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Porto di coltello multiuso: quando è reato? [Cass.]

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per un uomo trovato in possesso di un coltello multiuso con lama di 8 cm. La Corte ha rigettato il ricorso, escludendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, delle attenuanti generiche e delle pene sostitutive. La sentenza sottolinea come il porto di coltello multiuso senza giustificato motivo costituisca reato, data la natura offensiva della lama, e come i precedenti penali dell’imputato e la sua personalità criminale ostacolino la concessione di benefici.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di Coltello Multiuso: Analisi di una Recente Sentenza della Cassazione

Molti credono che portare con sé un coltello multiuso sia sempre lecito, data la sua apparente utilità per scopi pacifici. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il porto di coltello multiuso senza un giustificato motivo costituisce reato. Questo articolo analizza la decisione, chiarendo i confini tra legalità e illecito e le ragioni per cui, in certi casi, non sono ammesse né attenuanti né la non punibilità per tenuità del fatto.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un uomo fermato dalle forze dell’ordine durante un controllo su strada. L’uomo, che presentava una ferita al mento e appariva in stato di alterazione psico-fisica, è stato trovato in possesso di un coltello multiuso con una lama di 8 centimetri, che teneva nascosto nella tasca del giubbotto. Per questo fatto, è stato condannato in primo grado e in appello alla pena di sei mesi di arresto e 1.000 euro di ammenda per porto ingiustificato di strumento atto a offendere, ai sensi della legge sulle armi.

I Motivi del Ricorso e il porto di coltello multiuso

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su quattro motivi principali:
1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sostenendo che l’offesa fosse minima.
2. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).
3. Il mancato riconoscimento dell’attenuante della lieve entità della condotta.
4. Il diniego delle pene sostitutive alla detenzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, rigettando tutte le censure difensive con argomentazioni precise e rigorose.

No alla Particolare Tenuità del Fatto

La Corte ha stabilito che la pericolosità intrinseca del coltello, dotato di una lama lunga otto centimetri, impedisce di considerare il fatto di ‘particolare tenuità’. Richiamando un principio delle Sezioni Unite, ha specificato che la valutazione sulla tenuità richiede un’analisi complessa di tutte le peculiarità del caso concreto, incluse le modalità della condotta e l’entità del pericolo. In questo scenario, le caratteristiche offensive dell’oggetto erano troppo marcate.

Niente Attenuanti Generiche per la personalità dell’imputato

Il secondo motivo di ricorso è stato respinto a causa dei precedenti penali dell’imputato, che includevano reati come furto e lesioni personali. La Corte ha sottolineato che le attenuanti generiche non sono una ‘benevola concessione’ del giudice, ma devono basarsi su elementi concreti e rilevanti che giustifichino una riduzione della pena. Il ‘disvalore’ complessivo della condotta e la personalità dell’imputato non consentivano tale riconoscimento.

Il Coltello Multiuso come Strumento Atto a Offendere

La Cassazione ha chiarito un punto cruciale: un coltello definito ‘multiuso’, essendo dotato di una lama appuntita e tagliente, è a tutti gli effetti uno strumento da punta e taglio il cui porto è vietato senza un giustificato motivo. La presenza di altri utensili ‘pacifici’ (come apribottiglie o cacciaviti) non cambia la sua natura. Anzi, la sua multifunzionalità renderebbe più facile giustificarne il porto in contesti specifici (un’escursione, un viaggio), ma tale giustificazione deve essere fornita e provata, cosa che il ricorrente non ha fatto.

Diniego delle Pene Sostitutive

Infine, la Corte ha confermato il diniego delle pene sostitutive. Il giudizio prognostico negativo sulla personalità dell’imputato, basato sui suoi precedenti e sulla condotta illecita oggetto del processo, è stato ritenuto sufficiente a considerarlo incompatibile con i benefici invocati. Secondo la Corte, non vi erano elementi per prevedere un corretto adempimento delle prescrizioni legate a una pena alternativa.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza che il porto di coltello multiuso non è un’azione da prendere alla leggera. La legge non distingue in base al nome commerciale o all’uso comune dell’oggetto, ma ne valuta le caratteristiche oggettive. Una lama, anche se parte di uno strumento multifunzione, rimane uno strumento atto a offendere. La decisione evidenzia inoltre come il passato criminale di una persona e l’assenza di una valida giustificazione siano elementi determinanti nel processo penale, precludendo l’accesso a benefici come le attenuanti o le pene alternative. Chiunque porti con sé un oggetto simile deve essere in grado di dimostrare una ragione valida e contingente, altrimenti rischia una condanna penale.

È legale portare un coltello multiuso?
No, non senza un giustificato motivo. La sentenza chiarisce che un coltello multiuso, avendo una lama appuntita e tagliente, è considerato uno strumento da punta e taglio il cui porto è vietato. La presenza di altri utensili non ne cambia la natura, ma può facilitare la giustificazione del porto solo in contesti adeguati (es. un’escursione), che devono però essere dimostrati.

Perché in questo caso non è stata riconosciuta la ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte ha negato la particolare tenuità del fatto a causa della pericolosità oggettiva del coltello, che aveva una lama lunga 8 centimetri. Tale caratteristica, unita a una valutazione complessiva della condotta, è stata ritenuta sufficiente per escludere che l’offesa fosse di minima entità.

La presenza di precedenti penali influisce sulla concessione di attenuanti o pene sostitutive?
Sì, in modo decisivo. La Corte di Cassazione ha confermato che i precedenti penali dell’imputato (per furto e lesioni) e la ‘personalità criminale’ che ne emergeva sono stati elementi fondamentali per negare sia le circostanze attenuanti generiche sia l’accesso alle pene sostitutive, formulando un giudizio prognostico negativo sulla sua condotta futura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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