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Porto di coltello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per porto di coltello. I motivi di ricorso, basati sulla presunta assenza di consapevolezza, sulla richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto e sulla concessione di attenuanti generiche, sono stati ritenuti manifestamente infondati. La Corte ha confermato la valutazione del giudice di merito, basata sulle modalità di rinvenimento dell’arma e sulla personalità dell’imputato.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di Coltello: Ricorso Inammissibile per Manifesta Infondatezza

Il reato di porto di coltello è una delle fattispecie più comuni in materia di armi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare quali sono i limiti di un ricorso e perché, in certi casi, esso venga dichiarato inammissibile. La pronuncia in esame conferma come la valutazione del giudice di merito, se ben motivata, sia difficilmente scalfibile in sede di legittimità, soprattutto quando i motivi di ricorso appaiono generici e non supportati da elementi concreti.

I Fatti del Caso e la Condanna

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di porto di un coltello, in violazione dell’art. 4 della Legge n. 110/1975. La Corte di Appello, pur riformando parzialmente la prima sentenza e riducendo la pena a cinque mesi di arresto e 1.000 euro di ammenda, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. L’arma era stata rinvenuta all’interno del bauletto di un mezzo di sua proprietà e da lui condotto.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre principali doglianze:

1. Violazione di legge sull’elemento psicologico: Si sosteneva la mancanza di prove sulla consapevolezza dell’imputato di avere il coltello nel bauletto, mettendo in dubbio la sussistenza del dolo.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Si lamentava che i giudici non avessero riconosciuto la non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p.p., data la presunta lieve entità dell’offesa.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si contestava la decisione di non concedere le attenuanti generiche, che avrebbero comportato un’ulteriore riduzione della pena.

Le Motivazioni della Cassazione sul porto di coltello

La Corte di Cassazione ha esaminato i tre motivi di ricorso, dichiarandoli tutti manifestamente infondati e, di conseguenza, il ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni della Corte.

Rifiuto del Primo Motivo: La Consapevolezza del Possesso

In merito alla questione dell’elemento psicologico, i giudici hanno ritenuto la doglianza infondata. La Corte territoriale aveva adeguatamente motivato la responsabilità dell’imputato basandosi su elementi logici e fattuali: il coltello si trovava nel bauletto di un mezzo condotto dal proprietario, il quale non aveva fornito alcuna giustificazione plausibile al momento del controllo. Secondo la Cassazione, queste circostanze rendono del tutto inverosimile qualsiasi spiegazione alternativa (ad esempio, che il coltello fosse stato messo lì da altri a sua insaputa). La motivazione del giudice di merito è stata quindi ritenuta coerente e sufficiente.

Rifiuto del Secondo Motivo: Inapplicabilità della Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un potere discrezionale del giudice di merito, che deve basarsi sui criteri dell’art. 133 del codice penale (gravità del reato e capacità a delinquere del reo). Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente considerato le caratteristiche del coltello e la personalità dell’imputato per escludere l’applicabilità dell’art. 131-bis. Questa valutazione, essendo adeguatamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.

Rifiuto del Terzo Motivo: Niente Attenuanti Generiche

Infine, la Cassazione ha confermato la decisione di non concedere le circostanze attenuanti generiche. Anche in questo caso, si tratta di una valutazione discrezionale del giudice di merito. La decisione era stata fondata sulla biografia criminale del ricorrente e sull’assenza di elementi positivi da valutare a suo favore. La motivazione è stata giudicata adeguata e corretta, in linea con i principi stabiliti anche dalle Sezioni Unite della Cassazione.

Conclusioni: Le Implicazioni della Pronuncia

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Quando i motivi di ricorso si limitano a proporre una lettura alternativa dei fatti già adeguatamente valutati dai giudici di merito, senza evidenziare vizi di legittimità, il ricorso è destinato all’inammissibilità. Per chi è accusato del reato di porto di coltello, questa pronuncia serve da monito: non basta negare la consapevolezza o invocare genericamente istituti di favore come la particolare tenuità del fatto o le attenuanti. È necessario fornire elementi concreti o evidenziare vizi logici evidenti nella sentenza impugnata per avere una possibilità di successo in Cassazione.

È sufficiente affermare di non sapere di avere un coltello nel proprio veicolo per evitare una condanna per porto di coltello?
No. Secondo la sentenza, se il coltello viene trovato in un veicolo di proprietà e condotto dall’imputato, e quest’ultimo non fornisce una giustificazione immediata e plausibile, i giudici possono logicamente dedurre la sua consapevolezza e quindi la sua responsabilità, ritenendo inverosimili spiegazioni alternative.

Perché la Corte non ha applicato la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto nel caso di porto di coltello?
La Corte ha ritenuto che la decisione del giudice di merito fosse correttamente motivata. La non applicazione della particolare tenuità del fatto è stata giustificata sulla base di una valutazione discrezionale che ha tenuto conto delle caratteristiche specifiche del coltello e della personalità dell’imputato, come previsto dall’art. 133 del codice penale.

Quali elementi considera il giudice per negare le circostanze attenuanti generiche?
Il giudice ha negato le attenuanti generiche basando la sua decisione sulla biografia criminale del ricorrente e sull’assenza di elementi positivi di valutazione. La concessione di tali attenuanti è un potere discrezionale del giudice di merito, che deve essere esercitato con una motivazione adeguata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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