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Prelievo ematico: quando l’avviso al difensore è nullo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9352/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il punto centrale riguarda l’utilizzabilità del prelievo ematico effettuato in ospedale per finalità mediche. La Corte ha stabilito che, se la polizia si limita ad acquisire la documentazione di un’analisi già eseguita per scopi di diagnosi e cura, non è necessario il preventivo avviso all’indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo Ematico per Alcoltest: Quando l’Avviso al Difensore Non È Necessario

L’accertamento della guida in stato di ebbrezza tramite prelievo ematico è una procedura comune ma delicata, che si colloca al confine tra esigenze investigative e tutela del diritto di difesa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale: la validità dei risultati del test alcolemico quando il prelievo è eseguito per scopi medici e solo successivamente acquisito dalla polizia. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’articolo 186 del Codice della Strada. La condanna si basava sui risultati di un’analisi del sangue effettuata presso una struttura sanitaria. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Inutilizzabilità dei risultati: Sosteneva che l’esito del test alcolemico non potesse essere utilizzato nel processo perché il prelievo ematico era stato eseguito senza il preventivo avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore.
2. Violazione procedurale: Lamentava l’omessa comunicazione, subito dopo la lettura della sentenza, dell’avviso relativo alla possibilità di richiedere pene sostitutive, come previsto dall’art. 545-bis del codice di procedura penale.

La Questione Giuridica: Prelievo Ematico e Garanzie Difensive

Il cuore della controversia risiede nella distinzione tra un atto di indagine richiesto dalla polizia giudiziaria e l’acquisizione di documentazione medica preesistente. Secondo la difesa, qualsiasi prelievo ematico volto ad accertare il tasso alcolemico deve essere considerato un atto di indagine urgente e, come tale, necessita delle garanzie difensive, prima tra tutte l’avviso di farsi assistere da un legale.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a stabilire se questo obbligo sussista anche quando il prelievo non è stato ordinato dalla polizia, ma effettuato autonomamente dal personale medico per finalità di diagnosi e cura del paziente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile e fornendo importanti chiarimenti su entrambi i punti sollevati dalla difesa.

La Validità del Prelievo Ematico Senza Avviso

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile. La Corte ha confermato la correttezza del ragionamento dei giudici di merito, basandosi sulla sequenza temporale dei fatti:
2 novembre 2019: Il prelievo viene eseguito in ospedale per finalità di diagnosi e cura.
6 novembre 2019: L’esito dell’analisi viene refertato.
12 novembre 2019: Solo in questa data la polizia locale fa richiesta di acquisire la documentazione.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’obbligo di preavviso al conducente di farsi assistere da un difensore sussiste soltanto quando la polizia giudiziaria richiede l’effettuazione di un prelievo ematico specifico per l’accertamento del tasso alcolemico. Lo stesso obbligo vale se la polizia chiede che tale accertamento venga svolto su un campione di sangue già prelevato per altre finalità.

Tuttavia, l’obbligo non sussiste quando l’attività della polizia si limita ad acquisire, a posteriori, la documentazione medica relativa a un’analisi già effettuata autonomamente dalla struttura sanitaria per scopi terapeutici. In questo scenario, non si tratta di un atto di indagine della polizia, ma della semplice acquisizione di una prova documentale.

L’Omissione dell’Avviso sulle Pene Sostitutive

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha specificato che l’omessa formulazione dell’avviso previsto dall’art. 545-bis c.p.p. subito dopo la lettura del dispositivo non comporta la nullità della sentenza. Tale omissione, secondo gli Ermellini, presuppone una valutazione implicita da parte del giudice sulla non sussistenza dei presupposti per accedere a misure sostitutive.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. La distinzione tra un prelievo richiesto dalla polizia e l’acquisizione di referti medici è netta e determina il perimetro delle garanzie difensive. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, emerge una chiara indicazione: i risultati di un test alcolemico effettuato in ospedale per ragioni sanitarie sono pienamente utilizzabili come prova nel processo per guida in stato di ebbrezza, anche in assenza dell’avviso di farsi assistere da un difensore, poiché l’atto medico non è stato originato da una richiesta investigativa.

È sempre necessario l’avviso di farsi assistere da un difensore prima di un prelievo ematico per l’alcoltest?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’avviso è obbligatorio solo quando la polizia giudiziaria richiede l’effettuazione del prelievo per accertare il tasso alcolemico o richiede che tale analisi venga fatta su un campione già prelevato. Non è necessario se la polizia si limita ad acquisire la documentazione di un prelievo già effettuato autonomamente dall’ospedale per scopi di cura.

Cosa succede se la polizia acquisisce i risultati di un prelievo di sangue fatto in ospedale per motivi di cura?
I risultati sono pienamente utilizzabili nel processo. In questo caso, la polizia non compie un atto di indagine che richiede garanzie difensive, ma acquisisce semplicemente una prova documentale già esistente.

La mancata comunicazione dell’avviso sulle pene sostitutive dopo la lettura del dispositivo rende nulla la sentenza?
No. La Corte ha stabilito che tale omissione non comporta la nullità della sentenza, in quanto presuppone una valutazione implicita del giudice circa l’insussistenza dei presupposti per concedere tali misure.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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