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Prescrizione abuso edilizio: le regole da seguire

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18631/2025, affronta un caso di abuso edilizio, stabilendo due principi chiave sulla prescrizione. In primo luogo, il reato si considera ultimato non con la fine delle opere strutturali, ma solo con il completamento di tutte le finiture, o al momento del sequestro se i lavori vengono interrotti. In secondo luogo, per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta dalla c.d. legge Orlando, anche a seguito delle successive riforme. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando la condanna per la costruzione di un immobile abusivo.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Abuso Edilizio: Quando si Ferma il Tempo?

La questione della prescrizione abuso edilizio è un tema complesso, influenzato da un susseguirsi di riforme legislative che hanno modificato i termini e le cause di sospensione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 18631 del 2025, offre chiarimenti fondamentali su due aspetti cruciali: il momento esatto in cui un reato edilizio si considera consumato e la legge applicabile ai reati commessi nel periodo di vigenza della cosiddetta ‘legge Orlando’. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda la costruzione di un manufatto abusivo di circa 100 mq, realizzato in zona sismica senza alcun permesso di costruire, senza la direzione di un tecnico abilitato e senza il deposito dei progetti al Genio Civile. L’immobile, al momento di un sopralluogo della Polizia Locale, si presentava allo ‘stato del rustico’, privo di porte e finestre, parzialmente piastrellato e con una copertura in legno. La proprietaria veniva condannata in primo e secondo grado. La difesa, nel ricorrere in Cassazione, sosteneva che il reato fosse ormai prescritto.

I Motivi del Ricorso

La ricorrente basava la sua difesa su due argomentazioni principali:
1. Errata individuazione del momento consumativo del reato: Secondo la difesa, una foto aerea (ortofoto) dimostrava l’esistenza del manufatto già nel 2017. Pertanto, il termine di prescrizione sarebbe dovuto decorrere da quella data, estinguendo il reato prima della sentenza di primo grado.
2. Applicazione della legge più favorevole: La difesa sosteneva che, a seguito delle recenti riforme, le norme sulla sospensione della prescrizione introdotte dalla ‘legge Orlando’ (L. 103/2017) non fossero più applicabili. Si sarebbe dovuta applicare la precedente e più favorevole ‘legge Cirielli’, che non prevedeva la sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

La Decisione della Corte sulla prescrizione abuso edilizio

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, ritenendoli infondati. I giudici hanno chiarito in modo definitivo la disciplina applicabile, confermando la condanna.

Le Motivazioni

Sull’ultimazione del reato edilizio

La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento: un immobile ad uso abitativo non può considerarsi ‘ultimato’ fino al completamento di tutte le opere di rifinitura, interne ed esterne. La semplice esistenza della struttura ‘al rustico’ non è sufficiente a far decorrere la prescrizione. Il reato edilizio è un reato permanente, la cui consumazione cessa solo con la fine dei lavori o, come in questo caso, con l’interruzione forzata degli stessi a seguito di un provvedimento come il sequestro.

Nel caso specifico, al momento del sopralluogo e del sequestro (avvenuto il 5 aprile 2018), i lavori non erano affatto completi, mancando infissi, intonaci e altre finiture. Di conseguenza, è quella la data da cui far partire il calcolo della prescrizione, rendendo irrilevante l’esistenza del manufatto in una foto aerea dell’anno precedente, che non ne dimostrava lo stato di completamento.

Sulla successione delle leggi in materia di prescrizione

Questo è il punto più complesso e rilevante della sentenza. La Corte, richiamando una recentissima decisione delle Sezioni Unite, ha risolto il contrasto giurisprudenziale sulla legge applicabile ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Il reato in esame è stato commesso il 5 aprile 2018, ricadendo pienamente in questo intervallo temporale. Pertanto, si applica la disciplina della ‘legge Orlando’, che prevedeva specifici periodi di sospensione della prescrizione dopo le sentenze di primo e secondo grado. La Corte ha chiarito che le successive riforme (Bonafede e Cartabia) non hanno determinato un ritorno alla normativa precedente più favorevole (‘reviviscenza’ della legge Cirielli), ma hanno introdotto regimi applicabili solo ai reati commessi in periodi successivi.

Di conseguenza, il calcolo effettuato dai giudici di merito era corretto: il termine di prescrizione era stato legittimamente sospeso a seguito della sentenza di primo grado e di quella d’appello, e non era ancora maturato al momento della decisione della Cassazione.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida due principi fondamentali per chi si occupa di diritto penale dell’edilizia. Innanzitutto, per la prescrizione abuso edilizio, il momento consumativo coincide con il totale completamento dell’opera, incluse le finiture, o con il sequestro. In secondo luogo, per i reati commessi tra l’agosto 2017 e la fine del 2019, le cause di sospensione della prescrizione introdotte dalla legge Orlando restano pienamente efficaci, allungando i tempi necessari per l’estinzione del reato. Una decisione che fornisce certezza giuridica su un tema caratterizzato da una complessa evoluzione normativa.

Quando si considera completato un reato di abuso edilizio ai fini della prescrizione?
Secondo la sentenza, il reato si considera completato non con la fine delle opere strutturali, ma solo quando sono state realizzate tutte le rifiniture interne ed esterne (es. intonaci, infissi, pavimenti) che rendono l’immobile utilizzabile. Se i lavori vengono interrotti da un sequestro, la prescrizione inizia a decorrere da quel momento.

Quale legge regola la prescrizione per gli abusi edilizi commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019?
Per i reati commessi in questo specifico intervallo di tempo, si applica la disciplina introdotta dalla legge n. 103/2017 (c.d. legge Orlando), che prevede la sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e dopo quella di secondo grado, per un periodo massimo di un anno e sei mesi per ciascun grado.

Il sequestro di un cantiere abusivo interrompe la consumazione del reato?
Sì. Il reato edilizio è un reato ‘permanente’, la cui condotta illecita si protrae nel tempo finché durano i lavori. Il sequestro, interrompendo forzatamente i lavori, fa cessare la permanenza del reato e da quel momento inizia a decorrere il termine di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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