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Possesso documenti falsi: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per vari reati, tra cui il possesso di documenti falsi. La Corte ha ribadito che i motivi di ricorso generici o meramente ripetitivi non sono ammessi. Ha inoltre confermato che integra il reato di cui all’art. 497-bis cod. pen. il possesso di una carta d’identità con fotografia non corrispondente all’intestatario. Infine, ha precisato che le attenuanti generiche non possono essere concesse in assenza di specifici elementi positivi a favore dell’imputato.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Possesso Documenti Falsi: la Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso

Con l’ordinanza n. 45188/2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di possesso documenti falsi e altri reati connessi, confermando la condanna emessa dalla Corte di Appello di L’Aquila. La decisione è di particolare interesse perché ribadisce i rigorosi limiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione e chiarisce aspetti cruciali relativi al reato di cui all’art. 497-bis del codice penale e alla concessione delle attenuanti generiche.

I Fatti di Causa

L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui falsità ideologica, contraffazione e, in particolare, il possesso documenti falsi, specificamente una carta d’identità con la propria effigie fotografica ma intestata a un altro soggetto. Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, articolando tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

Il ricorrente contestava la qualificazione giuridica dei fatti, la valutazione delle prove operata dai giudici di merito e il diniego delle circostanze attenuanti generiche. La Suprema Corte ha esaminato ciascun motivo, giungendo a una declaratoria di inammissibilità totale.

Inammissibilità dei Motivi sul Possesso Documenti Falsi e sulla Prova

I primi due motivi, relativi alla qualificazione del reato e alla valutazione probatoria, sono stati giudicati inammissibili. La Corte ha osservato che le censure erano o argomentazioni giuridiche astratte o doglianze generiche, che si limitavano a riproporre questioni già adeguatamente esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato (jus receptum): integra il delitto di possesso documenti falsi previsto dall’art. 497-bis cod. pen. il possesso di una carta d’identità con la fotografia di un soggetto diverso dall’intestatario. Questo perché tale documento è un titolo valido per l’espatrio nei Paesi dell’Unione Europea. Spetta all’imputato, e non all’accusa, dimostrare l’eventuale inidoneità del documento a tale scopo.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che il ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di merito, volto a ottenere una nuova e diversa lettura delle prove. A meno che non vengano dedotti travisamenti specifici, decisivi e palesi delle prove, il giudizio di legittimità non può sindacare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici dei gradi precedenti, specialmente quando, come nel caso di specie, le sentenze sono conformi e logicamente motivate.

La Questione delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo, riguardante il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ricordato che la concessione di tali attenuanti non è un atto dovuto né può basarsi su una presunzione. È necessario che la difesa fornisca elementi positivi e concreti, non codificati, che giustifichino una mitigazione della pena.

Nel caso specifico, la richiesta dell’imputato era generica e non specificava alcuna circostanza di fatto meritevole di considerazione. Di conseguenza, la Corte territoriale ha correttamente motivato il diniego semplicemente rilevando l’assenza di elementi positivi (come un particolare comportamento processuale o altre condizioni favorevoli) che potessero giustificare la concessione del beneficio. La motivazione del diniego, in questi casi, può legittimamente limitarsi a constatare tale assenza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano generici, ripetitivi di censure già respinte e miravano a una rivalutazione del merito dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La decisione della Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi logici o giuridici, sia nella qualificazione del reato di possesso di documenti falsi, sia nella valutazione delle prove, sia nel diniego delle attenuanti generiche.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma la linea di rigore della Suprema Corte nel vaglio di ammissibilità dei ricorsi. La decisione ribadisce tre importanti principi: 1) il possesso documenti falsi è reato anche quando la foto è del possessore ma i dati sono di un’altra persona; 2) il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità specifici e non su una generica contestazione delle valutazioni di merito; 3) le attenuanti generiche richiedono la dimostrazione di elementi positivi concreti e non possono essere concesse sulla base di una semplice richiesta.

Quando il possesso di una carta d’identità alterata costituisce reato ai sensi dell’art. 497-bis cod. pen.?
Secondo la Corte, il reato sussiste quando si possiede una carta d’identità con l’apposizione di una fotografia di un soggetto diverso dall’intestatario, poiché tale documento è un titolo valido per l’espatrio negli Stati membri dell’Unione Europea. È onere dell’imputato dimostrare l’eventuale inidoneità del documento a tale fine.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le censure sono generiche, meramente ripetitive di argomentazioni già respinte nei gradi di merito, oppure quando mirano a sollecitare una nuova valutazione delle prove, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione, la quale giudica solo la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

Quali sono i requisiti per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono un diritto e non vengono concesse automaticamente. La loro applicazione richiede che emergano elementi positivi e concreti, non previsti specificamente dalla legge, che giustifichino una riduzione della pena. Una richiesta generica, priva di argomentazioni fattuali, non è sufficiente, e il giudice può legittimamente negarle motivando sulla semplice assenza di tali elementi favorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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