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Possesso documento falso: la copia non integra il reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza 21003/2024, ha annullato una condanna per il reato di possesso documento falso, stabilendo un principio fondamentale: la detenzione della sola fotocopia di un documento d’identità contraffatto non costituisce il reato previsto dall’art. 497-bis c.p. Tale norma, infatti, sanziona unicamente il possesso dell’originale falso, distinguendolo da altre condotte penalmente rilevanti come la truffa.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Possesso Documento Falso: la Copia non Basta per il Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21003/2024) ha fatto luce su un’importante distinzione nel reato di possesso documento falso: la detenzione della sola fotocopia non è sufficiente a configurare il delitto previsto dall’art. 497-bis del codice penale. Questa pronuncia chiarisce i confini della norma, differenziando il possesso materiale del documento contraffatto da altre condotte che, sebbene illecite, ricadono in diverse fattispecie di reato. Analizziamo insieme i fatti e le motivazioni di questa decisione cruciale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna emessa nei confronti di un individuo, ritenuto responsabile in concorso per i reati di truffa (art. 640 c.p.) e di possesso di documenti di identificazione falsi (art. 497-bis c.p.). In sostanza, l’imputato aveva consegnato a un professionista la fotocopia di una carta d’identità falsa, intestata a una persona inesistente, al fine di avviare un’impresa individuale e ottenere una partita IVA. Questa impresa è stata poi utilizzata come strumento per commettere una truffa.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano confermato la responsabilità penale per entrambi i reati, ritenendo che la consegna della fotocopia del documento falso integrasse gli estremi del delitto di cui all’art. 497-bis c.p.

La Questione Giuridica: il Reato di Possesso Documento Falso

Il nodo centrale del ricorso in Cassazione verteva proprio su questo punto: può il possesso documento falso, o meglio della sua fotocopia, far scattare la sanzione prevista dall’art. 497-bis c.p.? La difesa ha sostenuto che oggetto materiale della condotta dell’imputato era una semplice copia fotostatica e non il documento originale contraffatto, richiamando un importante principio stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza Marcis, n. 35814/2019).

Secondo tale principio, la formazione di una copia di un atto inesistente non costituisce reato di falsità materiale, a meno che la copia stessa non assuma l’apparenza di un atto originale. La questione era quindi stabilire se questo principio fosse applicabile anche al reato di possesso.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato limitatamente al reato di possesso documento falso, annullando la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

I giudici hanno chiarito che l’art. 497-bis c.p. è una norma posta a tutela della fede pubblica personale e sanziona la materiale falsificazione o il mero possesso del documento contraffatto valido per l’espatrio. L’oggetto materiale del reato è quindi il documento in sé, non una sua riproduzione.

La Corte ha specificato che, affinché si configuri il reato in esame, è necessario che l’agente detenga il documento originale falso, non una sua fotocopia utilizzata come tale. In altre parole, la legge punisce la disponibilità del falso certificato, la cui pericolosità risiede nella sua potenziale circolazione come documento autentico.

Questo non significa che l’uso di una fotocopia falsa sia penalmente irrilevante. La Cassazione ha precisato che tale condotta può integrare altre fattispecie di reato, come:

* Falsità materiale in certificato amministrativo (artt. 477 e 482 c.p.): se la copia viene creata e utilizzata per documentare l’esistenza di un originale conforme.
* Truffa (art. 640 c.p.): quando l’utilizzo della copia falsa rappresenta l’artificio o il raggiro per indurre qualcuno in errore e procurarsi un ingiusto profitto.

Nel caso di specie, la condanna per il concorso in truffa è stata infatti confermata, in quanto l’appello su questo punto è stato ritenuto inammissibile per genericità. La Corte ha ritenuto che la consegna della fotocopia, pur non integrando il reato di cui all’art. 497-bis, ha avuto un’efficienza causale nella realizzazione della truffa.

Conclusioni

La sentenza 21003/2024 della Corte di Cassazione stabilisce un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica. Il reato di possesso di documenti di identificazione falsi, previsto dall’art. 497-bis c.p., si configura solo in presenza della detenzione materiale del documento originale contraffatto. La detenzione di una semplice fotocopia, presentata e utilizzata come tale, non è sufficiente per integrare questa specifica fattispecie, pur potendo essere penalmente rilevante per altri reati, come la truffa. Questa decisione rafforza la necessità di un’analisi rigorosa dell’oggetto materiale del reato e della specifica volontà del legislatore nel definire le singole norme incriminatrici.

Possedere la fotocopia di un documento d’identità falso è reato ai sensi dell’art. 497-bis c.p.?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato di possesso di documenti di identificazione falsi si configura solo con la detenzione del documento originale contraffatto, non della sua mera fotocopia presentata come tale.

Perché la Corte di Cassazione fa una distinzione tra il documento originale falso e la sua fotocopia?
La Corte distingue perché l’art. 497-bis c.p. è stato introdotto per punire specificamente la disponibilità materiale del documento falso valido per l’espatrio, al fine di proteggere la fede pubblica sull’identità personale. Una fotocopia, a meno che non sia realizzata in modo da apparire come un originale, non ha la stessa idoneità a ledere questo specifico bene giuridico.

L’uso di una fotocopia di un documento falso può essere comunque penalmente rilevante?
Sì. Sebbene non integri il reato specifico di cui all’art. 497-bis c.p., l’utilizzo di una fotocopia falsa può configurare altri reati, come la truffa (art. 640 c.p.) o la falsità materiale in certificato amministrativo (artt. 477 e 482 c.p.), a seconda delle circostanze e delle finalità della condotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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