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Posizione di garanzia del co-proprietario: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una donna, co-proprietaria di un immobile, condannata per omicidio colposo a seguito del crollo di una terrazza abusiva che ha causato la morte di un inquilino. La Corte ha stabilito che la sua responsabilità non deriva dalla mera comproprietà, ma dalla sua gestione attiva e concreta dell’immobile, inclusa la locazione e la promozione della terrazza stessa. Questa gestione di fatto ha fatto sorgere in capo a lei una ‘posizione di garanzia’, ovvero un obbligo di controllare la sicurezza della struttura, a prescindere da chi l’avesse materialmente costruita.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Posizione di Garanzia: La Responsabilità del Co-proprietario che Affitta un Immobile Pericoloso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di responsabilità penale: la posizione di garanzia non deriva solo da un titolo formale, come la proprietà di un immobile, ma può sorgere da una gestione di fatto. Il caso riguarda il tragico crollo di una terrazza abusiva che ha portato alla condanna della co-proprietaria, la quale, pur non avendo costruito la struttura, ne aveva promosso la locazione, assumendosi così la responsabilità della sua sicurezza.

I Fatti: La Terrazza Crollata e la Tragica Morte

Nell’agosto del 2007, una piattaforma di legno, pertinenza di un immobile, crollava improvvisamente, facendo precipitare nel vuoto le persone che vi si trovavano. L’incidente causava lesioni a diversi individui e la morte di uno di essi. Le indagini rivelarono che la struttura era precaria, priva di titoli abilitativi, senza fondamenta e con elementi di appoggio su roccia in stato di putrefazione. La co-proprietaria dell’immobile, che si era occupata di affittarlo ai malcapitati, veniva accusata e condannata in primo e secondo grado per i reati di disastro colposo e omicidio colposo.

La Difesa dell’Imputata: Mera Comproprietà o Gestione Attiva?

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente due punti:
1. Errata attribuzione della posizione di garanzia: La difesa affermava che la sua responsabilità era stata illegittimamente desunta dal solo dato formale della comproprietà. L’imputata sosteneva di essersi disinteressata per anni della gestione del bene e di aver curato la locazione solo occasionalmente, per conto dei figli. A suo dire, era contraddittorio ritenerla responsabile per colpa, pur riconoscendo che non era stata lei a commissionare i lavori abusivi, realizzati anni prima dal suo ex coniuge.
2. Intervenuta prescrizione: La ricorrente lamentava il mancato rilievo della prescrizione del reato, che a suo avviso era maturata prima della sentenza di appello a causa di errori nel calcolo dei periodi di sospensione.

La Posizione di Garanzia e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le argomentazioni. I giudici hanno sottolineato come la responsabilità dell’imputata non si fondasse sulla mera titolarità del 50% dell’immobile, ma sul suo concreto e attivo interessamento nella gestione dello stesso.

Oltre la Titolarità Formale: La Gestione di Fatto

I giudici di merito avevano accertato che la donna era stata direttamente coinvolta in tutte le fasi della locazione: aveva condotto le trattative, decantato la terrazza come un’attrattiva, incassato le somme dovute e si era persino attivata per risolvere problemi sorti durante il soggiorno degli inquilini. Aveva inoltre riferito agli affittuari di utilizzare lei stessa quella terrazza per ricevere amici e parenti. Questo comportamento dimostrava una gestione attiva e responsabile dell’immobile.

L’assunzione Volontaria di un Obbligo di Controllo

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: la posizione di garanzia può sorgere anche da una situazione di fatto, quando un soggetto compie un atto di volontaria determinazione con cui assume su di sé l’obbligo di controllo o di protezione. Affittando l’immobile e promuovendone l’uso, inclusa la terrazza pericolosa, la ricorrente si era di fatto assunta la responsabilità di garantirne la sicurezza. Non poteva, quindi, invocare il suo disinteresse pregresso o il fatto che la struttura fosse stata realizzata da altri.

La Questione della Prescrizione: Un Onere della Prova

Anche il motivo relativo alla prescrizione è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che l’onere di dimostrare la maturazione del termine di prescrizione spetta al ricorrente, il quale deve fornire una rappresentazione completa e dettagliata della sequenza procedimentale. L’argomentazione dell’imputata è stata ritenuta generica e insufficiente a tal fine.

Le motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si concentrano sul concetto di assunzione di responsabilità attraverso la gestione fattuale. I giudici hanno chiarito che chi intraprende la gestione di un bene, soprattutto quando lo offre a terzi, assume un dovere implicito di controllarne la sicurezza. La circostanza che la ricorrente non avesse costruito la terrazza non la esimeva dalla colpa per non averne verificato l’idoneità a reggere il peso delle persone prima di locarla. L’aver promosso attivamente la locazione, evidenziando proprio la terrazza come elemento di pregio, ha costituito il fulcro per l’affermazione della sua responsabilità penale.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutti i proprietari e gestori di immobili. La responsabilità penale in caso di incidenti non è limitata a chi ha materialmente creato il pericolo, ma si estende a chi, pur essendone consapevole o potendo esserlo con l’ordinaria diligenza, gestisce il bene e lo mette a disposizione di terzi. La gestione attiva di un immobile comporta l’assunzione di una posizione di garanzia, con il conseguente obbligo di adottare tutte le misure necessarie a prevenire danni a persone o cose.

Essere co-proprietario di un immobile è sufficiente per essere ritenuto responsabile in caso di crollo?
No. Secondo la Corte, la mera titolarità formale non è sufficiente. La responsabilità penale sorge quando alla comproprietà si aggiunge un concreto e attivo interessamento nella gestione dell’immobile, come ad esempio occuparsi della sua locazione a terzi.

Chi ha costruito una struttura abusiva e pericolosa è l’unico responsabile?
No. La sentenza chiarisce che anche chi non ha materialmente realizzato l’opera pericolosa può essere ritenuto responsabile. Se un soggetto, come il co-proprietario, gestisce l’immobile e lo affitta, assume su di sé l’obbligo di verificarne la sicurezza, diventando garante per l’incolumità degli inquilini.

Come viene definita la ‘posizione di garanzia’ in un caso come questo?
La posizione di garanzia non deriva solo dalla legge o da un contratto, ma può sorgere anche da una situazione di fatto. In questo caso, deriva dall’aver volontariamente assunto la gestione dell’immobile e, di conseguenza, il controllo sulla fonte di pericolo (la terrazza), con il dovere di proteggere coloro che sono stati esposti a tale pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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