decisiva. I giudici di legittimità, prima ancora di analizzare nel dettaglio i motivi del ricorso, si soffermano su un aspetto preliminare e assorbente: la prescrizione bancarotta semplice. La Corte rileva che uno dei motivi di ricorso, relativo alla presunta omessa valutazione della memoria difensiva, non appare manifestamente infondato. Questa constatazione è fondamentale, perché impedisce di dichiarare l’inammissibilità del ricorso, un esito che avrebbe reso definitiva la condanna, bloccando l’operatività della prescrizione.
Avendo superato questo primo vaglio, la Corte procede a calcolare i termini di prescrizione del reato. Emerge che il termine massimo è maturato nel giugno 2024, ovvero prima della data dell’udienza in Cassazione. A questo punto, l’analisi del merito del ricorso diventa superflua.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Cassazione è lineare e si basa su un principio cardine del diritto processuale penale: la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, prevale su qualsiasi altra valutazione, a condizione che il ricorso non sia palesemente inammissibile. Nel caso di specie, il reato si è estinto per il decorso del tempo. Di conseguenza, lo Stato ha perso il proprio potere punitivo nei confronti dell’imputato per quel specifico fatto.
La Corte, pertanto, non esprime un giudizio sulla colpevolezza o innocenza dell’amministratore. Semplicemente, prende atto che il tempo massimo per poterlo giudicare è scaduto. La decisione finale è quindi l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. ‘Annullamento senza rinvio’ significa che la decisione è definitiva: la sentenza di condanna viene cancellata e non ci sarà un nuovo processo d’appello.
Conclusioni: L’Effetto Estintivo della Prescrizione nel Processo Penale
Questa sentenza ribadisce la funzione della prescrizione come istituto di garanzia che pone un limite temporale alla pretesa punitiva dello Stato. Quando i termini sono superati, il processo deve arrestarsi, a prescindere dal punto a cui è arrivato. L’implicazione pratica è chiara: anche in presenza di una doppia condanna nei gradi di merito, se la prescrizione matura prima della sentenza definitiva della Cassazione e il ricorso non è inammissibile, la condanna viene meno. Il caso evidenzia come la tempistica processuale e la corretta gestione dei termini siano elementi tanto cruciali quanto l’accertamento dei fatti nel determinare l’esito finale di un procedimento penale.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La condanna è stata annullata perché il reato di bancarotta semplice documentale si è estinto per prescrizione, essendo trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per la sua persecuzione penale prima che la sentenza diventasse definitiva.
Cosa significa ‘annullamento senza rinvio’?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna della Corte d’Appello in modo definitivo, senza la necessità che si tenga un nuovo processo. Il procedimento giudiziario per quel reato si è concluso.
La Corte ha valutato se l’imputato fosse colpevole o innocente?
No, la Corte non è entrata nel merito della questione. Ha rilevato che il ricorso non era manifestamente infondato e, constatato che nel frattempo era maturata la prescrizione, ha applicato questa causa di estinzione del reato, che ha la precedenza su ogni altra valutazione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3682 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 3682 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME COGNOME nato a MILANO il 01/07/1970
avverso la sentenza del 05/03/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Bologna ha confermato la condanna di COGNOME NOME NOME per il reato di bancarotta semplice documentale commesso in qualità di rappresentante legale della RAGIONE_SOCIALE fallita il 22 dicembre 2016, così riqualificata già in primo grado l’imputazione originaria di bancarotta fraudolenta documentale.
Avverso la sentenza ricorre l’imputato deducendo vizi di motivazione e la violazione degli artt. 121 e 172 comma 6 cod. proc. pen., nonché dell’art. 168-bis cod. pen.
Rilevato che il primo motivo di ricorso non è manifestamente infondato non risultando che ìl giudice del merito abbia effettivamente preso cognizione della memoria difensiva, deve allora rilevarsi che nel frattempo è decorso il termine di prescrizione del reato, maturato al più tardi il 22 giugno 2024.
Discende l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Il Presidente
NOME COGNOME
Così deciso il 04/12/2024
Il Consiglierdestensore
NOME COGNOME