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Possesso ingiustificato: Cassazione su ricorso tardivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per possesso ingiustificato di arnesi da scasso. La decisione si basa principalmente sulla tardività della presentazione del ricorso, ma la Corte ha anche ritenuto le censure manifestamente infondate nel merito. Ha chiarito che la presenza in un’auto con altri pregiudicati e con attrezzi atti allo scasso, in un contesto sospetto, è sufficiente a configurare il reato per tutti gli occupanti, negando inoltre l’applicabilità di attenuanti o cause di non punibilità.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Possesso Ingiustificato di Arnesi: La Cassazione e l’Importanza dei Termini

Il reato di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di arnesi atti allo scasso, previsto dall’art. 707 del codice penale, è una figura di reato volta a prevenire la commissione di delitti contro il patrimonio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 9613/2024, offre importanti chiarimenti non solo sulla configurabilità del reato in concorso, ma anche su aspetti procedurali cruciali, come la tardività del ricorso. Analizziamo insieme questo caso che sottolinea come la forma e la sostanza siano entrambe fondamentali nel processo penale.

I Fatti del Caso: Più che un Semplice Passaggio in Auto

Un uomo veniva condannato dal Tribunale di Enna per la contravvenzione di cui all’art. 707 c.p. La sua colpa era di essere stato trovato a bordo di un’auto, insieme ad altri due soggetti, in possesso di due cacciaviti, due scaldacollo e un coltello da cucina. Tutti e tre gli occupanti del veicolo avevano precedenti penali per reati contro il patrimonio. Il veicolo, inoltre, era stato noleggiato e notato aggirarsi in una zona dove di recente erano stati commessi diversi furti in abitazione. Nessuno dei tre era stato in grado di fornire una giustificazione plausibile per il possesso di quegli oggetti.

L’Appello e i Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato, che al momento del controllo si trovava sul sedile posteriore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diversi motivi:
1. Violazione di legge sul concorso di persone: Si sosteneva la totale assenza di motivazione riguardo la consapevolezza dell’imputato della presenza degli arnesi e della compagnia di persone già condannate.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: La difesa lamentava che il diniego fosse basato sul legittimo diritto al silenzio dell’imputato.
3. Esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Si contestava la valutazione di gravità del fatto, a fronte di una pena attestata sul minimo edittale.
4. Mancata applicazione di pene sostitutive: Si criticava l’omessa valutazione della possibilità di sostituire la pena detentiva.

La Decisione della Cassazione: il Possesso Ingiustificato e la Tardività

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi discussione nel merito. La decisione si fonda su una ragione preliminare e assorbente: la tardività.

La Questione della Tardività del Ricorso

Il primo scoglio, insuperabile, è stato di natura procedurale. La sentenza del Tribunale era stata pronunciata il 24 maggio 2023, con deposito delle motivazioni il 31 maggio, quindi entro il termine ordinario di 15 giorni. Da quel momento, la difesa aveva 30 giorni di tempo per impugnare. Il termine scadeva l’8 luglio 2023, ma il ricorso è stato depositato solo il 18 luglio, ben oltre il limite massimo. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’imputato che, pur presente all’inizio dell’udienza, si allontana prima della lettura del dispositivo, è considerato a tutti gli effetti “presente”. Di conseguenza, non si applicano i termini più ampi previsti per l’imputato assente.

L’Analisi nel Merito: Perché il Ricorso Sarebbe Stato Comunque Infondato

Pur potendosi fermare alla questione della tardività, la Suprema Corte ha voluto comunque specificare come il ricorso fosse anche “manifestamente infondato” nel merito. Questo rafforza la decisione e offre preziose indicazioni interpretative.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive. In primo luogo, ha chiarito che in un contesto come quello descritto (tre persone con precedenti specifici, in un’auto a noleggio, in una zona “calda” per i furti, con attrezzi da scasso e oggetti per il travisamento), il possesso ingiustificato degli strumenti è attribuibile a tutti gli occupanti del veicolo. Non rileva chi materialmente li avesse in tasca, poiché la situazione complessiva denota una comune disponibilità e una finalità condivisa. Sul diniego delle attenuanti generiche, i giudici hanno precisato che, sebbene il diritto al silenzio sia inviolabile e non possa essere penalizzato, la sua scelta, unita alla mancanza di qualsiasi altro elemento di valutazione positiva, legittima il giudice a non concedere il beneficio. Infine, la Corte ha ritenuto correttamente motivato anche il diniego della causa di non punibilità per tenuità del fatto e delle pene sostitutive, data la “complessiva rilevanza del fatto” e il contesto allarmante in cui si inseriva l’episodio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce due concetti chiave. Dal punto di vista procedurale, evidenzia l’importanza capitale del rispetto dei termini per le impugnazioni: un ritardo, anche di pochi giorni, può rendere vana qualsiasi argomentazione di merito, per quanto valida possa sembrare. Dal punto di vista sostanziale, conferma un’interpretazione rigorosa del reato di possesso ingiustificato: il contesto e gli indizi assumono un peso decisivo. Essere in compagnia di persone “sbagliate”, nel posto “sbagliato” e con gli oggetti “sbagliati”, anche senza una giustificazione, è sufficiente per essere considerati responsabili, a prescindere da chi sia il proprietario materiale degli arnesi.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato tardivo?
Un ricorso è considerato tardivo se viene depositato oltre il termine di legge, che, nel caso di motivazione depositata entro 15 giorni dalla pronuncia, è di 30 giorni. Il termine decorre dal deposito della motivazione della sentenza impugnata.

Essere semplice passeggero in un’auto con arnesi da scasso esclude la responsabilità per possesso ingiustificato?
No. Secondo la Corte, se il contesto generale è sospetto (ad esempio, la presenza di più persone con precedenti penali specifici in una zona a rischio), tutti gli occupanti del veicolo possono essere considerati possessori degli arnesi, in quanto si presume una comune disponibilità e finalità.

Il diritto al silenzio può comportare il diniego delle attenuanti generiche?
Il diritto al silenzio non può essere direttamente penalizzato. Tuttavia, la Corte chiarisce che la scelta di non collaborare, in assenza di altri elementi positivi da valutare, può legittimamente portare il giudice a ritenere non sussistenti i presupposti per la concessione delle circostanze attenuanti generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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