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Prelievo ematico sanitario: valido senza avviso legale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di alterazione da stupefacenti. La Corte ha stabilito che i risultati del prelievo ematico sanitario, eseguito in ospedale per finalità di cura a seguito di un incidente, sono utilizzabili come prova nel processo penale anche se al conducente non è stato dato il preventivo avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore. La decisione si basa sulla distinzione tra un prelievo richiesto dalla polizia giudiziaria e uno disposto autonomamente dai sanitari per esigenze diagnostiche.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo Ematico Sanitario: Prova Valida Senza Avviso al Difensore

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in materia di guida sotto l’effetto di stupefacenti: il prelievo ematico sanitario, eseguito per finalità di cura, costituisce una prova pienamente utilizzabile, anche in assenza dell’avviso all’indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale, bilanciando il diritto alla salute e le esigenze di accertamento dei reati.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 187 del Codice della Strada. A seguito di un incidente stradale, l’uomo era stato trasportato d’urgenza in ospedale. A causa di un improvviso peggioramento delle sue condizioni, culminato in uno stato di incoscienza, i sanitari avevano effettuato un prelievo di sangue come parte del protocollo di cura. Le analisi avevano rivelato la presenza di più sostanze stupefacenti. La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’inutilizzabilità dei risultati del test, poiché il prelievo era stato eseguito senza il preventivo avviso della facoltà di farsi assistere da un legale.

La Questione Giuridica: Due Tipi di Prelievo

Il cuore della questione risiede nella distinzione tra due diverse tipologie di prelievo ematico:

1. Prelievo su richiesta della Polizia Giudiziaria: Quando le forze dell’ordine, nell’ambito di un’indagine, richiedono espressamente al personale sanitario di effettuare un prelievo di sangue sull’indagato per accertare la presenza di alcol o droghe. In questo caso, trattandosi di un atto di indagine, è obbligatorio l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore.

2. Prelievo ematico sanitario: Quando il prelievo viene eseguito autonomamente dai medici per esigenze diagnostiche e terapeutiche, come parte del protocollo di cura del paziente (ad esempio, dopo un incidente). In questo scenario, l’atto non ha finalità investigative ma sanitarie.

Nel caso in esame, la polizia giudiziaria si era limitata ad acquisire in un secondo momento la documentazione medica contenente i risultati delle analisi già disposte dai medici.

La Decisione e le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato e confermando la validità delle prove acquisite.

Le Motivazioni

I giudici hanno ribadito un principio ormai consolidato: l’obbligo di dare l’avviso di farsi assistere da un difensore sussiste solo quando il prelievo ematico viene eseguito su richiesta specifica della polizia giudiziaria. Al contrario, tale obbligo non sorge quando il prelievo rientra in un protocollo medico di emergenza per la cura del paziente. In tale circostanza, la successiva acquisizione dei risultati da parte delle forze dell’ordine è un’attività di acquisizione documentale, non un atto di indagine che richiede garanzie difensive specifiche. La Corte ha precisato che la tutela della salute del paziente, che necessita di cure e diagnosi immediate, è preminente. La polizia giudiziaria, limitandosi a raccogliere i referti di analisi già effettuate per scopi sanitari, agisce legittimamente e la prova è pienamente utilizzabile nel processo penale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la certezza del diritto su un tema di grande rilevanza pratica. La distinzione tra prelievo a fini investigativi e prelievo a fini sanitari è netta: solo nel primo caso scattano le garanzie difensive previste dall’art. 114 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. La decisione sottolinea come il diritto alla difesa debba essere contemperato con le esigenze di tutela della salute individuale e di accertamento della verità processuale. Gli operatori del diritto e le forze dell’ordine hanno quindi una chiara indicazione sull’utilizzabilità di prove mediche cruciali per la repressione di reati gravi come la guida in stato di alterazione.

Quando un prelievo di sangue effettuato in ospedale è una prova valida per la guida sotto stupefacenti?
È una prova valida quando il prelievo viene eseguito autonomamente dal personale sanitario per finalità diagnostiche e di cura del paziente (ad esempio, a seguito di un incidente stradale), e non su specifica richiesta della polizia giudiziaria a fini investigativi.

È sempre necessario l’avviso di farsi assistere da un difensore prima di un prelievo ematico?
No. L’avviso è obbligatorio solo quando la polizia giudiziaria richiede espressamente che venga effettuato un prelievo ematico su una persona ai fini di accertamento del reato. Non è necessario se il prelievo avviene nell’ambito di un protocollo medico e la polizia si limita successivamente ad acquisirne i risultati.

Cosa succede se la polizia giudiziaria acquisisce i risultati di un’analisi del sangue già fatta dai medici per curare un paziente?
Secondo la Corte di Cassazione, questa attività è una mera acquisizione di documenti e non un atto di indagine invasivo. Pertanto, non richiede l’avviso preventivo al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore, e i risultati delle analisi sono pienamente utilizzabili come prova nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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