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Potere istruttorio del giudice: il caso esaminato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto. L’imputato contestava la decisione del giudice di merito di acquisire d’ufficio una testimonianza decisiva. La Suprema Corte ha ribadito che il potere istruttorio del giudice, previsto dall’art. 507 c.p.p., serve a colmare le lacune probatorie per accertare la verità, anche in caso di inerzia delle parti, confermando la legittimità dell’operato del giudice.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Potere Istruttorio del Giudice: Quando il Tribunale Può Cercare Nuove Prove

Nel processo penale, il giudice non è un mero arbitro passivo delle prove presentate dalle parti. La legge gli conferisce strumenti attivi per la ricerca della verità. Un caso recente, deciso dalla Corte di Cassazione, ha riaffermato l’importanza e l’ampiezza del potere istruttorio del giudice, delineato dall’articolo 507 del codice di procedura penale. Questa ordinanza offre uno spunto cruciale per comprendere quando e perché un giudice può intervenire per acquisire nuove prove, anche sopperendo a una mancanza delle parti processuali.

Il Caso: Un Ricorso contro l’Acquisizione di una Testimonianza Decisiva

Un individuo, condannato in appello per tentato furto aggravato, ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava la presunta illegittimità dell’acquisizione della testimonianza di un Brigadiere, disposta d’ufficio dal giudice ai sensi dell’art. 507 c.p.p. Secondo la difesa, tale iniziativa avrebbe violato le regole processuali. La testimonianza in questione si era rivelata decisiva per la condanna, poiché un altro teste non era stato in grado di riconoscere con certezza l’imputato durante un’individuazione fotografica.

Il Potere Istruttorio del Giudice secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. La decisione si basa su principi giurisprudenziali consolidati, in particolare una pronuncia delle Sezioni Unite, che chiariscono la natura e la funzione del potere istruttorio del giudice.

La Supplenza all’Inerzia delle Parti

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudice può esercitare il potere di disporre d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova, previsto dall’art. 507 c.p.p., anche in relazione a prove che le parti avrebbero potuto richiedere ma non hanno richiesto. Questo potere diventa un dovere quando le lacune o la contraddittorietà del quadro probatorio non consentono di arrivare a una decisione. In sostanza, il giudice può e deve intervenire per sanare l’inerzia delle parti se ciò è necessario per la completezza del giudizio.

L’Accertamento della Verità come Obiettivo Primario

L’ordinanza sottolinea che la finalità di questa norma è funzionale al “migliore accertamento della verità”. Questo obiettivo è un corollario naturale del principio di obbligatorietà dell’azione penale. Il processo non può concludersi con un’incertezza probatoria solo perché le parti non hanno fornito tutti gli elementi necessari. Il giudice ha la responsabilità di garantire che la decisione finale sia basata su un quadro cognitivo il più completo possibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha giudicato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni della difesa si ponevano in palese contrasto con la giurisprudenza di legittimità. Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri: la decisività della prova e la necessità di superare le lacune probatorie. Nel caso specifico, la testimonianza del Brigadiere era implicitamente ritenuta decisiva, dato che l’altro testimone non aveva fornito un riconoscimento certo. Il potere-dovere del giudice di attivare l’art. 507 c.p.p. si giustifica proprio in queste situazioni, dove senza un intervento istruttorio d’ufficio, il giudizio non potrebbe raggiungere una conclusione fondata. L’esercizio di tale potere non è arbitrario, ma finalizzato a garantire una decisione giusta e completa.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Essa conferma che il giudice nel processo penale ha un ruolo attivo nella ricerca della verità. Il potere istruttorio del giudice non è uno strumento eccezionale, ma una risorsa ordinaria per assicurare che la giustizia sia amministrata sulla base di un accertamento dei fatti il più possibile completo e attendibile. Per gli operatori del diritto, questa decisione ribadisce che le strategie processuali delle parti non possono paralizzare la capacità del giudice di giungere a una decisione equa, riaffermando la centralità del principio di accertamento della verità materiale.

Un giudice può disporre l’assunzione di una prova che le parti non hanno richiesto?
Sì, secondo l’art. 507 del codice di procedura penale e la giurisprudenza consolidata, il giudice può esercitare il potere di disporre d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova, anche con riferimento a quelle che le parti avrebbero potuto richiedere ma non hanno fatto.

Qual è lo scopo del potere istruttorio del giudice?
Lo scopo è superare le lacune e la contraddittorietà del quadro probatorio per consentire la decidibilità del giudizio. Questo potere è funzionale al migliore accertamento della verità, che è un corollario del principio di obbligatorietà dell’azione penale.

Cosa accade se un ricorso in Cassazione viene giudicato manifestamente infondato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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