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Prelievo ematico avviso difensore: quando è valido?

La Corte di Cassazione ha stabilito la piena validità di un accertamento del tasso alcolemico anche quando l’avviso della facoltà di farsi assistere da un legale è stato dato dopo il prelievo ematico. Secondo la Corte, il momento cruciale che richiede la garanzia difensiva è l’esecuzione dell’analisi, considerata atto irripetibile, e non il prelievo materiale del sangue. Pertanto, se l’avviso precede l’analisi, la procedura è legittima. La sentenza chiarisce un importante aspetto procedurale in materia di prelievo ematico e avviso al difensore.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prelievo ematico e avviso al difensore: la Cassazione chiarisce la validità dell’atto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 22988 del 2024, affronta una questione cruciale in materia di guida in stato di ebbrezza: la validità dell’accertamento quando il prelievo ematico precede l’avviso al difensore. La Suprema Corte ha confermato la condanna di un automobilista, chiarendo che la procedura è legittima se l’avviso di farsi assistere da un legale viene dato prima dell’esecuzione delle analisi sul campione di sangue, anche se dopo il prelievo stesso.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per guida in stato di ebbrezza, reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. La difesa proponeva ricorso in Cassazione sostenendo la nullità dell’accertamento. Nello specifico, il prelievo di sangue in ospedale era stato effettuato alle ore 16:50, ma l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore era stato formalizzato solo successivamente, alle ore 18:23. La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto che fosse stato eseguito un secondo prelievo contestualmente all’avviso, un’inesattezza fattuale (tecnicamente un “travisamento della prova”) che la Cassazione ha riconosciuto, pur senza modificare l’esito del giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Pur ammettendo l’errore della Corte territoriale sull’esistenza di un secondo prelievo, i giudici hanno affermato un principio di diritto fondamentale: ciò che conta non è il momento del prelievo fisico del sangue, ma quello dell’analisi del campione.

Le Motivazioni: la validità del prelievo ematico e l’avviso al difensore

Le motivazioni della sentenza si concentrano sulla natura dell’accertamento e sul momento in cui le garanzie difensive devono essere attivate.

Il Momento Rilevante per l’Avviso

La Corte ha spiegato che l'”atto irripetibile”, che richiede l’avviso previsto dall’art. 114 disp. att. c.p.p., non è il mero prelievo materiale del campione di sangue, bensì l’analisi tecnica volta a determinare il tasso alcolemico. Nel caso di specie, l’avviso era stato dato all’imputato alle 18:23, mentre le analisi erano state eseguite solo due giorni dopo. Di conseguenza, al momento dell’esecuzione dell’atto di indagine vero e proprio (l’analisi), l’indagato era stato pienamente informato della sua facoltà di nominare un difensore. Questo rende l’accertamento del tutto legittimo e utilizzabile nel processo.

Il Principio Giurisprudenziale Consolidato

La sentenza ribadisce un orientamento già consolidato. La polizia giudiziaria deve sempre dare l’avviso al conducente, non solo quando richiede un prelievo ematico ad hoc, ma anche quando decide di utilizzare per fini di indagine un campione di sangue già prelevato dalla struttura sanitaria per scopi di diagnosi e cura. Sulla base di questo principio, l’avviso formalizzato alle ore 18:23 è stato ritenuto idoneo a legittimare l’uso del campione prelevato alle 16:50, poiché ha garantito il diritto di difesa prima che l’accertamento tecnico fosse compiuto.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un importante principio di procedura penale: la garanzia difensiva dell’avviso di farsi assistere da un legale è legata all’esecuzione dell’accertamento tecnico-scientifico, considerato l’atto di indagine vero e proprio. La temporalità dell’avviso va valutata in relazione all’analisi del campione e non al prelievo fisico. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò significa che la validità di un test alcolemico su sangue non è compromessa se l’avviso è successivo al prelievo, purché preceda l’inizio delle operazioni di analisi.

È valido un test alcolemico se l’avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore viene dato dopo il prelievo di sangue?
Sì, secondo la sentenza è valido. L’importante è che l’avviso sia dato prima che vengano eseguite le analisi sul campione di sangue, poiché è l’analisi stessa a costituire l’atto di indagine irripetibile che richiede la garanzia difensiva.

Qual è l’atto ‘irripetibile’ che rende necessario l’avviso al difensore nel caso di prelievo ematico?
L’atto irripetibile non è il prelievo fisico del sangue, ma l’esecuzione dell’analisi tecnica sul campione prelevato per determinare il tasso alcolemico. È prima di questo momento che l’indagato deve essere informato della possibilità di farsi assistere da un legale.

Il consenso dell’interessato è necessario per il prelievo di sangue richiesto dalla polizia giudiziaria a fini di accertamento?
La sentenza richiama un principio giurisprudenziale secondo cui, per il prelievo di campioni biologici effettuato su richiesta della polizia giudiziaria ai fini dell’accertamento del tasso alcolemico, non è previsto un preventivo consenso dell’interessato, in attuazione della riserva di legge stabilita dall’art. 13 della Costituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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