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Porto di mazza da baseball: Cassazione su 131-bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il porto di mazza da baseball senza giustificato motivo. L’ordinanza chiarisce due punti cruciali: la mazza da baseball è qualificata come arma impropria il cui porto è reato, e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non è applicabile in caso di comportamento abituale, desunto dai precedenti penali dell’imputato.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di mazza da baseball: quando è reato e perché non si applica la tenuità del fatto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 43525/2024) affronta il tema del porto di mazza da baseball, confermando principi consolidati in materia di armi improprie e chiarendo i limiti di applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione offre spunti importanti per comprendere come la legge valuti la pericolosità di oggetti di uso comune e l’incidenza dei precedenti penali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per aver portato con sé, senza un valido motivo, una mazza da baseball. La difesa del ricorrente contestava la violazione di legge e invocava l’applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per reati di particolare tenuità. Secondo la difesa, il fatto era di minima offensività e non destava un significativo allarme sociale.

L’Analisi della Cassazione sul porto di mazza da baseball

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo basato su doglianze generiche e di fatto. L’ordinanza si sofferma su due aspetti giuridici fondamentali che hanno portato al rigetto delle tesi difensive.

La questione dell’art. 131-bis e il comportamento abituale

Il primo punto analizzato riguarda la richiesta di applicare la causa di non punibilità. La Cassazione ha escluso questa possibilità in virtù del comportamento abituale del ricorrente. Dal provvedimento emerge che l’imputato aveva precedenti specifici per reati in materia di armi e anche per tentata rapina.

La Corte ha richiamato l’orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 13681/2016), secondo cui il comportamento è da considerarsi abituale quando l’autore, anche successivamente al reato per cui si procede, ha commesso almeno due illeciti. La presenza di un curriculum criminale di questo tipo costituisce un presupposto ostativo, che impedisce al giudice di valutare la particolare tenuità del fatto, a prescindere dalla gravità del singolo episodio.

La qualificazione della mazza da baseball come arma impropria

Il secondo e centrale argomento riguarda la natura stessa dell’oggetto. La Corte ribadisce che il porto di mazza da baseball rientra a pieno titolo nella fattispecie prevista dall’art. 4 della Legge n. 110/1975. Questo articolo distingue tra due categorie di oggetti:

1. Strumenti “nominati”: Oggetti specificamente elencati (come mazze, tubi, catene) che sono considerati armi improprie. Per questi, il porto è reato alla sola condizione che avvenga “senza giustificato motivo”.
2. Altri oggetti: Qualsiasi altro strumento non specificato che possa essere usato per l’offesa. Per questi, la legge richiede un requisito aggiuntivo: devono apparire “chiaramente utilizzabili, per le circostanze di tempo e di luogo, per l’offesa alla persona”.

La Corte, citando anche una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 139/2023), ha confermato che questa distinzione è pienamente ragionevole. Il legislatore ha inteso classificare come intrinsecamente più pericolosi gli strumenti “nominati”, la cui detenzione fuori da un contesto appropriato (ad esempio, un campo da gioco) non ha altra spiegazione se non quella di un potenziale uso offensivo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le censure sollevate erano manifestamente infondate e generiche. La difesa non ha contestato la violazione di specifici principi di diritto, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. Le motivazioni si basano su due pilastri: l’inapplicabilità dell’art. 131-bis cod. pen. a causa del comportamento abituale del reo, e la corretta qualificazione della mazza da baseball come arma impropria il cui porto senza giustificato motivo integra di per sé il reato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un messaggio chiaro: il porto di oggetti come una mazza da baseball al di fuori di contesti che ne giustifichino l’uso (come quello sportivo) è un reato. La valutazione non è discrezionale, ma legata alla mancanza di una valida ragione. Inoltre, la decisione sottolinea come i precedenti penali di un individuo possano avere un impatto determinante, precludendo l’accesso a istituti premiali come la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa pronuncia consolida un orientamento rigoroso a tutela della sicurezza pubblica, sanzionando il possesso ingiustificato di strumenti potenzialmente lesivi.

È legale portare con sé una mazza da baseball?
No, non è legale portarla senza un “giustificato motivo”. La giurisprudenza la qualifica come arma impropria e il suo porto al di fuori di un contesto che lo giustifichi (ad esempio, per recarsi a un allenamento) costituisce reato ai sensi della legge sulle armi.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Secondo la sentenza, non si applica quando il comportamento dell’autore è considerato “abituale”. L’abitualità viene accertata sulla base dei precedenti penali: se una persona ha già commesso altri illeciti (in questo caso, almeno due), non può beneficiare della non punibilità, anche se il singolo reato contestato è di lieve entità.

Che differenza fa la legge tra una mazza da baseball e altri oggetti atti ad offendere?
La legge considera la mazza da baseball uno strumento “nominato”, cioè specificamente indicato come arma impropria. Per integrare il reato, è sufficiente portarla senza giustificato motivo. Per altri oggetti non elencati, la legge richiede un requisito in più: deve essere evidente, date le circostanze di tempo e luogo, che siano utilizzabili per offendere una persona.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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