Prescrizione Bancarotta Semplice: Quando il Tempo Annulla la Condanna
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7834 del 2024, ha affrontato un caso emblematico che evidenzia l’importanza della prescrizione nella bancarotta semplice. La Suprema Corte ha annullato la condanna di un amministratore, non entrando nel merito delle sue difese, ma semplicemente constatando che il tempo per perseguire il reato era irrimediabilmente scaduto. Questa decisione offre spunti cruciali sul funzionamento della prescrizione e sulle sue conseguenze processuali.
I Fatti del Caso: L’Amministratore “Prestanome”
Il caso trae origine dalla condanna, confermata in appello, di un amministratore di diritto di una S.r.l. dichiarata fallita nel 2016. L’accusa, inizialmente di bancarotta fraudolenta, era stata derubricata in primo grado a bancarotta semplice documentale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo la propria totale estraneità alla gestione societaria. La sua difesa si basava su argomentazioni precise: egli era un semplice prestanome, nullatenente e privo di qualsiasi potere o capacità di interferire nella gestione della società, che sarebbe stata di fatto amministrata da un’altra persona.
Il Ricorso e l’Intervento della Prescrizione Bancarotta Semplice
L’imputato ha proposto un unico motivo di ricorso, contestando la sua responsabilità penale. La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo non manifestamente infondato, una valutazione preliminare necessaria per poter esaminare il ricorso. Tuttavia, prima di analizzare nel dettaglio le argomentazioni difensive, i giudici hanno proceduto a una verifica d’ufficio, come imposto dalla legge: il controllo dei termini di prescrizione del reato.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte Suprema ha rilevato che il termine massimo di prescrizione per il reato di bancarotta semplice documentale era decorso il 21 ottobre 2023. Questo calcolo ha tenuto conto anche di un periodo di sospensione di 64 giorni, legato a un rinvio di udienza avvenuto durante l’emergenza Covid. Poiché la prescrizione estingue il reato, la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto. La conseguenza giuridica è stata l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questo significa che la condanna è stata cancellata in modo definitivo, senza la necessità di un nuovo processo d’appello. La declaratoria di estinzione del reato per prescrizione prevale su qualsiasi altra valutazione, inclusa quella sulla fondatezza o meno delle ragioni dell’imputato.
Conclusioni
La sentenza dimostra come l’istituto della prescrizione rappresenti un principio fondamentale del nostro ordinamento penale, volto a garantire la certezza del diritto e il diritto dell’imputato a essere giudicato in tempi ragionevoli. In questo caso, la prescrizione della bancarotta semplice ha determinato l’esito del processo, estinguendo il reato prima che si potesse giungere a una valutazione definitiva sulla colpevolezza dell’amministratore. La decisione sottolinea che, una volta superato il limite temporale fissato dalla legge, lo Stato perde il suo potere punitivo, e il processo deve concludersi con una declaratoria di estinzione del reato.
 
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La Corte ha annullato la condanna perché il reato di bancarotta semplice documentale si è estinto per il decorso del termine massimo di prescrizione prima della sentenza definitiva.
Cosa significa che il motivo di ricorso non era ‘manifestamente infondato’?
Significa che le argomentazioni presentate dalla difesa dell’imputato avevano una parvenza di serietà e non erano palesemente pretestuose. Questa valutazione positiva ha permesso alla Corte di esaminare il caso e, di conseguenza, di rilevare d’ufficio la prescrizione.
Il periodo di sospensione per Covid ha influito sulla decisione?
Sì, nel calcolare il termine finale di prescrizione, la Corte ha tenuto conto di una sospensione di 64 giorni dovuta all’emergenza sanitaria, posticipando la data di estinzione del reato. Nonostante ciò, il termine era comunque decorso al momento della decisione della Cassazione.
 
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7834 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7   Num. 7834  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/02/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a SANT’ANTONIO ABATE il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/05/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
 Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Napoli ha confermato la condanna di NOME in ordine al reato di bancarotta semplice documentale (così derubricata, sin dal primo grado la condotta, in origine contestata come fraudolenta), a lui ascritto quale amministratore di diritto della “RAGIONE_SOCIALE” società dichiarata fallita il 1.8 febbraio 2016.
 Avverso l’indicata pronuncia ricorre l’imputato, tramite il difensore, proponendo un solo motivo con il quale contesta la responsabilità sulla scorta di una analitica indicazione di specifiche ragioni (mero prestanome, nullatenente, del tutto privo del potere e delle capacità di ingerirsi nella gestione della società di fatto nelle mani di COGNOME).
Il motivo non è manifestamente infondato, pertanto deve essere rilevato che il termine prescrizionale massimo è decorso in data 21 ottobre 2023, tenuto conto di 64 giorni di sospensione c.d. Covid (rinvio udienza del 27 marzo 2020).
Discende l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso il 07/02/2024