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Prescrizione abusi edilizi: nuove regole spiegate

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due cittadini condannati per un abuso edilizio. Il caso è cruciale per aver chiarito l’applicazione delle nuove norme sulla prescrizione abusi edilizi. La Corte ha stabilito che per i reati commessi nel 2018, si applica la disciplina della sospensione introdotta dalla legge n. 103/2017 (Riforma Orlando), posticipando di conseguenza il termine di prescrizione e confermando la condanna.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione abusi edilizi: Le Sezioni Unite chiariscono le nuove regole

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiave di lettura sulle nuove tempistiche della prescrizione abusi edilizi. Il caso, relativo a lavori edili non autorizzati, ha permesso ai giudici di fare il punto sulla disciplina della sospensione della prescrizione introdotta dalla Riforma Orlando (legge n. 103/2017), confermando la sua piena applicabilità ai reati commessi durante il suo periodo di vigenza.

I Fatti del Caso: un abuso edilizio e il ricorso in Cassazione

Due cittadini erano stati condannati in primo e secondo grado per aver realizzato, in concorso tra loro, opere edilizie abusive. Nello specifico, avevano costruito due solai in un vecchio fabbricato, in violazione dell’art. 44 del d.P.R. n. 380 del 2001. La condanna prevedeva una pena di 4 mesi di arresto e 14.000 euro di ammenda per ciascuno.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su quattro motivi principali, tra cui la presunta nullità della sentenza di primo grado per difetto di motivazione e, soprattutto, l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione.

I Motivi del Ricorso: dalla motivazione alla prescrizione

La difesa sosteneva che il reato, commesso fino al 6 ottobre 2018, si fosse prescritto il 6 ottobre 2023, quindi prima della sentenza d’appello. Gli altri motivi contestavano la valutazione delle prove e la congruità della pena inflitta. Tuttavia, è stato proprio il tema della prescrizione a diventare il fulcro della decisione della Suprema Corte, offrendo l’occasione per un chiarimento di portata generale.

L’Analisi della Corte e la prescrizione abusi edilizi

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici hanno rapidamente liquidato i primi tre motivi, ribadendo che il giudizio di legittimità non consente una nuova valutazione dei fatti e che le motivazioni delle sentenze di merito erano logiche e coerenti.

Il punto cruciale, però, riguarda il quarto motivo. La Corte ha stabilito che l’eccezione sulla prescrizione abusi edilizi era infondata. Il reato, essendo stato commesso nel 2018, ricade pienamente nel campo di applicazione della legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta Riforma Orlando).

La Disciplina della Sospensione

La Corte ha richiamato una recentissima e fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 20989 del 2025), la quale ha sancito che la disciplina della sospensione della prescrizione, introdotta dalla Riforma Orlando, si applica a tutti i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. Tale disciplina non è stata abrogata con effetti retroattivi dalle leggi successive (la n. 3 del 2019 e la n. 134 del 2021). Di conseguenza, per il reato contestato, tenendo conto delle sospensioni intervenute, il termine di prescrizione non era affatto maturato, ma era proiettato al 13 aprile 2026.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Cassazione si fondano su un’interpretazione rigorosa della successione delle leggi penali nel tempo. La Corte ha chiarito che la Riforma Orlando ha introdotto un regime specifico per la sospensione della prescrizione e che tale regime rimane valido per i reati commessi sotto la sua vigenza. L’argomentazione dei ricorrenti, basata su un calcolo dei termini che non teneva conto di questa normativa speciale, è stata giudicata errata in diritto. La decisione sottolinea la volontà del legislatore di allungare i tempi necessari per l’estinzione dei reati, garantendo una maggiore efficacia dell’azione penale. Dichiarando inammissibile il ricorso, la Corte ha quindi confermato la condanna e ha posto a carico dei ricorrenti il pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è di notevole importanza pratica. Essa consolida l’orientamento delle Sezioni Unite e fornisce un’indicazione chiara a operatori del diritto e cittadini: per i reati edilizi commessi tra l’agosto 2017 e la fine del 2019, i termini di prescrizione devono essere calcolati applicando le regole di sospensione della Riforma Orlando. Questo significa che i tempi per l’estinzione di tali reati sono più lunghi di quanto si potesse ritenere in precedenza, con conseguenze dirette sulla durata dei processi e sulla possibilità di giungere a una sentenza definitiva. La decisione ribadisce la non retroattività delle modifiche successive, cristallizzando l’applicazione della legge vigente al momento della commissione del fatto.

Quando matura la prescrizione per un abuso edilizio commesso nel 2018?
Secondo la decisione, per un reato contravvenzionale commesso il 6 ottobre 2018, la prescrizione, tenendo conto delle sospensioni previste dalla legge n. 103/2017 (Riforma Orlando), matura il 13 aprile 2026 e non nel 2023.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tutti i motivi sono stati ritenuti manifestamente infondati. I primi tre motivi tendevano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, mentre il motivo sulla prescrizione era giuridicamente errato alla luce della normativa applicabile e della recente interpretazione delle Sezioni Unite.

Quale legge regola la prescrizione per i reati commessi tra il 2017 e il 2019?
La sentenza chiarisce che per i reati commessi nel periodo di vigenza della legge n. 103 del 2017 (cioè dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019), si applica la disciplina della sospensione del corso della prescrizione introdotta da tale legge, la quale non è stata abrogata con effetti retroattivi da interventi legislativi successivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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