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Prelievo ematico senza consenso: è valido? Cassazione

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista sottoposto a prelievo ematico senza consenso dopo un incidente. Poiché l’imputato era in stato di incoscienza in ospedale, il consenso non era necessario per l’accertamento del tasso alcolemico, in linea con la giurisprudenza consolidata.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo Ematico Senza Consenso: Quando è Legittimo? L’Analisi della Cassazione

Il prelievo ematico senza consenso per accertare il reato di guida in stato di ebbrezza è una questione che tocca delicati equilibri tra la necessità di reprimere condotte pericolose e la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: quando l’accertamento avviene presso una struttura ospedaliera, il consenso dell’interessato non è un requisito necessario per la validità della prova. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Incidente e Ricovero d’Urgenza

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. A seguito di un incidente stradale, l’uomo era stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso in condizioni critiche, definite come “di stress respiratorio e ricoverato in rianimazione”. Durante le cure mediche, su richiesta della polizia giudiziaria, era stato effettuato un prelievo di sangue per misurare il tasso alcolemico, risultato poi superiore ai limiti di legge.

Il Ricorso in Cassazione: La Tesi della Difesa

La difesa dell’imputato ha basato il proprio ricorso sulla presunta illegittimità dell’accertamento. Secondo il ricorrente, il prelievo era stato eseguito senza che gli fosse stata data un’adeguata informazione sulla natura e sulla funzione dell’esame e, di conseguenza, senza un “valido e consapevole consenso”. Tale mancanza avrebbe comportato una violazione del suo diritto di difesa, rendendo la prova del tasso alcolemico inutilizzabile.

La Decisione della Corte sul Prelievo Ematico Senza Consenso

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici hanno chiarito che, nelle specifiche circostanze, l’accertamento era pienamente legittimo, anche in assenza di un consenso esplicito.

La Condizione dell’Imputato

Un punto centrale della decisione riguarda lo stato di salute dell’imputato al momento del ricovero. Essendo in condizioni tali da non poter ricevere alcun avviso o prestare alcun consenso, la questione del consenso informato diventava irrilevante. La priorità, in quel contesto, era la tutela della sua salute.

Il Principio di Diritto Consolidato

Al di là della condizione specifica dell’imputato, la Corte ha ribadito un principio giuridico ormai consolidato. La disciplina prevista dall’art. 186 del Codice della Strada per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza, attuando una riserva di legge prevista dalla Costituzione, non richiede un preventivo consenso dell’interessato per il prelievo ematico effettuato presso una struttura sanitaria. La mancanza di consenso, pertanto, non costituisce una causa di “inutilizzabilità patologica” degli esami.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una giurisprudenza costante e chiara. L’esigenza di tutelare la sicurezza stradale e di accertare un reato grave come la guida in stato di ebbrezza giustifica la procedura, purché avvenga in un contesto medico-sanitario. L’accertamento, anche se richiesto dalla polizia giudiziaria, si inserisce in un protocollo ospedaliero che garantisce la corretta esecuzione del prelievo. Di conseguenza, la prova acquisita è pienamente utilizzabile nel processo penale per fondare una sentenza di condanna. La Corte ha ritenuto le argomentazioni della difesa in “palese contrasto con il dato normativo e con la consolidata giurisprudenza di legittimità”, confermando così la validità della sentenza impugnata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che il diritto di difesa non può essere invocato per ostacolare accertamenti urgenti e necessari quando sussistono precisi presupposti di legge. In particolare, per il reato di guida in stato di ebbrezza, il prelievo ematico senza consenso in ospedale è considerato legittimo. La decisione sottolinea come la procedura sia bilanciata: da un lato, l’accertamento coattivo è limitato a specifiche ipotesi previste dalla legge; dall’altro, l’esecuzione in ambiente sanitario tutela l’integrità fisica della persona. Per gli automobilisti, ciò significa che, in caso di incidente con ricovero, le autorità possono legittimamente richiedere un test alcolemico anche senza il loro consenso esplicito.

È necessario il consenso dell’interessato per un prelievo ematico finalizzato a verificare lo stato di ebbrezza, se eseguito in ospedale?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, la specifica disciplina per l’accertamento del reato di guida in stato d’ebbrezza non prevede alcun preventivo consenso dell’interessato al prelievo di campioni ematici effettuato presso una struttura ospedaliera.

Cosa succede se l’automobilista non è in condizioni di prestare il consenso al prelievo, ad esempio perché incosciente?
Anche in questo caso, il prelievo è legittimo. La Corte ha specificato che se l’imputato non è in grado di ricevere alcun avviso o di prestare consenso a causa delle sue condizioni di salute, l’accertamento può comunque essere effettuato validamente.

La mancanza di consenso rende inutilizzabile la prova del tasso alcolemico ottenuta tramite prelievo ematico?
No. La mancanza di consenso dell’imputato al prelievo del campione ematico per l’accertamento del reato di guida in stato d’ebbrezza non costituisce una causa di inutilizzabilità degli esami compiuti presso una struttura ospedaliera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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