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Possesso ingiustificato: la Cassazione chiarisce

La Cassazione analizza un caso di possesso ingiustificato di un tronchese e una mazza da baseball. Annulla per prescrizione la condanna per il tronchese, chiarendo che la giustificazione può essere fornita anche tardivamente, purché verificabile. Conferma la condanna per la mazza, ribadendo l’onere della prova a carico dell’imputato.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Possesso Ingiustificato di Arnesi e Armi Improprie: L’Analisi della Cassazione

Il tema del possesso ingiustificato di oggetti atti a offendere o di arnesi da scasso è di grande attualità e rilevanza pratica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3742/2024) offre importanti chiarimenti su due aspetti cruciali: il momento in cui fornire la giustificazione per il possesso di tali oggetti e la ripartizione dell’onere della prova. Il caso riguarda un uomo condannato per il possesso di un tronchese in ferro e di una mazza da baseball, trovati nel suo furgone durante un controllo.

I Fatti del Processo

L’imputato veniva condannato in primo grado e in appello per due reati, unificati dal vincolo della continuazione:
1. Possesso ingiustificato di un tronchese, strumento atto ad aprire o forzare serrature (ai sensi dell’art. 707 del codice penale).
2. Porto di una mazza da baseball, considerata un’arma impropria (ai sensi dell’art. 4 della legge 110/1975).

L’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando sia vizi procedurali (la mancata assunzione del suo esame in primo grado) sia vizi di merito, sostenendo di poter giustificare il possesso di entrambi gli oggetti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha emesso una decisione complessa, che accoglie parzialmente le ragioni del ricorrente. Nello specifico, ha:
* Annullato senza rinvio la sentenza per il reato di possesso del tronchese, dichiarandolo estinto per prescrizione.
* Dichiarato inammissibile il ricorso per il reato di porto della mazza da baseball, confermando di fatto la condanna su questo punto.

La sentenza è particolarmente interessante non tanto per l’esito finale, condizionato dalla prescrizione, ma per i principi di diritto espressi nelle sue motivazioni.

Le Motivazioni sul Possesso Ingiustificato del Tronchese

Il punto più significativo riguarda l’interpretazione dell’art. 707 c.p. sul possesso ingiustificato di arnesi da scasso. La Corte d’appello aveva sostenuto che la giustificazione dovesse essere fornita nell’immediatezza del controllo e dovesse essere contestualmente verificabile dagli agenti. La Cassazione ha corretto questa interpretazione.

La Giustificazione “Tardiva” è Ammissibile?

La Corte ha ribadito un orientamento secondo cui la legge non fissa un limite temporale per fornire la giustificazione. Pertanto, l’imputato può legittimamente fornire le proprie spiegazioni anche in un momento successivo al controllo, ad esempio durante il processo. Tuttavia, la Corte pone una condizione fondamentale: la giustificazione, seppur tardiva, deve essere ancora verificabile. L’imputato non può fornire una spiegazione in un momento in cui sia diventato impossibile accertarne la veridicità. Questa precisazione bilancia il diritto di difesa con la necessità di prevenire giustificazioni pretestuose e non riscontrabili.

L’Intervento della Prescrizione

Nonostante questo importante chiarimento, la Corte non è entrata nel merito della giustificazione fornita dall’imputato. Ha infatti rilevato che il reato, commesso nel gennaio 2018, si era prescritto nel gennaio 2023, prima della data dell’udienza in Cassazione. Di conseguenza, la condanna per questo capo d’imputazione è stata annullata per estinzione del reato.

Le Motivazioni sul Possesso Ingiustificato della Mazza da Baseball

Per quanto riguarda il porto della mazza da baseball, la Corte ha confermato l’impianto accusatorio. La mazza è un oggetto specificamente menzionato dalla legge tra quelli il cui porto fuori dalla propria abitazione è vietato senza un “giustificato motivo”.

L’Onere della Prova per le Armi Improprie

La Cassazione ha sottolineato che l’onere di provare l’esistenza del giustificato motivo grava interamente sull’imputato. Nel caso di specie, l’imputato aveva sostenuto di trasportare la mazza per giocare a baseball, affermando che nel furgone ci fossero anche una palla e un guanto. Tuttavia, questa affermazione non ha trovato alcun riscontro probatorio: né il verbale di perquisizione né la testimonianza del carabiniere che aveva operato il controllo menzionavano la presenza di tale attrezzatura sportiva. Di fronte a questa carenza di prove, la giustificazione è stata ritenuta non dimostrata e la condanna per questo reato è stata confermata. La Corte ha inoltre ritenuto corretta la negazione dell’attenuante del fatto di lieve entità, data la potenzialità lesiva dell’oggetto e il fatto che l’imputato circolasse con esso in piena notte.

Le Conclusioni

La sentenza offre due importanti principi guida. In primo luogo, per il reato di possesso ingiustificato di arnesi da scasso, la giustificazione può essere fornita anche dopo il controllo di polizia, ma deve rimanere oggettivamente verificabile dal giudice. In secondo luogo, per il porto di armi improprie come una mazza da baseball, spetta all’imputato dimostrare in modo pieno e convincente la ragione lecita del porto; una mera affermazione non supportata da prove non è sufficiente a evitare una condanna.

È possibile giustificare il possesso di un arnese da scasso in un momento successivo al controllo della polizia?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che la legge non impone di fornire la giustificazione immediatamente al momento del controllo. È possibile fornirla anche successivamente, durante il processo, a condizione però che la veridicità di tale giustificazione sia ancora accertabile e verificabile.

Chi deve provare che il porto di una mazza da baseball è giustificato?
L’onere della prova grava interamente sull’imputato. Secondo la sentenza, poiché la mazza è un’arma impropria, chi la porta fuori dalla propria abitazione deve dimostrare in modo pieno e provato l’esistenza di un giustificato motivo (ad esempio, per uso sportivo). La sola affermazione, se non supportata da altri elementi, non è sufficiente.

L’assenza dell’imputato all’udienza in cui doveva essere esaminato rende il processo nullo?
No, secondo la Corte il mancato svolgimento dell’esame dell’imputato, che ne aveva fatto richiesta ma era assente, non costituisce una nullità assoluta. Inoltre, eventuali nullità a regime intermedio devono essere eccepite immediatamente dalla parte presente in udienza, e l’imputato ha comunque la possibilità di rendere dichiarazioni in altri momenti del processo, come in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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