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Prelievo ematico incosciente: valido senza consenso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38109/2024, ha confermato la validità del prelievo ematico effettuato su un conducente in stato di incoscienza a seguito di un incidente stradale. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, stabilendo che lo stato di incoscienza rende impossibile l’avviso al difensore e irrilevante la mancanza di consenso, poiché il test rientra nei protocolli sanitari volti a tutelare la salute del paziente stesso. I risultati sono quindi pienamente utilizzabili nel processo penale per guida in stato di ebbrezza.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo ematico incosciente: valido senza consenso né avviso al difensore

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, torna a pronunciarsi su un tema cruciale che interseca diritto alla salute e accertamento dei reati: la legittimità del prelievo ematico incosciente eseguito su un conducente dopo un incidente stradale. La decisione chiarisce che i risultati di tale test sono pienamente utilizzabili nel processo penale, anche in assenza del consenso dell’interessato e del preventivo avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un incidente stradale a seguito del quale un automobilista veniva soccorso e trasportato in ospedale in gravi condizioni di salute e in stato di incoscienza. Durante il ricovero, nell’ambito dei protocolli sanitari di emergenza, il personale medico effettuava un prelievo di sangue. Le analisi rivelavano un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge, portando alla condanna dell’uomo per il reato di guida in stato di ebbrezza. La difesa dell’imputato presentava ricorso in Cassazione, lamentando la violazione di norme processuali fondamentali.

La questione giuridica: Il prelievo ematico su soggetto incosciente è legittimo?

Il ricorrente sollevava due principali doglianze:
1. Violazione del diritto di difesa: Sosteneva la nullità degli accertamenti per il mancato avviso, previsto dall’art. 114 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, di farsi assistere da un difensore di fiducia prima di procedere al prelievo.
2. Mancanza di consenso: Contestava l’utilizzabilità dei risultati delle analisi in quanto il prelievo era stato effettuato senza il suo consenso esplicito, trovandosi egli in stato di incoscienza.

La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a bilanciare le garanzie difensive e il principio del consenso informato con la necessità di accertare i reati e, soprattutto, con la tutela del diritto alla salute.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni della difesa manifestamente infondate e ribadendo principi giurisprudenziali consolidati.

Lo stato di incoscienza e l’avviso al difensore

I giudici hanno chiarito che l’obbligo di dare avviso della facoltà di farsi assistere da un legale non sussiste quando l’interessato si trova in uno stato di incoscienza che rende materialmente impossibile qualsiasi forma di comunicazione. L’avviso è un atto destinato a una persona in grado di comprenderlo e di esercitare il relativo diritto. Poiché il conducente era incosciente a causa del trauma subito nell’incidente, la mancata notifica non produce alcuna nullità o inutilizzabilità degli atti. Inoltre, il prelievo era stato disposto primariamente per finalità sanitarie, nell’ambito dei protocolli di cura del paziente.

La rilevanza del consenso nel prelievo ematico

Ancora più netto è il ragionamento sul consenso. La Corte ha ribadito che i risultati di un prelievo ematico incosciente, eseguito per esigenze diagnostiche e di cura presso una struttura ospedaliera pubblica, sono sempre utilizzabili per l’accertamento del reato di guida in stato di ebbrezza. L’acquisizione della documentazione medica contenente il tasso alcolemico è una prova documentale legittima. L’irrilevanza del consenso in queste circostanze deriva dal fatto che il trattamento sanitario è giustificato dalla tutela del diritto fondamentale alla salute del paziente, che in stato di incoscienza non può esprimere alcuna volontà. L’unica ipotesi che renderebbe le analisi inutilizzabili sarebbe un espresso e consapevole rifiuto al trattamento sanitario manifestato dal paziente prima di perdere conoscenza, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un orientamento giurisprudenziale chiaro e coerente: la tutela della vita e della salute prevale sulle formalità procedurali quando queste sono oggettivamente inesigibili. La Corte stabilisce che, in caso di incidente stradale con conseguente stato di incoscienza del conducente, il prelievo ematico effettuato dal personale sanitario per finalità di cura è un atto medico legittimo. I risultati di tale accertamento, anche se richiesti dalla polizia giudiziaria, possono essere acquisiti e utilizzati come prova nel processo penale senza che sia necessario il consenso del soggetto o il preventivo avviso al difensore, reso impossibile dalle condizioni cliniche dell’interessato. La decisione bilancia correttamente la necessità di reprimere condotte pericolose come la guida in stato di ebbrezza con la protezione dei diritti fondamentali dell’individuo, primo fra tutti quello alla salute.

È necessario il consenso del conducente per un prelievo di sangue dopo un incidente se è incosciente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se il prelievo ematico è eseguito nell’ambito di un protocollo sanitario per finalità di cura su un paziente incosciente, il consenso non è necessario ai fini dell’utilizzabilità processuale dei risultati.

La polizia deve avvisare il conducente incosciente della facoltà di farsi assistere da un avvocato prima del prelievo ematico?
No. La Corte ha stabilito che l’obbligo di dare tale avviso non sussiste quando lo stato di incoscienza del soggetto rende impossibile qualsiasi forma di comunicazione e la comprensione dell’avviso stesso.

I risultati di un prelievo ematico, eseguito per ragioni mediche su un guidatore incosciente, possono essere usati nel processo penale per guida in stato di ebbrezza?
Sì. I risultati sono pienamente utilizzabili come prova, in quanto acquisiti attraverso la documentazione medica redatta dal personale sanitario. Lo stato di necessità legato alla tutela della salute del paziente giustifica il trattamento e rende i dati raccolti legittimi ai fini processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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